Le sue prime liriche apparvero su almanacchi locali e grazie a questa piccola notorietà strinse amicizia con il drammaturgo Károly Kisfaludy, che gli consentì di subentrare al suo posto alla guida della rivista letteraria Auróra, ruolo che mantenne dal 1831 al 1837. Negli stessi anni diresse anche la rivista Kritikai Lapok e nella quale collaborò e Figyelmező; inoltre fondò la rivista Athenaeum (1837-1843), organo dell'opposizione liberale autonomista contraria all'egemonia della corte austriaca.
Durante l'anno 1847 Bajza fece stampare il giornale di opposizione, Ellenőr, a Lipsia e l'anno successivo, durante la Rivoluzione ungherese del 1848, diresse il quotidiano Kossuth Hírlapja, ma dopo la sconfitta dei moti di indipendenza, dovette nascondersi per evitare di essere arrestato.[1]
Le sue opere furono pubblicate in sei volumi, dopo la sua morte, dall'amico e letterato Francesco Toldy.[2]
Come poeta, inizialmente fu influenzato dal movimento romantico, ma in un secondo tempo impreziosì i suoi versi con contenuti politici e patriottici.[3]
La sua attività più significativa però fu quella di critico letterario, di polemista, che concretizzò con studi e scritti sul romanzo, sull'epigramma e sulla drammaturgia.[1]
Importanti furono anche gli studi storici, tra i quali si ricordano La Libreria Storica (Történeti Könyvtár), 6 vol., (1843-1845) e la Storia Universale (Világtörténet) (1847).
Opere principali
Az epigramma teoriája, 1828
A románköltésről, 1833
Dramaturgiai és logikai leckék magyar színházbírálók számára, 1836
Szózat a Pesti Magyar Színház ügyében, 1839
Összegyűjtött munkái (I–VI), 1861–1863
Note
^abcle muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 520.