Nel 1840 lasciò la sua città natale per approfondire le sue conoscenze botaniche. Girò l'Italia, la Svizzera, si fermò per un anno a Parigi, dove ebbe come maestri de Candolle, Jaume Saint-Hilaire[1], Brogniart, ed entrò in amicizia con Webb e von Humboldt.
La morte lo colse alle 6.34 del 9 settembre 1877, mentre si trovava in una cantina. Per volere suo e dei suoi congiunti le sue spoglie mortali vennero inumate in una fossa comune. Non una cerimonia, non una croce in suo ricordo.
Opere
A soli 22 anni pubblicò la prima parte dell'opera Flora Panormitana, uno studio sulla flora siciliana, rimasto incompleto.
Nel 1848 iniziò a scrivere il primo volume della Flora Italiana. L'opera è concepita in dieci volumi, ma Parlatore riuscì a scriverne interamente solo i primi quattro, mentre gli altri sono parzialmente opera di Théodore Caruel.
Oltre alla Flora Italiana, meritano una menzione anche le Lezioni di botanica comparata (Firenze, 1843) e la Monografia delle fumarie (Firenze, 1844).
Contribuì inoltre al sedicesimo volume del Prodromus systematis naturalis regni vegetabilis di de Candolle, di cui scrisse i capitoli su conifere e gnetacee, nonché alla Histoire naturelle des îles Canarie di Philip Barker Webb (Parigi, 1836-50).
Nell'esposizione floreale di Firenze nel 1856 fu presentata dal Prof. Emilio Santarelli una varietà di Camelia a cui poi venne dato il nome di Prof. Filippo Parlatore, come tributo di stima e affetto[3].
Note
^Jean Henri Jaume Saint-Hilaire (Grasse, 29 ottobre 1772 – Parigi, 19 giugno 1845), è stato un botanico ed artista francese.