Nel 1811, durante il suo soggiorno viennese, studiò pittura all'Accademia di belle arti di Vienna, e oltre a dipingere si dedicò alla scrittura di un dramma storico, A tatárok Magyarországon ("I tartari in Ungheria").[1] Solamente otto anni dopo, quando fu eseguito da una compagnia teatrale, dapprima a Fehervar, una città di provincia, e successivamente a Pest, diventò popolare, così come il suo autore.[1]
Kisfaludy soggiornò anche in Italia,[4] nel 1815, per approfondire le sue conoscenze artistiche.[3]
Fondò nel 1821 l'almanaccoletterarioAuróra, tramite il quale, assieme ai migliori scrittori dell'epoca,[4] diede il suo apporto alla diffusione del primo Romanticismo ungherese, che si caratterizzò per la predilezione della libera ispirazione creata dagli slanci patriottici e per la celebrazione delle tradizioni nazionali.[2]
Queste furono le basi e gli elementi della sua produzione letteraria costituita dalle commedieA Proci ("I Proci"), A pártütők ("I sediziosi", 1819), A kérők ("I pretendenti", 1817), Csalódások ("Delusioni", 1828),[4] dai popolarissimi drammi patriottici-romantici A tatárok Magyarországon ("I tartari in Ungheria", 1811), Ilka, Maria Szécsi (1817), le tragedieChiara Zách (1812), Iréne (1820),[4] presenti ancora oggi nel repertorio teatrale ungherese,[2] i drammi patriottici lirici Simone Kemény (1820), Michele Szilágyi,[5] i poemi drammatici Barátság és nagylelkűség ("Amicizia e magnanimità" 1820), i drammi orientali Nelsor e Armida.[5]
Kisfaludy fu il fondatore della scuola degli umoristi magiari ed ebbe il merito di aver risvegliato e nazionalizzato la letteratura magiara.[3]
Kisfaludy diede il nome alla più importante società letteraria ungherese, la Kisfaludy Társaság.[5]
Anche il fratello di Kisfaludy, Sándor (1772-1844), si rivelò uno scrittore di buon talento e originalità, grazie alla pubblicazione, in due parti, di Himfy szerelmei ("Gli amori di Himfy"), opera ispirata da Petrarca: Kesergő szerelem ("L'amore doloroso", 1801) e Boldog szerelem ("L'amore felice", 1807).[6] Divenne popolare con le sue romanze-ballate, Csobánc, Tátika e Somló, incentrate sulla descrizione dei castelli antichi dell'Ungheria occidentale, incluse nel libro Regék a magyar előidőkből ("Saghe dei tempi antichi ungheresi", 1807).[6]
^abKároly Kisfaludy, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 agosto 2018.
Bibliografia
(HU) Ferenc Toldy, Vita dei poeti magiari, Budapest, 1870.
(HU) Zsolt Betithy, Il padre della commedia ungherese, Budapest, 1882.
(HU) Minas Szana, I due Kisfaludy, Budapest, 1876.
(HU) Imre Sandor, L'influenza italiana sulla letteratura ungherese, Budapest, 1878.
(HU) Kalman Stimegi, Kisfaludy e i suoi racconti, Budapest, 1877.
(DE) Constantin von Wurzbach, Kisfaludy, Karl, in Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, XI, Vienna, Theil. Kaiserlich-königliche Hof- und Staatsdruckerei, 1864, pp. 325–329.
(DE) Kisfaludy Károly, in : Österreichisches Biographisches Lexikon 1815–1950 (ÖBL), III, Vienna, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1965, p. 350.