Monte delle Vitelle, Monte La Rocca, Serra Traversa e Monte Tranquillo (Monte La Rocca 1924 m)
Monti di Castel di Sangro (Monte Arazzecca 1830 m)
Geologia
Sono spesso caratterizzati da un aspetto alpestre e roccioso, raro nell'Appennino, e questo sia per l'esteso modellamento glaciale risalente al Pleistocene, sia per la loro natura geologica prevalentemente calcareo-dolomitica. La costituzione geologica è quella “di piattaforma”, tipica della porzione di Appennino Centrale posta a levante della linea tettonica “Anzio-Ancona”: si tratta di sedimentazioni avvenute nel Mesozoico in un ambiente di mare tropicale poco profondo, di piattaforma “sottile” o di “scogliera”. Ne sono derivati affioramenti caratterizzati dalla cosiddetta successione “Laziale-Abruzzese”, con maggior sviluppo delle dolomie basali seguite da sedimentazioni pressoché esclusivamente calcaree. In tutto il comprensorio sono presenti estese tracce del glacialismo pleistocenico (circhi glaciali, morene ed anche un lago morenico, il lago Pantaniello) e fenomenologie carsiche (doline, grotte, campi solcati).
La flora è soprattutto di carattere mediterraneo-montano, benché di essa facciano parte molte specie di origine settentrionale (“relitti glaciali”) ed orientale (“balcanico-illiriche”). In generale, il bosco è costituito essenzialmente da latifoglie decidue (roverella e cerro) fino ai 1000-1100 metri di quota; al di sopra di tale limite domina il faggio, che ovunque si spinge fino al limite superiore del bosco (1700-1800 metri). Sono presenti anche conifere: il pino nero vegeta soprattutto in una fascia di vegetazione interposta tra la faggeta e il querceto, di solito si tratta di rimboschimenti ma esiste anche un nucleo autoctono di una sottospecie ben caratterizzata (il pino nero di Villetta Barrea) presso l'abitato di Villetta Barrea, in Camosciara e in val Fondillo.
Il pino mugo vegeta sui Monti della Meta e nella Camosciara ad una quota immediatamente superiore al limite della faggeta. Sono presenti anche altre conifere quali l'abete rosso, l'abete bianco e il larice, essenzialmente frutto di rimboschimenti, anche se in passato crescevano spontaneamente su queste montagne. Un nucleo relitto di betulla cresce in una località presso il lago Vivo, nel comune di Barrea. Al di sopra del limite del bosco sono presenti praterie di altitudine con ginepro nano, pino mugo e numerose specie di piante erbacee, tra cui ricordiamo la stella alpina dell'Appennino, la viola della Maiella, l'anemone alpino. L'iris marsica (o giaggiolo della Marsica) e la scarpetta di venere crescono nelle faggete.
Fauna
La preziosa fauna, preservata nei secoli dall'aspra orografia dei Monti Marsicani, è stata all'origine della creazione del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. L'orso bruno marsicano, che conta all'incirca 50 individui all'interno dell'area del parco, il lupo appenninico ed il camoscio d'Abruzzo sono le specie più importanti, ma sono presenti anche cervi, caprioli, volpi, cinghiali e numerose specie di uccelli, tra cui spicca l'aquila reale. Sono stati segnalati degli avvistamenti di lince, ma non è chiaro se la specie sia stata oggetto di reintroduzioni recenti o se sia un relitto delle popolazioni che nei secoli passati vivevano su queste montagne.
Landi Vittorj C. (1955). Guida dei Monti d'Italia: Appennino Centrale. Volume I. Club Alpino Italiano, Milano. II edizione 1989 a cura di Rodolfo Landj Vittori.
Damiani A.V. (1989). Geologia dell'Appennino Centrale. In Carlo Landi Vittorj (1989) “Guida dei Monti d'Italia: Appennino Centrale. Volume I. II Edizione a cura di Rodolfo Landi Vittorj ” Club Alpino Italiano, Milano.
Pignatti S. (1982). Flora d'Italia. Edagricole, Bologna.
Ferioli E. (1989). Atlante degli alberi d'Italia. Giorgio Mondadori Editore, Milano.