L'oratorio, oggetto nel XXI secolo di un profondo restauro dopo essere divenuto proprietà comunale sul finire del Novecento, ospita due dipinti seicenteschi raffiguranti, rispettivamente Maria con i santi Nazario e Celso e sant'Antonio da Padova con Gesù Bambino.[8][9]
Nell'ottobre 2011 l'oratorio e la canonica annessa sono stati dichiarati beni di interesse artistico e storico.[6]
Storia
La costruzione dell'oratorio risale alla prima metà del XVI secolo, quando il senatore ducale Bernardino Busti, vedovo e ammalato di peste, poco prima della sua morte, avvenuta il 28 maggio 1529, costituì erede universale il Luogo Pio Elemosiniero della Misericordia di Milano, dettando le proprie volontà al notaio dal balcone della sua stanza da letto.[3][4][10][11] Tra le terre possedute dal Busti e passate al Luogo Pio Elemosiniero vi erano le 2400pertiche di terra situate nel borgo di Novate e tra queste egli scelse il terreno più bello, di circa 60 pertiche, per essere oggetto di un legato, con il quale il Busti pose a carico del Luogo Pio Elemosiniero l'onere di erigere su quella terra una chiesetta dedicata a San Celso con annessa abitazione per un sacerdote, il quale avrebbe dovuto celebrare in quel luogo, in perpetuo, una messa giornaliera in suffragio dell'anima del testatore e dei suoi familiari.[6][10][11]
Con lo stesso legato, Bernardino Busti attribuì al priore e ai deputati del Consorzio della Misericordia di Milano, vale a dire gli amministratori del Luogo Pio Elemosiniero, un diritto di giuspatronato consistente nella potestà di designare nel tempo il sacerdote da inviare alla chiesetta novatese.[6][10]
Non è certa, invece, la ragione per cui il Busti abbia scelto di dedicare l'oratorio proprio a San Celso, benché secondo una ricostruzione elaborata da Lorenzo Caratti di Valfrei, una plausibile spiegazione potrebbe rinvenirsi nel fatto che nel 1498 il Busti ricevette in affitto alcune terre situate a Novate, per effetto di una bolla pontificia di Alessando VI, proprio dal monastero milanese di San Celso.[3][10] Le terre divennero successivamente di proprietà del senatore ducale e tale circostanza potrebbe spiegare la sua particolare devozione verso il santo e da lì la scelta di costituirlo protettore del desiderato oratorio novatese.[3][10]
L'oratorio fu oggetto di alcune visite pastorali nel corso del Cinquecento e del Seicento, proseguite anche nel Settecento: fra le più significative si annoverano quella dell'arcivescovo Carlo Borromeo nel luglio 1573, seguita da quella di Federico Borromeo nell'agosto 1603 e da quella di Giovanni Stefano Giussano nel 1613.[10]
Nel 1853 venne posata dagli amministratori del Luogo Pio Elemosiniero una targa alla perpetua memoria di Bernardino Busti, trasportando inoltre le ossa di questi proprio presso l'oratorio da lui fondato.[10]
L'11 giugno 1992 la proprietà dell'edificio passò al comune di Novate Milanese,[12] che lo acquistò dalle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, alle quali rimase però la proprietà degli arredi sacri e delle opere artistiche.[13][11]
Rimasto in disuso dagli anni ottanta del Novecento, nel corso del XXI secolo, l'oratorio diviene oggetto di interventi di restauro e risanamento architettonico, conclusesi nel settembre 2023 con la riapertura alla cittadinanza e la benedizione dell'arcivescovo di MilanoMario Delpini.[14][8]
Durante l'intervento sono tornati alla luce i fregi originali affrescati e la pavimentazione cinquecentesca della canonica in cotto che era rimasta coperta da un pavimento ligneo, oltre alla scoperta dell'estradosso di una volta di cui si ignorava l'esistenza che ha portato a rinvenire un ulteriore vano interrato,[15] messo in sicurezza con la realizzazione di una parete di sostegno.[16] Tra le scoperte di pregio artistico e architettonico figura inoltre una piccola edicola rimasta celata dietro alcune tavelle, dipinta con uno sfondo naïf a cielo stellato.[16]
Descrizione
Esterno
L'oratorio e l'annessa canonica si trovano collocati nel pieno centro storico novatese, distanti circa 200 metri in direzione nord-ovest rispetto alla chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso, precisamente al civico 1 di via Roma[6] – anticamente via della Misericordia[3][17][18] – all'intersezione con via Garibaldi.[16] Originariamente, tale posizione rappresentava l'estremo dell'abitato novatese e così è rimasto fino ad approssimativamente tutto l'Ottocento.[6]
La struttura presenta una volumetria semplice, dall'aspetto austero: la facciata con l'accesso principale si apre su una piazzetta arretrata rispetto alla sede stradale e presenta, oltre al portoncino con cornice lavorata in pietra, un rosone attorniato da mattoni pieni.[6] La copertura dell'edificio è composta da un tetto in coppi di laterizio disposti a doppia falda inclinata e su di esso svettano un piccolo campanile a vela e una croce in ferro battuto all'altezza della retta di colmo.[6]
Il fianco dell'oratorio che affaccia su via Roma presenta due finestre ad arco ribassato con inferriate, mentre il lato contrapposto è adiacente ad una cascina riconvertita in edificio residenziale a metà Novecento.[6]
Interno
Internamente, l'oratorio si presenta a navata unica con un controsoffitto a nascondere la struttura del tetto e termina in un presbiterio di forma quadrata che rimane separato dal resto dell'ambiente per mezzo di una balaustra in pietra e da un arco a tutto sesto;[6] l'ambiente del presbiterio è inoltre arricchito da una volta a crociera interamente affrescata da angioletti musicanti.[6][19]
Gli interni della canonica del Gesiö
La canonica annessa all'oratorio presenta anch'essa caratteristiche architettoniche piuttosto semplici: si sviluppa su due livelli, articolandosi in una pluralità di locali, anch'essi improntati ad una complessiva semplicità.[6]
Il locale adiacente all'antica corte si distingue per la sua unicità architettonica rispetto al resto della canonica: il soffitto composto da travi e mensole in legno riprende le proporzioni di un'abitazione gentilizia del tempo, mentre su tutte le pareti spiccano le decorazioni murarie originarie, realizzate con la tecnica della grottesca. All'interno del fregio decorativo emerge in special modo una raffigurazione dello stemma della famiglia Busti,[6] riccamente decorato e affiancato da due putti intenti a suonare un salpinx.[11]
È inoltre presente un locale un tempo adibito a cantina con una volta a botte, accessibile attraverso una scaletta esterna e una porzione di terreno pertinenziale con una profondità di circa sei metri che ricalca in buona parte uno spazio che già il catasto teresiano del 1722 inquadrava come area a giardino.[6]
Opere d'arte
L'oratorio ospita due tele seicentesche: la prima realizzata da Paolo Camillo Landriani nel 1603 raffigura la Vergine Maria con il Bambin Gesù e i Santi Nazario e Celso, la seconda tela è invece opera di un ignoto pittore lombardo e raffigura Sant'Antonio da Padova e l'apparizione di Gesù.[10][20]
I due dipinti sono stati restaurati ad opera del locale Lions Club tra il 1985 e il 1988[20] e sono di proprietà della milanese azienda di servizi alla persona "Golgi-Redaelli".[6] Durante i periodi di restauro architettonico dell'oratorio dei primi decenni del duemila, terminati nel 2023,[14] le tele sono state temporaneamente asportate e conservate presso Palazzo Archinto a Milano.[6][13]
Oratorio dei Santi Nazario e Celso, Novate Milanese
La tela trova posto al centro del presbiterio, alle spalle dell'altare, ed è risalente ai primissimi anni del Seicento, attribuita a Paolo Camillo Landriani detto "il Duchino";[21][22] essa raffigura la Beata Vergine Maria nell'atto di reggere in braccio Gesù bambino, affiancata dai santi Nazario e Celso.[24]
La paternità dell'opera è stata ignota fino al 1991, quando dalla lettura di un libro mastro del Luogo Pio della Misericordia si è risaliti con esattezza al nome del pittore, al periodo di realizzazione (tra l'aprile e l'ottobre 1603)[N 1] e ai nomi dell'intagliatore e dell'indoratore, rispettivamente Cristoforo Dus e Ruggero Monza.[22][25]
L'impostazione del dipinto è quella tipica delle sacre conversazioni, con la Vergine che appare seduta sopra ad un trono all'interno di una nicchia, attorniata da tendaggi scuri, aperti a sipario.[24] I due santi poggiano, insieme ad un cherubino musicante, su un pavimento a fantasia geometrica.[24][25] Essi appaiono vestiti in tenuta militare romana e reggono ciascuno una fronda di palma, che nell'iconografia cristiana rappresenta il martirio: tale vestizione è propriamente una caratteristica cinquecentesca e ha visto ampia diffusione nella pittura del Seicento.[24][25]
L'impostazione del dipinto e la disposizione dei carichi visivi si rifà perfettamente ai canoni razionalisti del Rinascimento: le figure sono disposte sulla tela con geometria ed equilibrio, rendendone l'aspetto complessivamente semplice e ordinato.[24][25]
Il cuore visivo dell'opera è rappresentato dalla piramide all'interno della quale è iscritta la figura di Maria e del Bambino, ai cui fianchi si pongono le figure dei santi, i cui corpi appaiono leggermente inarcati.[24]
Tutte le figure umane presentano un dinamismo conferito dalla tecnica del contrapposto, ossia la raffigurazione dei corpi con una parte in torsione, a cui corrisponde il movimento di un'altra parte, in modo tale da conferire una sensazione di vita.[24]
Restauro
Le geometrie della composizione artistica
Le diverse tele del dipinto:
A, B: tele originarie
c, d, e: tele aggiunte
La tela presentava abrasioni e distacco di vernice in più punti e danneggiamenti nella porzione inferiore del dipinto dovuti alla presenza ravvicinata e prolungata di candele che hanno nel tempo provocato colature di cera e l'alterazione dello strato pittorico con la "cottura" della vernice.[26]
Dall'attività di pulitura al dipinto è stata restituita una complessiva brillantezza dei colori e sono riemerse le tonalità originali del verde dei tendaggi e dell'azzurro dell'abito di Maria; è inoltre emerso che il santo alla sinistra della Vergine reggeva in origine una foglia di palma al posto della spada, ma questa è stata in seguito oscurata dal Landriani con l'ombra dell'abito di Maria, probabilmente pentito della scelta per una ragione di simmetria.[26]
Dal restauro è inoltre emerso che il formato del dipinto non era quello originale seicentesco: nel tempo, infatti, alle due tele originali (corrispondenti all'area rettangolare con le figure) erano state aggiunte ulteriori tele per aumentarne le dimensioni, compresa una porzione semicircolare nella parte alta del dipinto, dove era raffigurata una grossa conchiglia.[26] Questa conclusione è ulteriormente avvalorata dal fatto che le parti non originali appaiono differenti per colore e per fattura, oltre che dalla presenza di alcuni fori prodotti dai chiodi che ancoravano l'opera sull'originale telaio rettangolare di dimensioni più ridotte.[26]
Con il restauro sono infine state colmate di stucco le lacune presenti, livellata la superficie dell'opera e reintegrato lo strato pittorico per mezzo della tecnica del rigatino.[26]
Apparizione di Gesù Bambino a Sant'Antonio da Padova
Apparizione di Gesù Bambino a Sant'Antonio da Padova
Oratorio dei Santi Nazario e Celso, Novate Milanese
Il dipinto, esposto in una nicchia posta sul fianco sinistro dell'oratorio,[10] raffigura sant'Antonio da Padova che regge tra le mani Gesù Bambino, il quale poggia i piedi sui testi sacri, a loro volta posati su un tavolo, coperto da un drappo color marrone.[24][19]
Alle spalle del santo appaiono alcune colonne che, insieme al tavolo e ad un tendaggio in alto a destra, completano l'arredamento della stanza:[19] tali elementi sono rappresentati frammentariamente, com'era d'uso nelle pittura seicentesca.[24]
Alla base del dipinto appaiono poi tre cherubini reggenti oggetti dai significati simbolici: quello più a sinistra regge una frusta (che potrebbe alludere al sacramento della penitenza oppure alla mortificazione del corpo), mentre i due più a destra reggono un cesto (segno di povertà), delle rose (segno di virtù) e dei gigli (segno di castità e purezza).[24][19]
La realizzazione del dipinto va collocata tra il 1632 e il 1697, probabilmente attorno al 1660: infatti, durante la visita del prevosto di Bollate del 2 dicembre 1632 non si fece alcun cenno dell'esistenza del quadro, mentre esso viene menzionato con certezza nel verbale di consegna dell'oratorio al nuovo cappellano, datato 5 marzo 1697.[10][19][27]
Nell'angolo inferiore destro del dipinto appare poi una piccola raffigurazione di uno stemma araldico di forma ovale ‒ il che porta a ritenere che si trattasse dello stemma di una donna ‒ che riporta un'aquila nera dal volo spiegato in campo d'oro, il tutto attorniato da una cordelliera bianca.[10]
Lo stemma è poi accompagnato dalle lettere S. P., probabilmente abbreviazione di "Sua Pecunia", vale a dire "a sue spese" e andrebbe quindi ad indicare che l'opera sarebbe stata donata all'oratorio da un benefattore,[10][19] verosimilmente come ex voto per una grazia ricevuta.[24] Peraltro, lo stemma raffigurato potrebbe essere riconducibile alla famiglia dei Candiani, di Busto Arsizio, alla quale apparteneva la moglie di Bernardino Busti.[10]
Secondo una diversa interpretazione, la seconda lettera non sarebbe una P quanto piuttosto una M, a comporre la sigla S. M. a potenzialmente corrispondente alle iniziali del committente; inoltre, l'attribuzione dello stemma raffigurato alla famiglia dei Candiani non è unanime poiché nello stemma di questi l'aquila avrebbe dovuto apparire in campo argento e non in campo d'oro, potendo in tal caso riferirsi alle famiglie milanesi dei Pusterla e degli Orombelli.[27]
Un'ulteriore lettura porta a ricercare il committente del dipinto tra i membri della Confraternita dei Disciplini, officiante a quel tempo nella chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, in virtù della presenza del frustino tra gli oggetti simbolici retti dai cherubini.[27]
Il pittore risulta sconosciuto, e si è sempre ritenuto improbabile che potesse essere la stessa mano che ha dipinto il quadro con la Vergine e i santi Nazario e Celso, in quanto le due opere appaiono profondamente differenti per fattura, esecuzione ed esperienza del pittore: la prima è opera di un artista certamente familiare con la pittura cinquecentesca, ma al contempo aperto alle novità seicentesche; la seconda è invece opera di un pittore più inesperto e indeciso, come testimonia la mano sinistra del santo, non perfettamente riuscita.[24] La tesi è stata confermata con l'attribuzione della prima tela a Paolo Camillo Landriani[22][25] il quale, essendo deceduto nel 1618[21] non può materialmente essere autore anche del secondo dipinto, che ha iniziato ad esistere dopo il 1632.[10]
Restauro
Le geometrie della composizione artistica
Le tre tele del dipinto
Prima del restauro, il dipinto presentava numerosi distacchi di colore e oltre un centinaio di forellini causati negli anni dagli insetti; inoltre, la tela aveva perso il dovuto tensionamento rispetto al telaio, il che aveva comportato la formazione di alcune pieghe.[26]
I restauratori hanno a quel punto provveduto ad un trattamento con speciali colle organiche e carta di riso, al fine di preservare il dipinto durante la sistemazione del retro dell'opera, che è risultata composta da tre differenti tele unite tra loro con cuciture sommarie che il restauro ha permesso di perfezionare.[26]
Per lo stadio di usura delle cuciture, peraltro, è stato stimato dai restauratori che di lì a breve le tre tele avrebbero ceduto, compromettendo irrimediabilmente l'intero quadro.[26]
Dopo aver provveduto alla sistemazione del dipinto su un nuovo supporto e distaccata la protezione temporanea dalla superficie, si è provveduto alla sua pulitura, allo stuccamento dei forellini e alla reintegrazione pittorica con tonalità pittoriche quanto più simili alle originali, stese con la tecnica del rigatino, affinché siano sempre distinguibili le porzioni di dipinto oggetto di ritocco.[26]
Nell'operazione di ritocco pittorico, i restauratori hanno utilizzato una particolare tecnica che prevede l'alternanza di colori a tempera sottotono, dalla resa più opaca, e di colori a vernice, dalla resa più vivace, in modo da ottenere una resa cromatica complessiva omogenea e tendente all'originale. Il dipinto è stato infine protetto con l'applicazione di vernice mastice e reinserito nella cornice.[26]
Note
Esplicative
^Prima che tale data fosse ricava con certezza, il periodo di realizzazione del dipinto era stato comunque ristretto tra l'agosto 1603 e il dicembre 1613, in quanto durante la visita del cardinale Federico Borromeo datata 11 agosto 1603, questi esprimeva la necessità di collocare sull'altare una "icona decente", mentre nella visita successiva del 1613 veniva descritta la presenza di un quadro raffigurante Maria e i santi Nazario e Celso, contenuto in una cornice dorata[10]
^Gesiö, su Comune di Novate Milanese. URL consultato il 15 dicembre 2024.
^abcdefghijklmnop Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Decreto 11 ottobre 2011 (PDF), su sigecweb.beniculturali.it, 11 ottobre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2024.
Lorenzo Caratti, Storia di Novate Milanese: 877-1877, a cura di Amministrazione comunale di Novate Milanese, Novate Milanese, 1982, ISBN non esistente, SBNLO10419768.
Comune di Novate Milanese, Passeggiando per Novate (PDF). URL consultato il 14 agosto 2023 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2024).
Alessandra Di Gennaro, Una pala del Duchino a Senna Lodigiana. Appunti a margine del riordino, in Giovanni Luca Dilda, L'arte e le carte, Milano, Scalpendi Editore, 2016, ISBN9788899473259.
Lions Club Bollate, Il «Gesiö» e il restauro delle sue tele, a cura di Amministrazione comunale di Novate Milanese, Silvia Imperiale, Laura Ventura, Franco Imperiale, Lorenzo Caratti, Claudio Benintende, Giovanni Iannantuoni, Benvenuto Gibertini e Alfredo Rossi, Novate Milanese, 1988, ISBN non esistente.
Luigi Perego, Uomini e istituzioni a Novate Milanese, Garbagnate Milanese, Anthelios, 2005, ISBN88-8394-027-X.
هذا التصنيف مخصص لجمع مقالات البذور المتعلقة بصفحة موضوع عن جريدة آسيوية. بإمكانك المساعدة في توسيع هذه المقالات وتطويرها. لإضافة مقالة إلى هذا التصنيف، استخدم {{بذرة جريدة آسيوية}} بدلاً من {{بذرة}}. هذا التصنيف لا يظهر في صفحات أعضائه؛ حيث إنه مخصص لصيانة صفحات ويكيبيديا فقط.
Daerah White Goat Wilderness, Alberta, Kanada Pegunungan Rocky, biasanya disebut Rockies, merupakan rangkaian pegunungan yang memanjang di sebelah barat Amerika Utara. Panjangnya lebih dari 3 ribu mil (4.800 kilometer) membentang dari British Columbia, di Kanada, sampai New Mexico, di Amerika Serikat. Puncak tertingginya adalah Gunung Elbert, di Colorado, kurang lebih 4.401 meter) di atas permukaan laut (dpl). Gunung Robson, berada pada ketingian 3.954 meter adalah puncak tertinggi di Canadia...
Nerve tracts in the brainstem This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Medial longitudinal fasciculus – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (April 2008) (Learn how and when to remove this template message) Medial longitudinal fasciculusTransverse section of mid-brain at level of inferior colli...
يفتقر محتوى هذه المقالة إلى الاستشهاد بمصادر. فضلاً، ساهم في تطوير هذه المقالة من خلال إضافة مصادر موثوق بها. أي معلومات غير موثقة يمكن التشكيك بها وإزالتها. (نوفمبر 2019) الدوري الإيطالي الدرجة الثانية 1974–75 تفاصيل الموسم الدوري الإيطالي الدرجة الثانية النسخة 43 الب
هذه المقالة يتيمة إذ تصل إليها مقالات أخرى قليلة جدًا. فضلًا، ساعد بإضافة وصلة إليها في مقالات متعلقة بها. (سبتمبر 2018) اليكس وينتر معلومات شخصية الميلاد 15 سبتمبر 1993 (30 سنة) كرويدون [لغات أخرى] الطول 1.85 م (6 قدم 1 بوصة) مركز اللعب مدافع الجنسية المملكة المت
Die Liste der Ortschaften im Bezirk Eferding enthält die Gemeinden und ihre zugehörigen Ortschaften im oberösterreichischen Bezirk Eferding. Alkoven Aham Annaberg Bergham Emling Forst Großhart Gstocket Hartheim Kleinhart Kranzing Oberhartheim Polsing Puchham Staudach Straß Straßham Ufer Weidach Winkeln Aschach an der Donau Ruprechting Sommerberg Eferding Fraham Aumühle Güttlfeld Hörstorf Inn Kappelding Lahöfen Oberhillinglah Raffelding Ranzing Simbach Steinberg Steinholz Trattwörth...
Lupinus polyphyllus Klasifikasi ilmiah Kerajaan: Plantae (tanpa takson): Angiosperms (tanpa takson): Eudicots (tanpa takson): Rosids Ordo: Fabales Famili: Fabaceae Subfamili: Faboideae Tribus: Genisteae Subtribus: Lupininae Genus: Lupinus Subgenus: Platycarpos Spesies: L. polyphyllus Nama binomial Lupinus polyphyllusLindl. Lupinus polyphyllus atau Lupin berdaun lebar (disebut juga Garden Lupin)[1] adalah spesies dari Lupin yang tumbuh di Amerika Utara, Alaska, dan Kolombia. Refer...
The History of labour law in the United Kingdom concerns the development of UK labour law, from its roots in Roman and medieval times in the British Isles up to the present. Before the Industrial Revolution and the introduction of mechanised manufacture, regulation of workplace relations was based on status, rather than contract or mediation through a system of trade unions. Serfdom was the prevailing status of the mass of people, except where artisans in towns could gain a measure of self-re...
This article relies excessively on references to primary sources. Please improve this article by adding secondary or tertiary sources. Find sources: Hindustan Newsprint – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (September 2019) (Learn how and when to remove this template message) Hindustan Newsprint Ltd. (HNL) was a government company in the Indian Central Public Sector. HNL was incorporated under the Companies Act, 1956, on 7 June 1983, in Kottaya...
Natural phenomenon when daylight lasts for a whole day For other uses, see Midnight sun (disambiguation). This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Midnight sun – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (August 2013) (Learn how and when to remove this template message) Midnight sun at the North Cap...
هذه المقالة يتيمة إذ تصل إليها مقالات أخرى قليلة جدًا. فضلًا، ساعد بإضافة وصلة إليها في مقالات متعلقة بها. (يوليو 2019) تيرينس غافني معلومات شخصية الميلاد 9 يوليو 1948 (75 سنة) بنسيلفانيا مواطنة الولايات المتحدة الحياة العملية المدرسة الأم كلية بوسطنجامعة برانديز مش...
64th ArmyActive10 Jul 1942 – 16 Apr 1943Country Soviet UnionBranchRed ArmyTypeCombined armsSizeArmyEngagementsWorld War II Battle of Stalingrad CommandersNotablecommandersVasily ChuikovMikhail ShumilovMilitary unit The 64th Army (Russian: 64-я армия) was a field army established by the Soviet Union's Red Army during the Second World War. History Generalfeldmarschall Friedrich Paulus and his adjutant (Oberst Wilhelm Adam) are escorted as prisoners to the headquarters of the 64th A...
Este artigo ou seção parece estar escrito em formato publicitário ou apologético. Por favor ajude a reescrever este artigo para que possa atingir um ponto de vista neutro. Esta página cita fontes, mas que não cobrem todo o conteúdo. Ajude a inserir referências. Conteúdo não verificável pode ser removido.—Encontre fontes: ABW • CAPES • Google (N • L • A) (Outubro de 2019) Universidade Federal de Ciências da Saúde de...
Late Bronze Age confederation in Asia Minor Haysa redirects here. For the village in Lebanon with the same transliteration, see Hisah. Part of a series on the History of Armenia Coat of Arms of Armenia Prehistory Shulaveri–Shomu culture Kura–Araxes culture Legend of Hayk Trialeti-Vanadzor culture Armani Lchashen-Metsamor culture Hayasa-Azzi Arme-Shupria Mushki Urumu Nairi Confederation Urartu (Kingdom of Van) Etiuni Antiquity Satrapy of Armenia Armenia Minor Kingdom of Armenia Armenian Em...
This is a list of people from Harlem in New York City. The early period (pre-1920) John James Audubon – naturalist[1] Richard Croker – Tammany Hall politician,[2] lived at 26 Mount Morris Park West[3] James Reese Europe – musician, credited with inventing jazz; 67 West 133rd Street[1][4] Thomas Gilroy – New York mayor[3] Alexander Hamilton – politician; lived in Harlem at the end of his life Hubert Harrison – The Father of Harlem Rad...
У этого термина существуют и другие значения, см. Обнинск (значения). ГородОбнинск Флаг Герб 55°06′ с. ш. 36°37′ в. д.HGЯO Страна Россия Субъект Федерации Калужская область Городской округ город Обнинск Глава Татьяна Леонова История и география Основан в 1946 году Г...