Mauro Gambetti è nato il 27 ottobre 1965 a Castel San Pietro Terme, provincia ed arcidiocesi di Bologna, in Emilia-Romagna. Ha vissuto l'infanzia e la giovinezza ad Imola con i genitori Ermenegildo Gambetti e Maria Teresa Ceroni. Nella sua famiglia erano già presenti due sacerdoti, entrambi fratelli del nonno paterno Antonio: padre Ermenegildo (1871-1927), missionario in Sudamerica, e don Carlo (1883-1945), dapprima parroco e poi canonico della cattedrale imolese.
Dal padre, fondatore di un'impresa metalmeccanica, ha ereditato il gusto per la meccanica. Ha studiato al liceo scientifico d'Imola, dove è stato compagno di classe (sezione B) di Stefano Domenicali, futuro capo reparto corse della Scuderia Ferrari[2].
Dopo la maturità ha studiato ingegneria meccanica con indirizzo impiantistico presso l'Università di Bologna e dopo la laurea ha svolto il servizio militare obbligatorio in fanteria vicino a Bergamo[2].
È entrato nel postulato dell'Ordine dei frati minori conventuali nel settembre 1992. Ha vissuto l'anno di noviziato ad Osimo e qui ha professato la vita e la regola francescana con i voti temporanei il 29 agosto 1995. Ha professato i voti perpetui il 20 settembre 1998 in cattedrale ad Imola. Dopo il baccalaureato in teologia presso l'Istituto Teologico di Assisi, ha studiato antropologia teologica e conseguito la licenza presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale di Firenze.
Nel settembre 2017 è stato eletto presidente della Federazione inter-mediterranea dei ministri provinciali del suo Ordine.
Ministero episcopale e cardinalato
Stemma arcivescovile
Il 25 ottobre 2020, durante l'Angelus, papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale nel concistoro del 28 novembre seguente[6]. A seguito di tale annuncio ha rassegnato le dimissioni dall'ufficio di custode generale[7], accettate dal ministro generale con il consenso del suo definitorio il 31 ottobre 2020 «in ragione dell'incompatibilità degli uffici (cf CIC, can. 152)». È la prima volta che un francescano conventuale torna a ricevere la porpora dal XIX secolo: l'ultimo era stato Antonio Maria Panebianco, creato cardinale il 27 settembre 1861.
Il 30 ottobre gli è stata assegnata la sede titolare di Tisiduo con dignità di arcivescovo, a titolo personale, in conformità al motu proprioCum Gravissima, firmato da papa Giovanni XXIII nel 1962, il quale stabilisce che tutti i cardinali debbano essere per regola ordinati vescovi[8].
Nel concistoro del 28 novembre 2020 papa Francesco gli ha imposto la berretta e l'anello, assegnandogli la diaconia del Santissimo Nome di Maria al Foro Traiano, la cui chiesa è particolarmente vicina alla basilica dei Santi XII Apostoli, da secoli sede della Curia generale dell'Ordine di appartenenza del cardinale. Al momento della sua nomina è il più giovane porporato italiano vivente e il terzo più giovane in assoluto[9].
D'oro, al pellicano con la sua pietà al naturale, addestrato e sinistrato di sedici gocce di sangue dello stesso, movente da un monte di tre cime all'italiana di verde; al capo d'azzurro, caricato di un destrocherio di carnagione, attraversante un sinistrocherio vestito, posti in decusse, con le mani appalmate, stimmate di rosso, uscenti da 2 nuvole d'argento e attraversanti una croce latina di rosso.
Ornamenti esterni da cardinale arcivescovo.
Interpretazione
Lo scudo del cardinale Gambetti ha una forma rinascimentale detta "a testa di cavallo", ed è molto tipica nella tradizione araldica italiana. All'interno di esso sono presenti:
l'emblema dei francescani, ossia la "conformità", cioè l'inscindibile patto tra san Francesco e il Salvatore, rappresentato dal braccio di Cristo incrociato con il braccio manicato in grigio di san Francesco (il colore grigio indica il ramo dei frati conventuali) e con la croce sullo sfondo, entrambi con le mani mostranti le stimmate. Esso afferma visivamente l'appartenenza del cardinale Gambetti all'Ordine dei frati minori Conventuali. Tale simbolo ha origine in san Bonaventura da Bagnoregio che eletto vescovo di Albano lo volle come stemma episcopale;[18]
il pellicano con la sua pietà, cioè mentre nutre i suoi piccoli squarciandosi il petto, che simboleggia l’infinito amore di Cristo per gli uomini, ai quali dona il suo stesso sangue nell’Eucaristia, che è appunto Sacramento di Carità. Infatti nel mistero eucaristico Cristo stesso nutre ed edifica la Chiesa continuamente;
le gocce di sangue con cui il pellicano nutre i propri piccoli e che sono estese anche ai lati dell’animale simboleggia la diffusione della carità;
il trimonzio che compare nella simbologia francescana e del Sacro Convento di Assisi evoca il sacrificio di Cristo sul Calvario, dono grande di amore per l'umanità.
Motto
Il motto del cardinale Gambetti è Omnibus subiecti in caritate ("Soggetti a tutti per amore") riprende le espressioni sia della Prima lettera di Pietro (1Pt 2,13) che della Lettera agli Efesini di San Paolo (Ef 5,21) e che a loro volta sono entrate nella spiritualità francescana attraverso lo sguardo di San Francesco rivolto al Cristo povero e crocifisso del quale ripercorre le orme nello svuotamento di sé e nel servizio ad ogni creatura come frate minore: "non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio" (cfr. Francesco d'Assisi, Regola non bollata, XVI, 6).
^ Davide Santandrea, La porpora a un francescano imolese. Padre Mauro Gambetti nominato cardinale, in Il nuovo Diario-Messaggero, 28 ottobre 2020, pp. 3-4.
^ab Andrea Ferri, «Ho avuto una sensazione di vertigine», in Il nuovo Diario-Messaggero, 5 novembre 2020, pp. 3-4.