Il lemma messianismo o messianesimo indica una visione del mondo incentrata sull'attesa di un Messia.[1]
Il concetto si sviluppò a partire dallo Zoroastrismo e si consacrò definitivamente con le religioni abramitiche, sebbene anche altre famiglie di religioni abbiano dei messianismi più o meno sviluppati.
In un ambito ancor più generale, il messianismo è il quadro delle varie esperienze religiose e socio-religiose (miti messianici, culti di attesa messianica, attivismo profetico, nozione dell'evoluzione del tempo sacro, ecc.), che riflettono un'ideologia del progressivo esaurirsi della storia verso un termine di rinnovamento totale (o verso vari termini di rinnovamento successivi) e verso l'avvento di un mondo nuovo.
Il Messianismo è quindi spesso, ma non sempre, connesso con l'escatologia e le concezioni relative alla consumazione del mondo. Il Messianismo si caratterizza, inoltre, per una tensione profetica. Esso, cioè, si instaura in una crisi di attesa rinnovatrice, più intensamente avvertita quando più sono acuti i motivi conflittuali, fra le condizioni reali e le condizioni ideali.[3]
La parte ebraica (o ebraico-cristiana) che riconobbe il Messia nel Gesù storico è la stessa che lo accettò anche come Dio. Tali ebrei battezzati in acqua e Spirito Santo Dio, nel Nome della Trinità, si professarono comunque fedeli alle prescrizioni religiose, alimentari, famigliari e sociali del giudaismo tradizionale e alla verità dell'Antico Testamento, senza smarrire la propria identità nazionale, storica e culturale che era quella ebraico-greca e riconfermata nella sua origine ebraico-greco-cristiana.
Nel corso dei secoli la prospettiva messianica si sviluppa con accenti nazionalistici a marcare la differenza con un'attualità empia e infelice.[9]
Ad esempio nel Libro di Isaia è possibile leggere accenni (Isaia 2,4 e 69,7[10]) al Messia (che significa letteralmente «Unto del Signore»): il Messia, essendo Redavidico, è in grado di offrire una vera prospettiva di gloria e giustizia a Israele e alle nazioni; bisogna rilevare, infatti, che la concezione del Regno del Messia rimane intatta nella tradizionegiudaico-cristianaortodossa.
Tra Ottocento e Novecento infine si sviluppa infine il cosiddetto messianismo liberale, che vedeva nel sionismo e nella ricostituzione di uno Stato ebraico l'inizio di un'epoca di progresso materiale e spirituale per l'intera umanità sotto la guida del popolo giudeo.[11]
Secondo la religione Islamica, Gesù Cristo è il Messia profetizzato nell'Antico Testamento, inteso come il Messia del popolo di Israele, non come Dio[12]. Cristo è ritenuto davanti agli uomini ed Allah come il primo dei profeti biblici, ma come secondo per importanza a Maometto, indicato anche come il Profeta per antonomasia.
Secondo l'escatologia il Mahdi apparirà alla fine dei tempi e dovrà contrastare il Dajjāl (l'equivalente dell'Anticristo, destinato a governare il mondo per 40 giorni), il quale sarà infine sconfitto dalla seconda venuta di Gesù (destinato a governare il mondo per 40 anni, prima del giorno del giudizio definitivo).
Messianismo russo
Il messianismo russo è una tendenza della cultura russa tra il XIX e il XX secolo, che si richiama all'idea di una grande missione di fratellanza universale e salvezza spirituale da svolgere nel mondo da parte del popolo russo. Si ritrovano tracce di questa riflessione in Solov'ëv, Berdjaev, Dostoevskij, Tolstoj.
Dostoevskij, in particolare, sente la possibile vocazione rinnovatrice del popolo russo all'interno della fede ortodossa, in contrapposizione a cattolicesimo e protestantesimo, in una chiave di "comprensione" universale:
«Sì, la vocazione dell'uomo russo è indubitabilmente europeistica, anzi ecumenica. Diventare un vero russo, significa forse soltanto essere fratello di ogni essere umano, diventare un uomo universale. Tutto il nostro movimento slavofilo e occidentalizzante non è che una grande incomprensione della nostra missione, anche se storicamente necessaria […] il nostro destino è l'ecumenicità, ma non conquistata con la spada, ma con la forza della fratellanza e con il fraterno desiderio dell'unione spirituale di tutti gli uomini»