Durante la Repubblica di Salò l'importante industria bolognese di macchine utensili Officine Minganti, con buona parte delle maestranze, era stata trasferita nella provincia di Brescia, in previsione dell'avanzata delle Forze Alleate. Dopo la Liberazione l'azienda fece ritorno nella capitale felsinea, ma il direttore tecnico, l'ingegnere Ettore Minganti, dovette rinunciare alla trasferta per timore di possibili ritorsioni, dovute al suo passato di esponente del fascismo bolognese. Rimase quindi nel bresciano, cercando di impiantare una nuova azienda metalmeccanica e sfruttando le proprie conoscenze umane e professionali nel settore e le agevolazioni introdotte dal Piano Marshall.
La fondazione
Minganti riuscì a formare una cordata di imprenditori, composta da Pier Giuseppe Beretta, Giuseppe Benelli e Guglielmo Castelbarco Albani, che fornirono finanziamenti e appoggio tecnico per dare vita a una nuova fabbrica che si prefiggeva lo scopo di produrre mezzi di trasporto economici, grandemente richiesti nella fase di ricostruzione del Paese. Nel 1950 venne fondata la MI-VAL, acronimo di Minganti-Valtrompia, con sede a Gardone Val Trompia.
La filosofia costruttiva della MI-VAL si basò fin dall'inizio sulla produzione di motoveicoli economici e robusti, con motore a due tempi, prendendo ispirazione dalla tedescaDKW.
Sulla base del primo modello "125 T", la MI-VAL realizzò una serie di versioni che differivano solo in aggiornamenti estetici e piccole migliorie tecniche, riuscendo a offrire un'ampia gamma di prodotti con ridotti investimenti per progettazione e sviluppo.
In brevissimo tempo le moto MI-VAL divennero tra centro e nord Italia, tra le più diffuse degli anni cinquanta, favorite dal prezzo accessibile, dalla semplice manutenzione e dai numerosi allestimenti che accontentavano i diversi gusti estetici.
La buona riuscita commerciale convinse Minganti a ricercare maggiori contenuti tecnici, con la realizzazione di nuovi telai e motori, oltre a produrre motocarri leggeri e microvetture, ancora una volta rifacendosi alla produzione tedesca. Al XXXI Motosalone di Milano del 1953, infatti, fu presentato il "Mivalino", costruito su licenza della Messerschmitt.
Nella seconda metà dello stesso decennio fu iniziata la produzione di motocicli dotati di motore a quattro tempi.
Declino e riconversione
La morte di Minganti e la contemporanea crisi del settore motociclistico di fine anni Cinquanta, a causa dell'avvento delle utilitarie, interruppe l'evoluzione tecnica della Mi-Val che venne assorbita dalla Fabbrica d'Armi Pietro Beretta. Mutato il significato dell'acronimo in Metalmeccanica Italiana-Valtrompia, la produzione motociclistica proseguì per alcuni anni con i modelli in listino e, soprattutto, con i ciclomotori, per essere più convertita alle macchine utensili. L'apparato commerciale dell'azienda motociclistica rimase in attività fino all'esaurimento delle scorte di magazzino, nel 1968.