Il Drago dell'Apocalisse viene descritto come un grande drago rosso, con sette teste e dieci corna, e un diadema sopra ogni testa.
Le corna generalmente sono considerate distribuite in tre possibili modi:
quattro su una testa, sulle altre una;
su tre teste due corna, sulle altre una;
dieci su ogni testa, con forme diverse;
Viene presentato subito dopo la descrizione della donna vestita di sole. Questo mostro non è da confondere con la Bestia del mare, con cui ha in comune alcune caratteristiche fisiche, perché si tratta di creature differenti.
Simbolismo
Se la donna vestita di sole viene presentata con simbologia celeste (sole, luna e stelle) il Drago è descritto con simbologia terrestre. Infatti viene identificato con il serpente[2].
Interpretazione
Generalmente il Drago viene identificato con Satana, anche seguendo un'indicazione dell'Apocalisse stessa[2].[3]
Iconografia medievale
Nell'iconografia medievale legata al pensiero di Gioacchino da Fiore, ciascuna testa del drago apocalittico può trovarsi associata a una figura storica.
Nel Liber de oneribus prophetarum, altro scritto apocrifo di Gioacchino da Fiore (Biblioteca Vaticana, mss. Vaticano Latino 3822, fol. 5r), si ripete la medesima sequenza offerta dalle Praemissiones: Herodes, Nero, Constantius arrianus, Cosroe, Henricus primus, Saladinus, Fredericus secundus[4][5].
Note
^Ap 12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^ Dante cita il drago dell'Apocalisse nel canto XIX (Inferno - Canto diciannovesimo, vv.106-111), relativo ai pontefici colpevoli di simonia: " Di voi pastor s'accorse il Vangelista, / quando colei che siede sopra l'acque / puttaneggiar coi regi a lui fu vista; / quella che con le sette teste nacque, / e da le diece corna ebbe argomento, / fin che virtute al suo marito piacque".