Il comune è situato nel settore centro-settentrionale dell'Irpinia. Il centro abitato sorge all'imbocco della media valle dell'Ufita, ai margini dei ridossi collinari Catauro e Tamauro.
Idrografia
Lungo il territorio comunale scorre il fiume Ufita, affluente del fiume Calore Irpino.
Il territorio comunale è compreso nel distretto sismico dell'Irpinia.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha una propria sede a Grottaminarda, con annesso un centro per la Sismologia ed Ingegneria sismica. Il centro, mediante una sala di monitoraggio sismico, collabora allo sviluppo di una rete sismica nazionale che consente l'immediata localizzazione automatica degli eventi sismici che avvengono nell'ambito del territorio nazionale.[5]
Clima
Trovandosi nell'entroterra campano, Grottaminarda è caratterizzata da un clima di tipo temperato in cui ad inverni freddi si alternano estati miti.
Le precipitazioni non sono molto abbondanti e si attestano sopra i 600 mm annui, mentre nella parte occidentale della provincia superano i 1200 mm. Durante l'inverno sono possibili le nevicate.
Origini del nome
Secondo l'interpretazione più accreditata, il nome del comune è un composto di grotta e di un nome medievale di persona Maynardus, di origine germanica. Sono comunque note altre interpretazioni fantasiose dell'origine del toponimo come quella di una sua derivazione da una grotta dedicata alla dea Minerva (Cripta Minervae).
Il paese, sotto il nome di Grottaminarda, secondo la testimonianza di Scipione Ammirato, compare solo a partire dall'agosto 1229[6].
Tra il 1229 e il secolo XV si alternano Cripta, Criptaminarda, Criptamainarda, Grottamainarda e Grottaminarda. Solamente nel corso del secolo XVI appare stabilizzarsi il nome del paese nella forma unica e definitiva di Grottaminarda.[7]
Storia
Medioevo
Durante l'età normanna, e per tutto il corso del XII secolo, il suo nome è legato alla figura di Trogisio de Cripta e alla sua famiglia, che lo terrà in feudo fino all'inizio del XIII secolo.
Verso il 1210 è attestato quale signore di Grotta un tal Andrea della nobile famiglia d'Aquino.
Gli aquinate terranno il feudo di Grottaminarda fino al 1528.
Nel 1860 molti tra i cittadini di Grottaminarda parteciparono ai moti garibaldini, dapprima rubando due carichi di armi destinati all'esercito borbonico (26 agosto) e quindi partecipando all'assalto della grande roccaforte borbonica di Ariano (4 settembre).[9]
In epoca post-unitaria il comune fu capoluogo di mandamento (con giurisdizione su altri due comuni) nell'ambito del circondario di Ariano di Puglia.
«Il comune ha il seguente stemma e gonfalone: Leone passante su barra sottile disposta obliquamente che si poggia su n. 4 fasce, tutto dentro uno scudo sormontato da una corona di cinque punte e sopra di questo la scritta COMUNE DI GROTTAMINARDA; sotto lo scudo una ghirlanda di rami e bacche di querce ed olivo intrecciati da un nastro, il tutto inserito sul drappo grigio e azzurro riccamente ornato di fregi di forma rettangolare che termina a tre punte.[10]»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La chiesa di S. Maria Maggiore e campanile
La chiesa di Santa Maria Maggiore è stata costruita nel 1478. Essa ha struttura a croce latina, con una navata centrale e cappelle laterali in stile barocco. Nella chiesa sono conservati dipinti del XVIII secolo, tra i quali un olio su tela raffigurante San Tommaso e San Giacomo (ex-protettore della città), attribuito al pittore napoletano Antonio Sarnelli, e un affresco a soffitto del 1768 rappresentante la glorificazione dell'Assunta, del pittore solofranoMatteo Vigilante. Oltre ai dipinti troviamo un battistero di marmo del XVIII secolo con una porticina di argento, e un monumentale organo a canne del 1799. Accanto alla chiesa e situata la torre campanaria, costruita tra il 1712 e il 1766 dal maestro Ciriaco di Silva da Mercogliano, su disegno del Vanvitelli. Essa ha una base quadrata e misura 36 metri di altezza.
È sede della parrocchia di Santa Maria Maggiore.
Chiesa di Sant'Angelo o di San Michele Arcangelo e Campanile
Fu edificata nel 1541, su un antico sacello dedicato all'Arcangelo situato all'interno di una grotta. Dell'antico impianto ecclesiastico pre-seicentesco si conserva soltanto la torre campanaria edificata nel X secolo ed ampliata nell'XI-XII secolo.
La chiesa fu la sede della parrocchia di San Michele, soppressa nel 2004.
Chiesa di San Tommaso d'Aquino
A pochi metri dalla chiesa di San Michele è situata la chiesa di san Tommaso d'Aquino edificata nel 1636 dalla Congrega di San Tommaso d'Aquino, su una precedente cappella documentata nel 1528.
Il terremoto del 1980 ha danneggiato pesantemente l'antica chiesa, che negli anni novanta del Novecento è stata ricostruita. Al suo interno conserva una "pietà" lignea a grandezza naturale della prima metà del Cinquecento e un busto di ottone e argento raffigurante San Tommaso d'Aquino.
Chiesa di S. Maria del Rosario
Attestata nel XVI secolo. Dopo il terremoto del 1980 è stata ricostruita interamente. È stata consacrata l'8 dicembre 2000. Nei locali adiacenti alla chiesa è conservata una mostra permanente sulle congreghe religiose di Grottaminarda.
La chiesa di Sant'Antonio nella frazione Bosco.
I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nel 1927[11], ma la chiesa venne completata solo verso la fine degli anni cinquanta. Venne infatti consacrata il 10 dicembre 1959[12]. Il terremoto del 1980 la danneggiò gravemente, ma è stata riaperta al culto nel 1988.
Santuario della Madonna di Carpignano
Santuario Madonna di CarpignanoQuadro Madonna di Carpignano
A 5 km da Grottaminarda, nella frazione Carpignano, si trova il santuario della Madonna di Carpignano.
All'interno della chiesa, gestita dai Padri Mercedari, è conservato una tavola raffigurante la Madonna con il Bambino.[13]. Secondo la leggenda tale tavola fu trovata da alcuni pastori nel 1150, nel cavo di un grosso albero di carpino.[senza fonte]
Architetture militari
Castello d'Aquino
Di origine medievale, il castello fu più volte danneggiato dai terremoti ma riuscì comunque ad assolvere al suo ruolo difensivo fino alle grandi guerre d'Italia del XVI secolo. In seguito ai terremoti del settembre 1694 e del novembre 1732 l'edificio fu trasformato in dimora signorile[14]. Per alcuni anni, fino al 2008, la struttura ha ospitato la sede locale del Centro per la sismologia e l'ingegneria sismica[15]. Dal 2009 parte del castello è stata adibita a uso di museo e biblioteca comunale.
Architetture civili
Dogana Aragonese
Fu costruita nel 1467 come punto di riscossione dei diritti feudali di transumanza nel 1467 dal nobile Ladislao d'Aquino lungo quella che diventerà poi la strada nazionale delle Puglie. Nel 1774 venne sopraelevata per svolgere le funzioni di stazione di posta mentre nel 1930 fu dichiarata monumento nazionale
Costruita nel 1606 lungo la strada regia delle Puglie su di un progetto di Scipione Galluccio e Andrea Insano, venne poi restaurata durante la prima metà del XVIII secolo.[13]
Fontana civile
Situata a largo Mercato, fu costruita nel 1875 su progetto dell'ingegnere arianese Raffaele d'Agostino; si caratterizza per la sua forma di coppa ovale.[16]
Palazzo degli Uffici/ Palazzo Portoghesi
Progettato dall'architetto Paolo Portoghesi a fine Novecento[16], ha ospitato fino al marzo 2009 il museo civico Filippo Buonopane e la biblioteca Osvaldo Sanini.
Altro
Giardini Antonio De Curtis
Giardini comunali dedicati all'attore napoletano Totò. In un altorilievo della piazza è stato scolpito il busto dell'artista.
È operante l'”Istituto d'Istruzione Superiore di Grottaminarda”[19], comprensivo di tre scuole secondarie di II grado: l'Istituto Tecnico Commerciale Vincenzo Volpe, l'Istituto Tecnico Industriale Ettore Majorana, l'Istituto d'Arte.
Tra le specialità tipiche la "ciambottella", peperoncini piccanti al pomodoro, oppure i "cicatielli col pulieio" (Mentha pulegium, un'erba aromatica spontanea nella terra d'Irpinia, già conosciuta ai tempi dei Romani). Rinomate sono anche le maniere di cucinare il baccalà, unico genere di pesce che in passato era possibile trovare nell'entroterra data la possibilità di conservarlo in salamoia; si citano il "baccalà alla pertecaregna", così chiamato perché veniva portato in pasto dalle donne di casa ai braccianti che aravano la terra (in dialetto irpino "përtëcàra"=aratro), oppure il "baccalà a ciambottella", cucinato nel sugo con i peperoni. Nella produzione di vino si nota una prevalenza delle viti Aglianico.
La principale realtà sportiva della cittadina è la Polisportiva Grotta 1984, compagine calcistica che milita attualmente nel campionato regionale di Eccellenza. Nel corso della sua storia ha ottenuto il suo miglior risultato concludendo il torneo di Eccellenza Campania 1992-1993 al primo posto a pari punti con la Nocerina, che poi ebbe la meglio nello spareggio per la promozione in Serie D.
^La sede Irpinia, su Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. URL consultato il 13 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2018).
^Ammirato, Scipione, Delle Famiglie Nobili Napoletane. Firenze, appresso Giorgio Marescotti, 1580, pp. 154-155; Hullard–Bréhelles, Historia diplomatica Federici secondi vol. III, 1859
^Come dice l'iscrizione sull'architrave del portale d'ingresso: “D. O. M. DIVO ANTONIO CARITAS FIDELIUM A. N. D. MCMXXVII” (A Dio ottimo e massimo a Sant'Antonio la carità dei fedeli costruì nell'anno del Signore 1927.)
^Aperta al culto una nuova Chiesa. in «Il Mattino», 11 dicembre 1959
^abGrottaminarda 2009/2010. Grottaminarda, 2009, p. 28.
^Copia archiviata, su iisgrottaminarda.it. URL consultato il 18 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2012).
^Scuola di Medicina, su Università della Campania. URL consultato il 9 ottobre 2020.
^Palomba Antonio, Gli anni delle “còcole”. Storia di Grottaminarda tra le due guerre (1915 – 1946). Grottaminarda, Libreria Irpinia Distributrice, 1983; Palomba Antonio – Abbondandolo Enzo, Sapore di pulièo. Storia di Grottaminarda contemporanea 1943-1993. Grottaminarda Vitale & Grasso, 1994.