Studiò lettere e medicina a Pisa [1]. Diresse La Rivista di Firenze e Il Popolano. Fu processato per via dei suoi scritti dopo la fuga del Granduca e condannato a 90 mesi. La pena gli fu commutata in esilio. Andò a Marsiglia e poi a Parigi. Fece ritorno a Firenze nel 1865. Collaborò a La Gazzetta d'Italia e tradusse romanzi stranieri[1].