Fratello minore del calciatore Alfredo[1], dopo aver militato per due anni nel Pescara[2] debutta in Serie A nelle file della Fiorentina; successivamente passa per due anni alla Lucchese e poi al Napoli, dove resta altri due anni segnando 6 gol in 50 partite. Dopo tre anni nella Lazio, durante la guerra si accasa al Portici con cui prende parte al Campionato dell'Italia liberata vincendo la classifica marcatori con 18 reti[3].
Alla fine del conflitto torna alla Lazio, che lo mette in lista di trasferimento[4], e passa al Pescara, dove colleziona 20 presenze senza gol nell'anomalo campionato 1945-1946.
Chiude la carriera con una nuova stagione nel Napoli, con altre 15 presenze e 3 gol. In carriera ha totalizzato complessivamente 203 presenze e 26 reti nella Serie A a girone unico. Per le sue doti atletiche era soprannominato "testina d'oro" e "uomo di gomma".
Fu per lungo tempo osservatore di Società di Serie A; in segno di riconoscenza per l'impegno, la società dove lavorava – il Portici 1906 – ha posto sulla bara al suo funerale il gagliardetto[7].
Chrystian Calvelli, Giuseppe Lucibelli e Raffaele Schettino, Savoia storia e leggenda dall'Oncino al Giraud, Gragnano, Stampa Democratica '95, dicembre 2000, ISBN non esistente.