Con il termine microcar o anche minicar in lingua inglese s'intende una vetturetta ossia un veicolo dalle dimensioni estremamente ridotte, equiparato per legge ai quadricicli leggeri o pesanti.
Storia
Le prime minicar furono costruite fin dai primi anni del secondo dopoguerra: si trattava in genere di modelli a tre ruote, concepite come automobili dagli ingombri ridottissimi e dai bassi consumi, antenate delle moderne city car. Alcuni esempi sono le tedesche Fuldamobil e Brütsch Mopetta, l'italiana Iso Isetta, le britanniche Peel P50 e Trident e in seguito, l'italiana Casalini Sulky.
Le microcar in senso moderno fanno la loro comparsa negli anni ottanta in Francia, Paese che tuttora ospita alcune tra le principali Case costruttrici di microcar quali Ligier, Aixam, e Chatenet. Si dovrà però attendere la metà degli anni novanta prima di una vera diffusione di tali veicoli nel resto d'Europa.
Legislazione europea
Nei Paesi dell'Unione europea le minicar rientrano in due tipologie di veicoli ben precise a seconda delle loro caratteristiche costruttive:
Quadricicli leggeri: massa inferiore ai 425 kilogrammi, cilindrata inferiore ai 50 cm³ se equipaggiate con motori a benzina (non sono invece previsti limiti per i motori diesel o elettrici), potenza inferiore ai 4 kW e velocità massima inferiore ai 45 km/h.
Quadricicli pesanti: massa inferiore ai 430 kilogrammi (550 se adibiti al trasporto di cose), potenza inferiore ai 15 kW e velocità massima inferiore agli 80 km/h.
Le microcar classificate come quadricicli leggeri vengono equiparate ai ciclomotori, dunque è possibile guidarle previo conseguimento della patente AM. I modelli che invece vengono classificati come quadricicli pesanti sono guidabili previo conseguimento della patente B1.
Controversie sulla sicurezza
Per la verifica e il confronto della sicurezza dei quadricicli leggeri rispetto ad altri mezzi, sono stati studiati i dati statistici del 2008, dove è emerso che i quadricicli leggeri risultano 2 volte più pericolosi (indice di mortalità) dei mezzi a due ruote e di 3 volte rispetto agli autoveicoli, questi risultati si devono anche per la maggiore eventualità d'incarceramento in caso d'impatto (rimanere imprigionati nel mezzo), sia dall'eccessiva sensazione di sicurezza riposta in questi mezzi, sia dai limiti legali di peso e dai crash test non standardizzati[1][2]. Infatti questi veicoli non sono soggetti alle stesse normative di tutti i veicoli normali e non hanno bisogno di superare i crash test prima della vendita.
Dal 2008 al 2009 sono stati svolti dei test da parte dell'ADAC (Associazione Generale Tedesca dell'Automobile), dove sono emersi i limiti dei quadricicli leggeri di quel periodo, in particolar modo in confronto con gli altri mezzi della strada, in questo caso un'automobile[3], nel 2016 venne effettuato un test sui quadricicli pesanti, con risultati simili[4].