Mario Labò rappresentò il principale catalizzatore culturale relativamente all'architettura a Genova, città nella quale ebbe luogo la sua attività. Fu un pioniere e un propugnatore delle più avanzate idee sull'architettura, prima del tardo liberty poi dell'architettura razionalista. Il suo contributo rappresentò anche un punto focale nella storia dell'architettura cittadina e nella critica dell'architettura a lui contemporanea. Si laureò in ingegneria al Politecnico di Torino nel 1910 e svolse tutta l'attività professionale a Genova.
In marzo e ottobre del 1928 lanciò due aziende di arredamento per la casa: DIANA (Decorazioni Industrie Artistiche Nuovi Arredamenti) e ILCA (Industria Ligure Ceramiche artistiche). Dello stesso anno è l'inizio della collaborazione con l'azienda tessile MITA.[1]
Scrisse su diverse riviste di carattere culturale, tra le quali L'Arte decorativa moderna, Emporium, Marzocco, L'Arte (diretta da A. Venturi), Casabella e Domus. Negli anni cinquanta, con la moglie Enrica, promosse e curò la traduzione italiana di testi fondamentali dell'architettura contemporanea.
Fu assessore alle Belle Arti del Comune di Genova dal 1922 al 1924 e presidente dell'Accademia Ligustica di Belle Arti dal 1945 al 1954.
La chiesa di S. Agostino e il suo restauro, Genova, Pagano, 1923
L'oratorio di San Giacomo della Marina, Genova, 1924
Giovanni Battista Castello: trentuna riproduzioni con testo e catalogo (Architetti dal XV al XVIII secolo), Milano, Società editrice d'arte illustrata, 1925
Mostra centenaria di Luca Cambiasso, organizzata dalla Compagna: catalogo illustrato, Roma, Stabilimento Grafico Editoriale, 1927
^ Silvia Barisione, Matteo Fochessati, Gianni Franzone e Paolo Piccione, Made in Italy: MITA textile design. 1926-1976, Genova, Sagep, 2018, p. 10, ISBN978-88-6373-595-6.