Il comune e i territori circostanti sono attraversati dal percorso storico della Via Francigena che, proveniente da Santhià, prosegue in direzione di Vercelli.
Storia
Il borgo ha il nome del Santo francese che passò a Vercelli nel 425 durante un viaggio a scopo di predicazione cristiana. Infeudato dalla famiglia Bicchieri viene citato per la prima volta in un documento legale di cessione (anno 1071) mentre il castello viene citato soltanto nel 1219 in un atto concernente la sua cessione da parte del cardinale Guala Bicchieri all’abbazia di Sant’Andrea di Vercelli. Nel XIII secolo fu oggetto di contese e di numerosi scontri tra i vercellesi e i feudatari Bicchieri che se ne impadronirono, per perderlo di nuovo alcuni anni dopo. Nel 1377 divenne feudo di Giovanni Fieschi, che però poco tempo dopo fu imprigionato dai biellesi, finché i sangermanesi nello stesso anno fecero atto di dedizione sottomettendosi ad Amedeo VI di Savoia, il quale migliorò le fortificazioni e ingrandí il paese. Sotto la dinastia sabauda il castello divenne un avamposto verso il confine della Sesia che nel Cinquecento passò ai Savoia. Nel 1476 fu assediato ed espugnato da Galeazzo Maria Sforza; nel XVI secolo conobbe la decadenza ma nel secolo successivo fu trasformato in una piazzaforte. Dopo aver fatto parte fino al 1598 del capitanato di Santhià, il feudo fu conquistato da Diego Hurtado de Mendoza fino al 1610. La storia successiva non è caratterizzata da particolari avvenimenti degni di nota. Dei pochi ruderi della fortificazione rimasti oggigiorno esiste una torre, forse quello che resta del mastio, oggi adibita a campanile, e una piccola porta ad arco, oltre alle tracce di una passerella che conduceva ai camminamenti di ronda vicino alla parrocchiale di San Germano, a pianta rettangolare, con una sola grande navata fiancheggiata da tre cappelle per parte.
San Germano è stato il primo comune italiano ad accogliere ufficialmente una donna notaio: Elisa Resignani nel 1927[5], anche se la prima fu Adele Pertici nel 1913, radiata soltanto perché "donna" su richiesta del procuratore del Re. Fu riammessa nel 1920, ma lei aveva preferito ritirarsi.[6]
Nel corso della seconda guerra mondiale, San Germano fu uno dei comuni del Piemonte adibiti a località di internamento libero per profughi ebrei stranieri. Vi soggiornò una famiglia di tre persone proveniente dalla Croazia, i Weiss (Weicz).[7] Con l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana, la famiglia fu arrestata nel dicembre 1943 e condotta alla morte ad Auschwitz.[8]
La frazione Viancino
L'antica frazione di Viancino, appartenente al territorio di San Germano Vercellese dal 1299 al 1891, prende il nome dai Viancini di Savigliano e che lungamente è stato dalli Alciati , e dalli Lignana posseduto , nel qual luogo prima dei suddetti ebbero giurisdizione i Donna derivati dagli antichi Conti di Biandrate, i Bazzani, i Coccarelli infine i Conti Lomelli di Tronzano tutti nobili Vercellesi .
La località di Viancino (ora di Crova) è nominata per la prima volta nel 1299[9] e fu posseduta da numerose nobili famiglie vercellesi, tra cui gli Avogadro, che tennero il feudo e il suo castello fino alla data di sottomissione ai Savoia, nel 1404. I primi documenti che attestano l'esistenza di un castello a Viancino risalgono alla fine del 1200 e agli inizi del 1300 e si riferiscono alle lunghe lotte tra guelfi e ghibellini, nelle quali furono coinvolti i signori di Viancino contro il potente Comune di Vercelli. Gli ultimi proprietari furono i marchesi Cusani di S. Germano. Attualmente del castello medievale non resta nulla, vi sono resti di mura sui quali è stata edificata una casa di campagna che conserva la denominazione "castello"[10]
Fu parte del feudo di S.Germano e possesso dei Dal Pozzo nel 1152, all'inizio del 1200 del S.Andrea e del comune di Vercelli. Fu poi dei Savoia dal 1389 per passare poi a vari famiglie tra cui i Margaria di Cuneo, i Ricci, i Raspa, gli Alciati e nel 1620 i Tassoni-Estense.
Nel 1621 con patente camerale [11]i Savoia rendevano Viancino (insieme ad altri borghi vercellesi) autonomi[12]
Fino verso la fine dell'800 la frazione di Viancino apparteneva al territorio sangermanese, dal 19 febbraio 1891 con Regio Decreto avvenne il distacco dalla frazione di Viancino dal Comune di San Germano Vercellese e aggregato al Comune di Crova , mentre la separazione di fatto era già un atto compiuto alla data del 1888. A seguito di ciò si ebbe l'unificazione delle rendite patrimoniali del Capoluogo e della frazione e così il Comune di Crova (all'epoca era sotto la provincia di Novara) divenne proprietario di 70 giornate di terreno. Nell'ex frazione esiste un campanile del XVI/ XVII secolo, un asilo infantile (anni 1886-1887) entrato in funzione il 1° gennaio 1888 , per grazia di un Testamento olografo ,scritto nel 1883 dal "Cavaliere Avvocato Attilio Ferreri", Sindaco e membro del Consiglio Comunale di San Germano (a cui i sangermanesi hanno dedicato una via del paese) donante alla frazione un fabbricato di sua proprietà "con l'obbligo di istituire un Asilo che abbia ad intitolarsi Asilo Ferreri". In Viancino esisteva anche una Congregazione di Carità fondata nel 1828 dall'Arcivescovo di Vercelli Grimaldi in San Germano, questa congregazione poi in forza del Decreto Regio, si distaccò da San Germano e passò sotto il Comune di Crova.
Il distacco ebbe comunque un iter travagliato , una petizione della comunità di Viancino nel 1885 al Prefetto di Novara, si lamentava che nonostante l'unanime voto favorevole del Consiglio Provinciale di Novara al suo distacco dal Comune di San Germano non potè ottenere soddisfatti i suoi legittimi voti e ragioni a causa di influenze esercitate presso l'autorità prefettizia da persone aventi interessi contrari al distacco.
Tali influenze contrarie ebbero sicuramente effetto per la comunità di Viancino che non ebbe ragione delle sue legittime aspettative, se non fino al febbraio del 1891.
Dell'antico castello un tempo posseduto dai Marchesi Cusani di San Germano non rimangono che alcune mura sulle quali è stata costruita una casa di campagna. Verso la metà del secolo scorso si sono fatte numerose ricerche e sondaggi per scoprire il percorso della galleria che collega il castello con quello di Salasco. Quest'ultimo a forma di quadrilatero con torri angolari cilindriche risale al secolo XIII,. I proprietari terrieri dei dintorni ovviamente, protestarono e nulla fu trovato. L’insuccesso degli scavi fu attribuito proprio all’interruzione dei lavori.
Durante la Prima Guerra Mondiale vi funzionò un aeroporto d'emergenza: la zona che va da San Germano a Viancino fu oggetto di un Campo Militare per l'atterraggio dei rudimentali aerei del periodo 1915-1918.
Chiesa antica-oratorio (XVII secolo) del Corpus Domini
Cappella Madonnina sulla statale 28
Chiesa di San Vito (ruderi), in campagna, dista 4,5 km. dalla parrocchia. Per raggiungerla occorre percorrere una stretta strada serpeggiante, appena fuori San Germano dopo l'ultima curva, superata la cascina omonima che la nasconde. I resti di quel che resta di questa chiesa fanno riaffiorare alla memoria lo stile di vita appartenente oramai ad epoche remote, quando nell'inizio del secolo passato, dopo la lunga pausa invernale, con la primavera, ricomparivano i contadini insieme a quelli della cascina vicina per la preparazione dei campi. Con il maggengo, ai primi di maggio apparivano anche le donne per un lavoro faticosissimo e pure senza tutele che andava dall'alba al tramonto. Architettonicamente la struttura non presenta più la pavimentazione e fu edificata a croce latina, a navata unica, sviluppata lungo l'asse est-ovest con la facciata principale, realizzata in muratura portante di mattoni pieni, affacciata ad ovest. Caratterizzata da uno stile architettonico semplice, la facciata principale, inoltre, è caratterizzata da una porta principale che è in asse con l'apertura al livello superiore terminante con un timpano. Ai lati dell'apertura sono presenti due riquadri incorniciati. I prospetti laterali, incompleti nella parte superiore, riportano gravi lesioni e degradi dovuti al crollo, nei tempi trascorsi, della copertura, il campanile - esistente ancora nel 1975, crollato agli inizi degli anni '80 - in origine posto lungo a sud. La tettoia aveva una copertura a falde realizzata con un manto di copertura in coppi su orditura lignea, anch'essa oggigiorno non più esistente a causa di un crollo. Le lesene angolari terminano con una trabeazione semplice che separa la parte inferiore dal timpano. La struttura portante in mattoni pieni è a vista, ma sono ancora visibili tracce di intonaco. La chiesa termina con un abside semicircolare.
Oltre che la citata Sala Paggi, vi è anche una fornita biblioteca comunale intitolata all'avvocato, giornalista e poeta sangermanese Giuseppe Deabate (1857-1928). Fra i nativi celebri del paese vanno ricordati il predicatore Fedele da San Germano, il giornalista mazzinianoAugusto Franzoj e il pedagogista filosofo Giuseppe Allievo. Autore di testi e appassionato della storia del paese il giornalista locale Antonio Corona (1931-2019).[14]
Economia
Cittadina di origine medievale, la sua economia si basa sull'agricoltura e su piccole realtà industriali. I sangermanesi, per la maggior parte ubicati nel capoluogo comunale, sono estesi anche nella località Strella (contigua al comune di Olcenengo), un nucleo urbano urbano minore che si presenta a case sparse.
L’agricoltura primaria in zona riguarda il riso seguito dai foraggi e ortaggi, segue l’allevamento di bovini e avicoli. Vi hanno sede alcune aziende operanti nei comparti alimentare, tessile, metallurgico, della lavorazione del legno, per la produzione di macchine per l’agricoltura; numerose sono le imprese edili. Presente alcune banche; una piccola rete commerciale completa il panorama del terziario. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Poche le strutture ricettive per la ristorazione e il soggiorno. Funziona una farmacia.
Non è certamente una meta turistica celebrata, a parte la presenza internazionale di viandanti per via del percorso della via Francigena. L’ambiente naturale che la circonda può costituire un efficace motivo di richiamo. Poco frequentata per lavoro, a causa delle poche attività produttive nel suo territorio, molti suoi abitanti sono costretti a fare i pendolari in altre zone industrialmente più sviluppate. San Germano Vercellese non coltiva rapporti intensi con i comuni limitrofi per questo motivo gli abitanti si rivolgono per il commercio, il completamento degli studi, il servizio sanitario di base e l’espletamento di pratiche burocratiche con altre realtà. Il Comune d'altronde ha intrapreso un’opera di valorizzazione atta a richiamare visitatori dai centri vicini, con manifestazioni culturali e folcloristiche che ricalcano le radici del territorio. Ogni 13 dicembre si svolge la fiera di Santa Lucia, occasione di esposizione di merci varie e prodotti locali. La festa del Patrono, San Germano, si celebra il 31 agosto con una fiera.
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il Comune di San Germano Vercellese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 10 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati.[15]
^Si trattava di una coppia di sposi, Alfredo Weiss e la moglie Sonia Schocenstein, con un anziano genitore, Herman Weiss). Ebrei stranieri internati in Piemonte.
^ Da Vercelli furono trasferiti alle carceri di Milano, da dove furono deportati a fine gennaio 1944.CDEC Digital Library.
^"CON FACOLTA' PER DETTE VILLE DI POTER NOMINARE SINDACI E UN CONSIGLIO ORDINARIO IN OGNUNO DI ESSI LUOGHI, CHE SI COSIDERERANNO DA QUESTO MOMENTO DISTINTI E TOTALMENTE DIVISI ". Stato che si protrarrà fino al 10 novembre 1818, data alla quale con Regio editto, la comunità di Viancino verrà aggregata al Mandamento di San Germano
^Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo