Il forte si trova sulla collina delle Benne, a un'altitudine di 660 metri s.l.m. Data la sua posizione, esso domina il lato nord del sottostante lago di Levico e parte della Valsugana alta. Altra parte della vallata, lungo la sponda sud del lago, vi trova invece un'opera gemella, il forte Tenna, posto sulla sommità della collina dove si trova il comune di Tenna.[1]
La struttura fortificata occupa 20 765 metri quadrati che ricadevano nei territori comunali di Levico, ma anche di Pergine. Solamente il forte occupa invece 240 metri quadri.
Storia
La struttura della opera presenta delle impronte dei fossati, dei terrapieni e delle controscarpe. La sua base, presenta un andamento a poligono.
Sul fianco nord, si trova un contrafforte con corpo esterno corazzato, mentre verso il piazzale d'ingresso vi sono due finestroni a forma d'arco, sopra cui si trovano due feritoie, una per lato.
Sopra il finestrone centrale si trova la scritta, che recita Werk Colle delle Benne.[2]
Il forte internamente assomigliava alle strutture tipiche dei forti austro-ungarici della fine del XIX secolo, presentando 4 livelli, compresi i sotterranei, con ben 47 stanze.
La sua funzione, assieme ai suoi piccoli appostamenti, era quella di presidiare la strada della Valsugana, tra Levico e Pergine.
Tra il 1902 e il 1915, il forte fu aggiornato ed ampliato, aggiungendo la strada che giunge al forte partendo dalla località "Visintainer" (tra Levico e Pergine) e alcuni ricoveri in roccia e fortini blindati (Traditoren). Uno sul fianco nord del dosso, verso il maso Lazzaretti, e uno a sud, verso il maso Mosele. Inoltre vi era uno sbarramento della strada sottostante (oggi strada provinciale n. 228), con alcune casematte in cemento.[1][3]
Attorno al forte vi era una linea di trincee, con apposita mulattiera, che risaliva fino alla Busa Granda (a 1500 m) vicino a Vetriolo.
Come altri forti austriaci, questo era dotato di un centralino telefonico, un generatore con motore a benzina, un congegno per le comunicazioni ottiche, alcuni riflettori, cisterne per l'acqua piovana e cosa maggiormente importante per il forte, alcuni ricoveri stagni per le preservare le munizioni.[4]
Il forte era presidiato dal distaccamento del k.k. Landesschützenregiments „Bozen“ numero II e dal Festungsartilleriebataillone numeri 1 e 8.
Il forte, dopo la fine del conflitto mondiale, fu dapprima dismesso dal Demanio Militare Italiano nel 1931 (R.D. 10-12-1931, n.1704), ed in seguito venduto per il costo di 3.000 lire al comune di Levico, in data 13 ottobre 1933.
Dato il suo stato di abbandono, che lo ha portato ad essere un rudere, dal 2010, si stanno effettuando dei lavori di recupero e restauro del forte, per un costo stimato di 1.003.755,92 euro.[5] Il progetto è dell'architetto Gino Malacarne di Ferrara e i lavori vengono svolti dalla ditta Moletta di Meano.
I lavori di ristrutturazione si sono conclusi nell'estate del 2014; da allora il forte è periodicamente visitabile, anche attraverso visite guidate.
Armamento
Il forte prevedeva un armamento di:
2 obici da 10 cm M 05 posti in cupole blindate girevoli;
una cupola fissa, utilizzata come osservatorio;
4 cannoni da 12 cm M 80 posti in casamatta blindata, con feritoie ad apertura minima.
Subito dopo lo scoppio della guerra, ovvero agli inizia del 1915, il forte fu considerato vecchio e quindi parzialmente disarmato:[3]
i cannoni vennero ricollocati nelle vicinanze del forte.
i due obici con le cupole vennero invece posti in una batteria in caverna sulla Busa Grande. La cupola osservatorio fu collocata sulla vetta del Monte Celva assieme alle due cupole M 80 tolte dal forte Tenna. La foto in BN ne documenta lo smontaggio dal forte.
Infatti, il forte durante la guerra, servì più che altro come osservatorio e come deposito.
Come raggiungerlo
Si può giungere al forte partendo dal centro storico di Levico Terme procedendo da via San Biagio che perdendo l'asfaltatura conduce al colle della benne, ove su erge la struttura fortificata.[3] La via è pedonale
In realtà esiste una seconda possibilità, che porta al forte su di una maggiormente comoda stradina, che parte dalla località "Visintainer". La via è aperta alle auto ma molto stretta e non asfaltata.
Galleria d'immagini
Il forte durante i lavori di restauro (marzo 2012)
Davide Allegri: Forte Colle delle Benne. Guida storica. Associazione Culturale Forte delle Benne, Levico Terme 2017.
(DE) Erwin Anton Grestenberger: K.u.k. Befestigungsanlagen in Tirol und Kärnten 1860–1918. Verlag Österreich u. a., Wien 2000, ISBN 3-8132-0747-1.
Nicola Fontana: La regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo: pianificazione, cantieri e militarizzazione del territorio da Francesco I alla Grande Guerra.Museo storico italiano della guerra, Rovereto 2016.
(DE) Wilhelm Nußstein: Dolomiten. Österreichische Festungen in Oberitalien. Von den Sieben Gemeinden bis zur Flitscher Klause. Mittler, Hamburg u. a. 1997, ISBN 3-8132-0496-0, (Militärgeschichtlicher Reiseführer).