Nel 2003 è stato inserito all'11 posizione nella lista dei 100 più grandi cattivi della storia cinematografica, dall'American Film Institute,[1] mentre nel 2020 la rivista Empire lo ha inserito all'11 posto nella classifica dei 100 migliori personaggi cinematografici di tutti i tempi.[2]
Quasi in ogni versione, il fine ultimo di Michael è riuscire a legittimare la famiglia di cui, negli anni, è diventato il boss, la famiglia Corleone, ma l'amore per il potere che ottiene, unito alla sua spietatezza, lo portano a fallire in questo proposito, perdendo nel frattempo tutti coloro a cui vuole bene.
Biografia del personaggio
Michael Corleone nasce a New York nel 1920, figlio terzogenito di Vito e Carmela Corleone. È l'unico dei figli di Don Corleone a non far parte del crimine organizzato, e contro il parere del padre e dei fratelli abbandona l'Università e si arruola nei Marines quando gli Stati Uniti entrano in guerra contro il Giappone. Si guadagna l'ammirazione di tutti per il suo coraggio, viene decorato con la Navy Cross per l'eroico servizio prestato, mentre il padre, contento che il figlio non si occupi di affari illegali, immagina per Michael un futuro da senatore, da governatore o da Presidente degli Stati Uniti.
Il padrino
Ormai in congedo con il rango di Capitano, il giovane Michael, nel 1945, è fidanzato con Kay Adams; questo è motivo di grande delusione per la famiglia in quanto non italiana. Poche settimane dopo il matrimonio della sorella, difende il padre, caduto vittima di un attentato quasi fatale, il giovane Michael (con la benedizione del fratello Sonny) si vendica uccidendo a colpi di pistola il capitano di polizia Mark McCluskey e Virgil Sollozzo, entrambi coinvolti nel traffico di droga per conto del clan mafioso dei Tattaglia.
Per nascondersi dai Tattaglia, Michael si rifugia in Sicilia, sotto la protezione di Don Tommasino, capomafia e amico di vecchia data di don Vito. Qui Michael conosce la giovane Apollonia Vitelli, che sposa nonostante le misure di sicurezza a cui è costretto. Dopo il matrimonio, sua moglie rimane uccisa in un attentato destinato a lui, preparato da uno dei suoi guardaspalle, Fabrizio, corrotto dal boss Emilio Barzini (chiamato Barrese nella prima edizione italiana del primo film). Il trauma della morte della moglie ha un profondissimo effetto sul giovane, che da questo momento sviluppa un istinto vendicativo che in futuro detterà gran parte delle sue decisioni.
Negli anni cinquanta, dopo la morte di Sonny, rimasto ucciso in un agguato, Michael assume il comando della famiglia, con la benedizione del padre, e alla sua morte, nel 1955, elimina la maggior parte dei boss rivali, rendendolo di fatto il capo mafioso più influente degli Stati Uniti, e trasferisce la famiglia e le sue attività a Las Vegas, in Nevada. Sposa Kay Adams, da cui ha due figli, Anthony Vito e Mary.
Il padrino - Parte II
Nel 1958 Michael si tuffa in un affare finanziario assai rischioso in cui è coinvolto il capitalista corrotto Hyman Roth, che, servendosi di Johnny Ola, tenta di assassinarlo. In seguito, entra in contrasto con il nuovo capo di New York Frankie Pentangeli (che ha preso in mano la famiglia al posto del deceduto Peter Clemenza), che vorrebbe uccidere i fratelli Rosato contro il suo parere, e scopre che il fratello Fredo ingenuamente lo tradisce fornendo informazioni sul fratello e la famiglia a Johnny Ola.
Scampato a un'inchiesta per mafia dopo aver prima intimorito e poi indotto al suicidio Pentangeli, Michael fa uccidere Roth e perfino il fratello Fredo (di questo gesto gli resterà sempre il rimorso). Subito dopo divorzia dalla moglie Kay.
Il padrino - Parte III
Nel 1979 Michael è ormai quasi sessantenne, afflitto dal diabete e dai rimorsi di coscienza; per via di queste ragioni, decide di ripulire l'immagine della sua famiglia, dedicandosi a affari legali a Wall Street e, soprattutto, negli affari immobiliari della Santa Sede vaticana, sperando che questo possa riavvicinarlo ai figli e all'ex-moglie Kay: quest'ultima si è occupata della loro educazione negli ultimi dieci anni e ha assecondato Anthony dal lasciare gli studi di giurisprudenza e intraprendere la carriera di tenore.
A dispetto delle buone intenzioni di Michael, la sua intromissione negli affari poco puliti del Vaticano, così come la volontà di suo nipote Vincent Mancini (figlio illegittimo di Santino e della sua amante Lucy Mancini, sostenuto da Connie e Al Neri) di ereditare l'impero mafioso di famiglia facendolo rimanere ancorato alla malavita, pongono l'anziano boss in un sanguinario contrasto col politico Licio Lucchesi. Tale conflitto si inasprisce irrimediabilmente in occasione di una visita dei Corleone in Sicilia, in contemporanea con la morte di Papa Paolo VI: nonostante il suo amico ed ex-protettore Don Tommasino lo metta in contatto con l'onesto cardinale Lamberto per smascherare gli affari illeciti dell'arcivescovo Gilday, del banchiere Keinszig e del boss Don Altobello, tutti collusi con Lucchesi, tutto precipita poiché Tommasino e Lamberto (nel frattempo eletto al soglio pontificio col nome di Papa Giovanni Paolo I) vengono uccisi e, contemporaneamente, Vincent raccoglie il testimone di boss della famiglia dallo zio.
Vincent fa quindi eliminare Lucchesi, Keinszig e Gilday, mentre la famiglia è a un concerto di opera al Teatro Massimo di Palermo dove canta Anthony; Altobello viene avvelenato da Connie. All'uscita dal teatro, un sicario di Altobello spara a Michael e un proiettile colpisce sua figlia Mary, che muore sotto gli occhi disperati del padre e dei familiari.
Oramai completamente distrutto dal dolore, Michael muore in solitudine nella villa a Bagheria in cui aveva vissuto con la prima moglie Apollonia.
Il siciliano
Michael è un personaggio secondario nel romanzo di Mario Puzo Il siciliano, che si svolge durante la sua permanenza in Sicilia. Viene a conoscenza da Clemenza delle leggendarie gesta di Turi Guiliano (Salvatore Giuliano) ed è ansioso di incontrarlo, ma Guiliano viene assassinato prima che l'incontro possa aver luogo.[3]
Altre apparizioni
Michael appare nei romanzi sequel scritti da Mark Winegardner, Il ritorno del padrino e La vendetta del padrino. Il primo, ambientato durante il periodo in cui si svolge il secondo film, Michael combatte con un nuovo rivale, il capo dei Corleone scontento Nick Geraci, mentre tenta di espandere il suo impero criminale.[4]
Il secondo romanzo è ambientato alcuni anni dopo il secondo film, e Michael si muove per proteggere il suo impero criminale da Geraci e dalle macchinazioni di una potente dinastia politica, mentre affronta la fine del suo matrimonio e il suo senso di colpa per aver fatto assassinare Fredo. Qui ha inoltre una relazione con l'attrice Marguerite "Rita" Duvall, ma la interrompe quando si rende conto di essere ancora innamorato di Kay.[5]
Omicidi commessi
Come per il padre, a Michael bisogna anche attribuire vari omicidi commissionati durante il suo lungo periodo di boss;
Virgil Sollozzo, ucciso in un ristorante del Bronx per vendicare l'attentato a Don Vito;
Mark McCluskey, guardia del corpo di Sollozzo ucciso insieme a lui;
Emilio Barzini, fatto uccidere da Al Neri davanti ad un tribunale;
Philip Tattaglia, fatto uccidere a letto assieme ad una prostituta da Rocco Lampone ed un altro uomo;
Victor Stracci, fatto uccidere da Peter Clemenza in un ascensore;
Carmine Cuneo, fatto uccidere da Willie Cicci dopo essere stato chiuso in una porta girevole;
Carlo Rizzi, fatto uccidere da Peter Clemenza, garrottato in macchina per vendicare la morte di Santino;
Moe Greene, fatto uccidere da un uomo, sparato in un occhio in un salone di bellezza;
Salvatore Tessio, fatto uccidere da Nick Geraci, dopo essere stato scortato da Willie Cicci e altri uomini;
Hyman Roth, fatto uccidere da Rocco Lampone, sparato allo stomaco all'aeroporto di Miami;
Frank Pentangeli, indotto al suicidio sotto promessa di lasciarne stare la famiglia dopo che questi aveva quasi testimoniato contro i Corleone;
Fredo Corleone, fatto uccidere da Al Neri, sparato dietro alla nuca in barca mentre pescava sul lago Tahoe;
Tale lista non comprende le vittime collaterali, uccise poiché assieme ai bersagli dei vari omicidi al momento del loro compimento.
Dopo il suo ritiro come boss, ha comunque tacitamente approvato la decisione del successore, Vincent, di fare uccidere Osvaldo "Ozzie" Altobello, Frederick Keinszig, l'arcivescovo Gilday e Licio Lucchesi.
Creazione e sviluppo
Casting
Analogamente a quanto accaduto con Marlon Brando, interprete di Don Vito Corleone, i responsabili della casa produttrice non volevano Al Pacino per il ruolo di Michael Corleone, preferendogli attori affermati come Robert Redford, Jack Nicholson, Warren Beatty e James Caan. Quest'ultimo, inizialmente, fu ingaggiato dai produttori per interpretare Michael, ma Coppola insistette con ostinazione per affidare la parte a Pacino. I produttori opposero molte resistenze ad accettare la sostituzione di Caan con un collega quasi sconosciuto e a loro avviso troppo basso, ma alla fine furono costretti ad arrendersi perché Coppola minacciò di ritirarsi dal progetto. Caan, fu in seguito ingaggiato per interpretare il ruolo del fratello di Michael, Sonny.[6][7]