Era legata alla maternità e insieme ai suoi figli Apollo e Artemide protettrice dei giovani. La sua iconografia la collega anche alla modestia e alle arti femminili. Insieme alla sorella Asteria[2][3], potrebbe essere legata alla notte o alla luce del giorno.[5]
Esiodo narra che Zeus, temendo le ire e la gelosia della moglie Era, l'allontanò poco prima che essa partorisse e che nessuno voleva darle ospitalità poiché temeva le ritorsioni di Era. Così Latona, inseguita dal serpente Pitone e vagando attraverso il Mar Egeo trovò rifugio presso l'isola egea di Delo dove nacquero Artemide e Apollo.
Altri narrano che Latona, in forma di lupa, si era recata a Delo dal paese degli Iperborei, e parlano del suo soggiorno in Licia, dove i pastori, che avevano voluto impedire alla dea di bagnare nello stagno i figli, erano stati mutati in rane.[7]
In seguito Apollo uccise Pitone sul monte Parnaso per vendicare le sofferenze inflitte alla madre[8][9] il quale l'aveva perseguitata quando era incinta[10].
Leggermente diversa la versione fornita da Igino secondo cui Orione, accorso in difesa di Latona, ebbe la peggio e morì in uno scontro con Scorpione, avverso alla dea. Resta il fatto che, partoriti Apollo e Artemide, quest'ultima chiese a Zeus un segno di gratitudine e così la costellazione fu stabilita in modo tale che quando Scorpione si alza, Orione tramonta[11][12].
A Delo esisteva un santuario dedicato a lei dove una palma di bronzo ricordava l'albero a cui si era aggrappata al momento di partorire i due gemelli e la loro nascita era celebrata il sesto e il diciassettesimo giorno del Targelione[4].
^Secondo Esiodo, Teogonia927–929(EN) , Efesto è stato generato solamente da Era, senza padre, vedi Gantz, p. 74.
^Secondo Esiodo, Teogonia886–890(EN) , figlia di Zeus dalle sue sette mogli, Atena è stata la prima a essere concepita, ma ultima a nascere; Zeus ingravidò Meti, poi la ingerì, in seguito lui stesso fece nascere Atena "dalla sua testa", vedi Gantz, pp. 51–52, 83–84.
^Secondo Esiodo, Teogonia183–200(EN) , Afrodite è nata dai genitali recisi di Urano gettati nel mare, vedi Gantz, pp. 99–100.