Il disco ha venduto oltre 27 milioni di copie in tutto il mondo[28] e negli Stati Uniti d'America è stato certificato disco di diamante,[25] oltre ad aver raggiunto le prime posizioni della classifica Billboard 200.[29]
Nel 2020 la rivista Kerrang! l'ha inserito nella sua lista dei 21 migliori album nu metal di sempre, in seconda posizione.[30]
Antefatti
In seguito alla pubblicazione dell'EPHybrid Theory (1999), il gruppo riuscì ad ottenere un contratto discografico dalla Warner Bros. Records,[31] grazie anche ai consigli di Jeff Blue, che si unì alla Warner dopo essersi dimesso dalla Zomba. Viste le prime difficoltà a trovare un produttore che finanziasse l'album, Don Gilmore decise di prendere le redini del progetto e assunse Andy Wallace al mixer.
I Linkin Park perciò entrarono negli NRG Recording Studios di North Hollywood (California) verso la fine del 1999 per registrare nuovi brani che sarebbero stati inseriti nell'album di debutto. Durate circa quattro settimane, nel corso delle sessioni il gruppo propose i precedenti brani incisi come Xero ed altri composti successivamente nei vari demo distribuiti in tale anno;[32] per l'occasione le parti rappate di Mike Shinoda vennero massicciamente riscritte e corrette, mentre i ritornelli rimasero perlopiù invariati.[33] A causa dell'assenza di Phoenix, il chitarrista Brad Delson registrò la maggior parte delle linee di basso, ad esclusione di One Step Closer (registrata con Scott Koziol), Papercut, A Place for My Head e Forgotten (registrate con Ian Hornbeck). I Dust Brothers collaborarono invece alla realizzazione di With You.
Shinoda, inoltre, disegnò la copertina dell'album, che illustra un soldato con ali di libellula, simboleggiante il carattere appunto "ibrido" della musica dei Linkin Park: il soldato rappresenta l'aggressività e la dinamica del metal/hard rock, le ali di libellula la leggerezza e l'orecchiabilità dell'hip hop.[34]
I testi parlano invece dei problemi con cui Bennington ha dovuto fare i conti durante l'infanzia e l'adolescenza: violenze sessuali, eccessivo e costante abuso di droga e alcol, il divorzio dei suoi genitori, isolamento, delusioni e fallite relazioni sociali.[35] Secondo quanto spiegato da Shinoda, i testi esprimono sentimenti, esperienze ed «emozioni che provi tutti i giorni e di cui puoi parlare».[36][37] Nel 2002 Bennington dichiarò alla rivista Rolling Stone:[32]
«È facile perdersi nelle cose – pensando "povero, povero me", ed è da questo che provengono canzoni come Crawling: non posso sopportare me stesso. Ma questa canzone tratta del prendersi le responsabilità delle proprie azioni. Tratta di come io stesso sono il motivo di ciò che provo. C'è qualcosa dentro di me che mi indebolisce.»
Promozione
In anticipazione all'uscita dell'album i Linkin Park hanno presentato come primo singolo One Step Closer, entrato in rotazione radiofonica nelle stazioni statunitensi il 28 settembre 2000.[38] La seconda traccia dell'album è caratterizzata da un'introduzione composta da riff di chitarra e percussioni elettroniche, che sfocia poi in un pezzo di chitarre pesanti e distorte e una batteria aggressiva.[39][40] Nel relativo video musicale è apparso anche Scott Koziol, il quale registrò le linee di basso del brano.[41]
Hybrid Theory è stato pubblicato negli Stati Uniti d'America il 24 ottobre 2000 e alla fine dell'anno entrò nella Billboard 200 alla posizione numero 16[42] e fu certificato disco d'oro cinque settimane dopo l'uscita.
Nel 2001 Hybrid Theory vendette 4 800 000 copie in madrepatria, divenendo il disco più venduto dell'anno.[49][50] Inoltre, secondo una stima, l'album continuò a vendere 100 000 copie a settimana all'inizio del 2002. Le vendite proseguirono a ritmo veloce negli anni successivi, e nel 2005 Hybrid Theory venne certificato disco di diamante per aver venduto 10 milioni di copie negli Stati Uniti.[25] Fino al 2013 ha venduto 27 milioni di copie in tutto il mondo,[28] rendendolo il più grande successo del gruppo nonché l'album più venduto del XXI secolo. Dopo il successo dell'album i Linkin Park vennero invitati a partecipare a vari tour e concerti, come l'Ozzfest, il Family Values Tour, il KROQ's Almost Acoustic Christmas, e il tour da loro creato, il Projekt Revolution, che hanno avuto loro stessi come headliner e svariati gruppi di supporto, tra cui Adema, Cypress Hill, Korn, Snoop Dogg e Mudvayne. In quel periodo si riunì al gruppo il bassista originario Phoenix. I Linkin Park tennero un giornale online sul proprio sito ufficiale per tutta la durata dei tour, dal 2001 al 2002, nel quale ogni membro del gruppo inseriva le proprie annotazioni. Nel 2001 i Linkin Park sostennero 324 concerti.[51]
Nel 2001 venne reso disponibile anche il video per la quarta traccia Points of Authority, uscito sotto forma di singolo promozionale in Europa. Il video è composto da riprese da alcuni concerti del gruppo con alcune scene di backstage tratte dall'album video Frat Party at the Pankake Festival.[52] Bourdon, circa la composizione del brano, dichiarò alla rivista statunitense Rolling Stone: «Brad [Delson] scrisse questi riff di chitarra, poi tornò a casa. Mike [Shinoda] decise di dividerli in diverse parti e riarrangiarli al computer»; Delson, nella stessa intervista, elogiò l'abilità di Shinoda, descrivendolo come «un genio del livello di Trent Reznor.»[32] Intorno allo stesso periodo il brano conclusivo Pushing Me Away fu distribuito sotto forma di disco promozionale in Francia.
L'11 marzo 2002 venne pubblicata un'edizione speciale dell'album riservato esclusivamente al mercato asiatico.[53] Questa versione, oltre a contenere il disco originale, contiene un secondo disco costituito da cinque tracce, di cui tre eseguite dal vivo al Docklands Arena di Londra (Papercut, Points of Authority e A Place for My Head) e le altre due inedite: My December e il rifacimento di High Voltage. Il 20 aprile 2013, in occasione del Record Store Day, il gruppo ha ripubblicato in un numero limitato a 3 000 una speciale edizione in vinile dell'album contenente anche il 10" di One Step Closer.[54]
L'11 agosto 2020 i Linkin Park hanno annunciato un'edizione deluxe di Hybrid Theory volta a celebrare i vent'anni dalla sua pubblicazione. Uscita il 9 ottobre dello stesso anno, il cofanetto contiene l'album originale, il disco di remix Reanimation, l'EP Hybrid Theory, tre DVD (tra cui Frat Party at the Pankake Festival), tutte le b-side pubblicate tra il 2001 e il 2002 e svariate demo, di cui alcune rese disponibili precedentemente negli EP distribuiti dal fan club LP Underground.[55]
Le recensioni dell'album furono molto contrastanti. Alcuni critici ebbero impressioni positive: Stephanie Dickison di PopMatters dichiarò che i Linkin Park erano «un gruppo di gran lunga più complesso e talentuoso di certe boy band hard rock», aggiungendo che «loro continueranno ad affascinare e sfidare i suoni standard della musica».[62]Sputnikmusic descrisse Hybrid Theory come «un chiaro album mainstream all'alba del nuovo secolo, e per buone ragioni», e diede all'album tre stelle su cinque. Robert Christgau del Village Voice scrisse che «gli adulti non hanno idea di cosa provano i ragazzi arrabbiati» e diede all'album due stelle più una menzione d'onore, citando Papercut e Points of Authority come vette più alte dell'album.[63] Jenny Eliscu di Rolling Stone commentò che l'album «sprigiona tanta potenza quanto quella dei Limp Bizkit o dei Korn», e lo definì un album che «riflette la frustrazione della vita».[64]
Altre critiche, comunque, sconsigliarono l'album: Sputnikmusic, dopo aver inizialmente apprezzato l'album, dichiarò che «Hybrid Theory ha degli evidenti inconvenienti», descrivendo i riff di chitarra di Brad Delson «spesso insulsi e non originali» e aggiunse che «manca varietà [nell'album]». William Ruhlmann di AllMusic disse che «i Linkin Park hanno uno stile già stracotto» e definì One Step Closer «un tipico sforzo», riferendosi al ritornello.
Riconoscimenti
Malgrado alcune recensioni negative, Hybrid Theory venne inserito in molte classifiche speciali stilate da varie testate musicali e siti internet. Alcune delle più importanti di queste liste che includono Hybrid Theory sono riportate qui di seguito:
^(EN) Alan Sculley, Rappin' and rockin' in Linkin Park, su madison.com, 31 gennaio 2002. URL consultato il 22 aprile 2013 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
^abc(EN) David Fricke, Interview: Linkin Park, su Rolling Stone, 14 marzo 2002. URL consultato l'8 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2018).
^Linkin Park demos, su Linkin Park Association. URL consultato il 19 agosto 2007.
^(EN) Johan Wippsson, Hybrid Theory, su Melodic. URL consultato il 5 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2013).
^(EN) Linkin Park: Hybrid Theory, in Melody Maker, 14 novembre 2000, p. 51.
^(EN) Noel Gardner, Linkin Park: Hybrid Theory, su NME, 12 settembre 2005. URL consultato il 5 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2016).
^(EN) Linkin Park: Hybrid Theory, in Q, n. 172, gennaio 2001, p. 111.
^(EN) Matt Diehl, Hybrid Theory, su Rolling Stone, 7 dicembre 2000. URL consultato il 5 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2013).
^La prima classifica è quella degli album più venduti degli artisti locali nel 2001 in Finlandia, mentre la seconda fa riferimento agli album stranieri: