I componenti del Gabinetto sono nominati dal presidente, quindi si presentano al Senato degli Stati Uniti per ottenere conferma o essere respinti dietro votazione a maggioranza semplice. Se approvati, prestano giuramento e cominciano le loro funzioni alla guida dei 15 dipartimenti dell'amministrazione. A parte il procuratore generale (capo del Dipartimento della giustizia) e, in precedenza, il ministro delle poste, tutti ricevono il titolo di segretario, che è un equivalente del titolo di ministro nella maggior parte dei governi delle democrazie occidentali. I membri del gabinetto sono alle dipendenze dirette del presidente, il che significa che il presidente può rimuoverli e sostituirli a sua totale discrezione. Quando il Senato non è riunito, il presidente può fare nomine provvisorie (la qual cosa avviene sempre ad inizio mandato).
Dal 1926 i membri del Gabinetto servono a piacimento del presidente, che può revocarli in qualsiasi momento senza l'approvazione del Senato, come affermato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso "Myers v. Stati Uniti", o declassare il loro stato di appartenenza al gabinetto.
Il presidente Ronald Reagan ha formato sette consigli di sottogabinetto per esaminare singole questioni politiche e i successivi presidenti hanno seguito quella pratica.
Basi costituzionali e legali
Riferimenti costituzionali
L'articolo III della Costituzione prevede che il presidente può richiedere "il parere, per iscritto, al capo di ciascuno dei Dipartimenti dell'esecutivo, su qualsiasi argomento relativo ai doveri dei rispettivi uffici". La Costituzione non stabilisce però né i nomi, né limita il numero di dipartimenti del Governo, lasciando questo compito al Congresso e al presidente.
In seguito, con la ratifica del XXV emendamento della Costituzione, si prevede che il vicepresidente e "la maggioranza dei principali responsabili" dei dipartimenti che fanno parte dell'esecutivo possano trasmettere una dichiarazione (al presidente della Camera dei rappresentanti e al presidente del Senato pro tempore), nel caso ritengano che il presidente non sia più in grado di esercitare i poteri e adempiere ai doveri della sua carica. Il vicepresidente assume immediatamente il comando fin quando il presidente non trasmetta a sua volta una dichiarazione nella quale affermi la sua adeguatezza all'incarico. Nel caso di ulteriore contestazione è chiamato il Congresso degli Stati Uniti a risolvere la questione.
Riguardo all'eleggibilità dei membri del Gabinetto, la Costituzione non pone alcuna condizione se non quella di incompatibilità con l'appartenenza a una delle due Camere. Questo comporta le immediate dimissioni da deputato o senatore, da parte di quei parlamentari che vengano nominati membri del Gabinetto.
La separazione tra potere esecutivo e legislativo, in questa forma dettata direttamente dalla Costituzione, costituisce una differenza piuttosto marcata rispetto a quanto avviene nei sistemi britannico, canadese e australiano, nei quali addirittura è richiesta l'appartenenza al parlamento per poter essere parte del gabinetto di governo. I fautori del sistema americano sostengono che questo assicura gabinetti più qualificati e più stabili.
Linea di successione
Il Gabinetto è molto importante anche per definire la linea di successione del presidente, vale a dire l'ordine in cui i membri del governo potrebbero essere chiamati a succedere al presidente in caso di morte o di dimissioni del vicepresidente, del presidente della Camera dei rappresentanti e del presidente pro tempore del Senato.
Per questo motivo, è prassi comune di non avere l'intero Gabinetto in un unico luogo, anche per cerimonie come il discorso sullo stato dell'Unione, in cui almeno un membro del Gabinetto è assente. Questa persona è il "sopravvissuto designato", è cioè tenuto in un luogo sicuro e non divulgabile, pronto a subentrare se il presidente, il vicepresidente, il presidente della Camera, il presidente pro tempore del Senato, il segretario di Stato e il resto del Gabinetto venissero uccisi.
Gabinetto in carica
Il Gabinetto non ha poteri esecutivi collettivi o funzioni proprie e non è necessario votare. I membri sono 24 (25 compreso il vicepresidente): 15 a capo di un dipartimento e nove membri a livello di gabinetto; tutti, tranne due, devono essere approvati ("confermati") del Senato.