Ilsa è una crudele dottoressa nazista che opera su alcune cavie ebree durante il periodo della seconda guerra mondiale. Il film non consta di una vera e propria trama, ma si limita a mostrare alcune sequenze choc che vengono perpetrate all'interno del campo di concentramento. Il compito di Ilsa altro non è che quello di scoprire le maggiori resistenze al dolore, che porterebbero alla scoperta di una nuova "razza eletta".
Alcune tra le vittime vengono bollite, penetrate da cavi fallici elettrificati, e le loro ferite vengono in seguito colmate di vermi, affinché questi portino a nuovi sviluppi nel campo della prevenzione delle malattie virali; i capitani nazisti vengono invece evirati dalla crudele dottoressa dopo aver avuto rapporti sessuali con questi, che si sono dimostrati impotenti. L'unico che sopravvive è il soldato statunitense Wolfe, nazionalista nei confronti della sua patria, superdotato ed eroico.
Nel finale i superiori di Ilsa, preoccupati di celare agli Alleati che avanzano quanto avvenuto nel campo, lo fanno distruggere, uccidendo tutti gli occupanti; anche la stessa Ilsa viene eliminata. Il loro piano appare però destinato a fallire in quanto Wolfe ed una prigioniera, sfuggiti al massacro, si mettono in salvo.
Il film
Caposaldo della nazisploitation, il film si inoltra per un'ora e mezzo mostrando scene di violenza e sesso sino alla nausea.[1] Da notare, tra tutte le scene splatter perfettamente coordinate da Edmonds,[1] l'evirazione di un prigioniero e l'intervento senza anestesia ad una donna, ad opera della tremenda e sensuale Ilsa.[1]
È molto utile per capire l'epoca di realizzazione il fatto che l'americano Wolfe (Gregory Knoph) viene mostrato come il "soldato tutto muscoli" nazionalista sino al midollo, mentre i capitani nazisti vengono raffigurati come dei pervertiti che si umiliano svelando la propria impotenza sessuale alla crudele dottoressa, venendo di conseguenza evirati.[1]