Nasce a Cardiff, nel Galles, il 5 giugno 1949. Primo figlio di Martin Follett, un ispettore delle tasse, e di Lavinia Veenie, ha tre fratelli. Sviluppa fin da piccolo un grande interesse per la lettura. Si trasferisce a Londra con la famiglia all'età di dieci anni. Nel 1967 vince l'ammissione allo University College di Londra, dove studia filosofia e inizia ad impegnarsi nella politica di centro-sinistra. Si sposa con Mary nel 1968, e nello stesso anno nasce suo figlio Emanuele.
Dopo la laurea nell'autunno del 1970, intraprende un corso di giornalismo e inizia a lavorare come apprendista reporter a Cardiff nel South Wales Echo. Dopo tre anni torna a Londra per lavorare nell'Evening News, il telegiornale della sera. Successivamente lascia il giornalismo e diventa vice-direttore generale della piccola casa editrice di Londra Everest Books. Inizia inoltre a scrivere romanzi la sera e nei fine settimana come hobby. Il successo arriva lentamente, finché nel 1978, con la pubblicazione di La cruna dell'ago (Eye of the Needle),[7] un thriller ambientato durante la seconda guerra mondiale, diviene celebre in tutto il mondo. Il libro vince l'Edgar Award e diventa un film per il grande schermo che vede come protagonisti Donald Sutherland e Kate Nelligan.
Verso la fine degli anni settanta, viene coinvolto nelle attività del partito laburista britannico. Durante il suo impegno politico, conosce Barbara Hubbard, un deputato del Parlamento nelle file laburiste che in seguito diventerà ministro della cultura nel governo di Gordon Brown. Ken e Barbara si sposano nel 1985. La coppia vive tra Londra e Stevenage (Hertfordshire), insieme a una vasta schiera di figli avuti nei matrimoni precedenti. Follett è un grande estimatore di Shakespeare, e spesso è possibile incontrarlo alle rappresentazioni tenute dalla Royal Shakespeare Company di Londra. Adora la musica e suona il basso in una band dal nome Damn Right I Got the Blues.
Nel gennaio 2008, in occasione della presentazione di Mondo senza fine a Vitoria, in Spagna, Ken Follett ha scoperto il velo su una statua che lo ritrae a grandezza naturale, opera dello scultore bascoCasto Solana.
Ha fatto una breve apparizione nella miniserie televisiva I pilastri della Terra (The Pillars of the Earth), tratta dal suo celebre romanzo, come membro della famiglia di Jack Shareburg. In occasione dell'uscita della miniserie Mondo senza fine (World Without End), anch'essa tratta dal suo libro omonimo, è stato invece protagonista di un documentario "sull'età buia del medioevo", Journey into the Dark Ages.[8]
Cambia ancora genere nei tardi anni novanta, con un paio di libri ambientati nel presente usando le tecnologie avanzate come filo conduttore. Il terzo gemello (1996) si focalizza sugli aspetti oscuri delle biotecnologie, mentre Il martello dell'Eden (1998) sul terremoto come arma di terrore. Ritornando nuovamente allo spionaggio in Codice a zero (2000), Follett ambienta il romanzo ai tempi del lancio del primo satellite statunitense. Le gazze ladre (2001) e Il volo del calabrone (2003) vengono invece collocati cronologicamente durante la seconda guerra mondiale. Nel bianco (2004) è un thriller ambientato ai giorni nostri, in cui un gruppo di terroristi cerca di trafugare un virus da un laboratorio.
In alcuni romanzi di Follett vengono più volte espresse le sue idee politiche, di cui l'autore non ha mai fatto mistero. In modo particolare nella "Century Trilogy" (la trilogia del secolo, composta daLa caduta dei giganti, L'inverno del mondo e I giorni dell'eternità), che ripercorre la storia del Novecento, vengono affrontati temi come la lotta per la conquista dei diritti della classe lavoratrice contro i capitalisti, la battaglia per l'emancipazione femminile, le opportunità offerte dal socialismo per l'aspirazione ad una vita migliore anche per le classi sociali più basse. Tuttavia, nella Trilogia, oltre a una durissima condanna del fascismo, vi è anche un assoluto rifiuto del comunismo messo in atto con la rivoluzione russa, animato in partenza da nobili ideali ma trasformato poi, secondo l'autore, in una dittatura poco egualitaria e antidemocratica, classista allo stesso modo del sistema pre-rivoluzionario, facendo proprie le posizioni espresse da Bertrand Russell e definendo i membri del partito bolscevico come una categoria privilegiata alla stessa maniera della vecchia aristocrazia. "Il laburismo non vuole la rivoluzione, - scrive Follett ne La caduta dei giganti - perché l'hanno già provata altri popoli e abbiamo visto che non funziona. Però vuole un cambiamento, e subito".
Ken Follett è sempre stato un sostenitore del partito laburista e in particolare di Gordon Brown, mentre ha avuto dei dissapori con Tony Blair. Nel 2010 ha appoggiato la campagna di Ed Balls come nuovo leader del centro-sinistra britannico con una donazione di £100.000.[14] Durante la campagna elettorale dichiarò: «Ed Balls è l'unico candidato alla guida del partito laburista che offre un percorso di crescita economica; il suo periodo al Ministero del Tesoro, con basso indebitamento e alta crescita, mostra che è il vero candidato del centro in queste elezioni per la guida del partito». La moglie, Barbara Follett, da sempre impegnata nella lotta contro il razzismo e nella difesa dei diritti delle donne, è stata ministro della cultura e del turismo durante il governo Brown. Nel 2015 Follett ha sostenuto con £25.000 la candidatura di Yvette Cooper alla guida del partito laburista.[15]
Posizione religiosa
Nel settembre 2010 Ken Follett ha firmato, insieme ad altre 54 figure pubbliche, una lettera aperta sul The Guardian dichiarandosi contrario alla visita di Stato di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito.[16] Nell'aprile 2014, in una lettera al Daily Telegraph scritta con altri noti intellettuali inglesi, ha criticato il primo ministro David Cameron per aver definito la Gran Bretagna "un paese cristiano".[17]
Questi episodi potrebbero far pensare che lo scrittore sia profondamente contrario alla religione cristiana. In realtà la sua posizione è più complessa. Nell'autunno del 2016 ha pubblicato sulla rivista londinese Granta un memoir dal titolo Bad Faith, pubblicato in Italia con il titolo Cattiva fede da Edizioni Dehoniane Bologna nel 2017, nel quale spiega il suo percorso personale di fede. Follett cresce nella congregazione protestante dei Plymouth Brethen di Cardiff, in un ambiente chiuso ed opprimente, nel quale studia in modo sistematico ed approfondito la Bibbia. Entrato in crisi nel pieno dell'adolescenza, abbandona la congregazione e si iscrive all'Università con un'idea: «Scelsi filosofia, nella speranza che potesse aiutarmi a superare i miei dubbi sull'esistenza di Dio». Gli studi di fatto lo portano a conclusioni diametralmente opposte:
«Al momento della laurea ero diventato ateo. Un ateo arrabbiato, anzi. Sentivo di essere stato ingannato. Rimpiangevo le ore sprecate negli "incontri", l'infanzia senza cinema né televisione, il divieto di entrare nei Boy Scout. Più che altro, mi faceva infuriare il fatto di aver prestato fede alla robaccia in cui ero stato cresciuto. Nulla è più esasperante della rivelazione della propria stupidità.»
Questa però è stata solo una tappa del suo percorso. Studiando l'architettura delle cattedrali, in particolare per la stesura de I pilastri della terra, inizia un percorso di riavvicinamento. Un altro avvenimento sollecita la sua riflessione:
«Da quando ho incontrato Barbara, la mia seconda moglie, mi sono attivamente impegnato nel partito laburista e sono rimasto sorpreso dallo scoprire che parecchi dei nostri alleati erano cristiani devoti... Il mio sprezzante rifiuto giovanile dei credenti ha iniziato a provocarmi un certo imbarazzo.»
Dopo questi episodi, Follett giunge ad una evoluzione della propria posizione e conclude il memoir scrivendo:
«Le mie visite alle cattedrali sono proseguite anche dopo la conclusione de I pilastri della Terra e alla fine ho dovuto ammettere che era qualcos'altro ad attirarmi in quei posti. Dopo che Barbara è stata eletta deputata nel distretto di Stevenage, ho iniziato a frequentare le funzioni religiose, come previsto nei doveri del coniuge di un parlamentare britannico, ma mi sono accorto di apprezzarlo, e ho continuato a farlo anche quando non ero obbligato. Adesso mi considero un ateo non praticante. Continuo a non credere in Dio e non faccio mai la comunione. Ma andare in Chiesa mi piace. I vespri cantati sono la mia funzione preferita. A mezzo secolo di distanza dalla fuga dalla Congregazione, oggi sono di nuovo uno che va in chiesa, non regolarmente, ma neppure in modo discontinuo. Nel 2015 il nostro trentesimo anniversario di matrimonio è caduto nella domenica della rimembranza, e con Barbara l'abbiamo celebrato partecipando a una funzione nella cattedrale di St. Albans. Perché ci vado? L'architettura, la musica, le parole della Bibbia di re Giacomo, e il senso di condividere qualcosa con chi mi sta accanto: tutto questo conta. Quel che ne deriva, per me, è un sentimento di pace spirituale. Andare in Chiesa consola la mia anima. E, come alla fine sono riuscito a comprendere, questo è esattamente ciò che si suppone debba fare. Quanto tempo ci occorre, spesso, per capire le verità più semplici.»
Curiosità
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Poco prima della pubblicazione del libro La caduta dei giganti, Ken Follett è stato criticato da Umberto Eco, il quale, commentando le presunte similitudini tra I pilastri della terra e Il nome della rosa, ha affermato che il primo «ha un lungo pezzo centrale che mette in scena troppe improbabili avventure, in maniera sciatta e inverosimile» e che alle «sciatterie nanesche» di Follett preferisce Manzoni.[18] A queste dichiarazioni, lo scrittore britannico ha replicato a tono, dichiarando che «Il nome della rosa ha un lungo pezzo centrale molto descrittivo e noioso».[19] In un’intervista del 2021 Follett ha affermato che un bravo romanziere è soprattutto colui che riesce a «coinvolgere il lettore da un punto di vista emotivo, oltre che intellettuale».[20]
1975 - Il treno di mezzanotte per l'ignoto (A Midnight Train to Nowhere), raccolto nell'antologia Il binario dei delitti - Inverno giallo '98 (Milano, Mondadori, 1998).
Altri scritti
2003 - The 99th wife (La belle et l'oiseau, 2019).
2016 - A Dangerous Fortune (Die Pfeiler der Macht) - miniserie TV (inedita in Italia)
I pilastri della terra, Mondo senza fine e La colonna di fuoco sono anche stati convertiti in giochi da tavolo ad opera dell'editore tedesco Kosmos (ed editi in italiano dalla casa editrice Giochi Uniti). I pilastri della terra e La colonna di fuoco sono inoltre divenuti dei musical dal titolo, rispettivamente, Jordens Søjler e Den Evige Ild, prodotti e rappresentati a Copenaghen nel 2016[23] e nel 2020.[24]