Il palazzo Torrisi, già Cassani, Zò, Zurla è una dimora storica di Crema.
Storia
La prima documentazione è l'Estimo del 1685 quando ne risulta proprietario il dottor Fulvio Cassani e i fratelli; i Cassani, tuttavia, dimoravano in Borgo San Pietro da molto più tempo come si evince dallo Stato d'anime del 1585 nel quale viene citato Angelo[1]. Si trattava di una famiglia nobilitata nel 1541[1].
L'ultimo Cassani fu il giureconsulto Mario morto a Sergnano nel 1745[2]. Dopo alcuni passaggi di proprietà durati poco tempo il palazzo fu acquistato dal conte Ottaviano Zò con la moglie Angela Moscheni. Il conte morì nel 1785 senza lasciare eredi e quale proprietario subentrò il nobile Pietro Zurla[2].
La famiglia Zurla detenne lo stabile fino agli inizi del XX secolo[2], quindi vi furono altri passaggi (Bazzi, Pasquini) finché negli anni sessanta fu acquistato dalla famiglia Torrisi[3].
Personalità legate al palazzo
Antonio Camillo Cassani, figlio di Maria Teresa e Fulvio Cassani, si fece abate con il nome di Ugone entrando nel monastero cistercense di San Bernardo in Borgo San Pietro; di lui sono note due opere letterarie di argomento religioso: i Sermoni domestici e una parafrasi in ottava rima del Trattato encomiastico di Filoteo Monaco[4].
Ottaviano Zò fu decorato cavaliere dello Speron d'oro da papa papa Benedetto XIII e fu soprintendente e custode delle fortificazioni esterne di Crema; lo stesso papa aveva insignito con il medesimo titolo il padre Alessandro creandolo conte, una nobiltà malvista dalle famiglie nobili da più antica data[5].
Il palazzo si trova stretto tra altri edifici e la sua facciata si sviluppa su tre ordini divisi da marcapiano[8]..
Il portale d'ingresso è decentrato ed è affiancato da tre finestre, una a destra e due a sinistra, incorniciate e provviste di inferriate[8].
Le quattro portefinestre del secondo piano si affacciano su balconcini con elaborati motivi in ferro battuto[8].
Al terzo ordine corre il cornicione con mensole molto ravvicinate interrotte da quattro finestre di forma rettangolare lievemente arcuate nel lato superiore con una chiave di volta geometrica[8].