Figlio di Domenico Giuseppe e Brigida Francolino, fu studente a Napoli e Latronico, dove frequentò i corsi di giurisprudenza dell'Arcieri. In questo ambito accademico conobbe ed ebbe rapporti con Giacinto Albini, con cui era legato da vincoli di parentela, e, nonostante la dichiarata fede borbonica della sua famiglia, divenne uno dei più attivi esponenti del movimento liberale.
Il 21 giugno 1860 fece parte del Comitato Centrale Lucano di Corleto Perticara e il 19 agosto, in seguito alla insurrezione della Basilicata, fu nominato segretario del Governo Protodittatoriale Lucano.
Divenuto vice-governatore a Lagonegro, represse le manifestazioni legittimiste dell'ottobre del 1860. Nell'aprile del 1861, in seguito alla repressione dei moti legittimisti scoppiati nel Melfese, sostituì Decio Lordi dalla carica di Intendente. Fu studioso economista, per molti anni fu presidente del Consiglio Provinciale della Basilicata. Partecipò alla discussione parlamentare della legge speciale sulla Basilicata.
Successivamente, divenne viceprefetto di Rossano. Dopo essere stato viceprefetto anche a Pavia, nel 1867 divenne questore di Napoli, carica dalla quale fu destituito per l'accusa di aver appoggiato il movimento garibaldino.
Nel 1868 fu eletto deputato parlamentare per il collegio di Corleto Perticara, che rappresentò per 14 legislature.
Massone, nel 1869 fu membro del Grande Oriente d'Italia all'Assemblea costituente di Firenze e nel 1871 a quella di Roma, nel 1872 fu rappresentante presso il Grande Oriente della Loggia "Emanuele De Deo" di Bari, negli anni ottanta fu affiliato alla Loggia "Propaganda Massonica" di Roma, nel 1896 fu tra i consiglieri delegati del Supremo Consiglio del Rito scozzese antico ed accettato presso il Grande Oriente d'Italia[1].
Nel 1876 fu chiamato a ricoprire la carica di segretario del Ministero dell'interno. Nel 1880 fece parte della commissione per lo studio della riforma elettorale.