Nacque probabilmente a Venezia o a Padova nel 1429 circa, figlio di Iacopo.
Si formò presumibilmente presso la bottega di Antonio Vivarini da Murano, in un contesto impregnato dalla personalità di Iacopo Bellini e di Andrea Mantegna.
Le prime notizie riguardanti la sua carriera risalirono al 1449, anno in cui risultò essere già pictor indipendente.
Lazzaro Bastiani è considerato da alcuni storici dell'arte il maestro di Carpaccio, dato che la sua pittura si caratterizzò per qualche elemento formale, ma non cromatico, con le opere giovanili di Carpaccio.[1]
I figli Alvise e Vincenzo, nell'ultimo decennio del Quattrocento e nel primo del Cinquecento, furono assunti e stipendiati continuativamente come mosaicisti della basilica di San Marco. Essi hanno reintegrato nello stile antico alcuni mosaici danneggiati dal tempo e hanno anche tradotto in mosaici moderni alcune opere pittoriche ideate dal padre o da Cima da Conegliano (San Giorgio, San Sergio, Santa Tecla).
Stile e caratteristiche
Le sue prime opere evidenziarono una notevole influenza da parte di Bartolomeo Vivarini, per l'opacità del colore e la secchezza del disegno, che secondo alcuni storici dell'arte, potrebbero essere anche dovuti ad un'attività di incisore.[2]
Nelle opere seguenti apparì più evidente un'influenza di Gentile Bellini e dopo il 1475 anche di Alvise Vivarini.
Viene considerato il maestro e l'anticipatore di Carpaccio e un esponente tradizionale della pittura veneziana della seconda metà del Quattrocento.[2]
Opere
Tra le sue opere più significative, si ricordano: il Polittico di San Francesco di Matera, l'Adorazione dei Magi, il Ritratto del doge Francesco Foscari, la Comunione di S.Gerolamo e i Funerali di S. Gerolamo, S. Veneranda in trono, S. Antonio sul noce, la Madonna col Bambino, la Natività e il Miracolo della Croce.