Fu molto atteso dal padre perché, essendo l'unico erede maschio legittimo, garantiva la successione maschile al trono inglese e la continuità della dinastia Tudor: infatti l'unico altro figlio maschio sopravvissuto all'infanzia, e peraltro illegittimo (e quindi privo di diritti di successione), Henry FitzRoy, I duca di Richmond e Somerset, era morto pochi mesi prima della nascita di Edoardo.
Era talmente prezioso per il re inglese che questi, per proteggerlo da possibili infezioni e malattie, ordinava che la sua stanza fosse pulita tre volte al giorno con acqua e sapone e che ogni cortigiano che volesse vederlo dovesse lavarsi ripetutamente le mani prima e dopo averlo toccato. Inoltre viveva lontano dalla corte, a Windsor, visto che sarebbe stato pericoloso tenerlo a Londra, dove periodicamente infuriavano epidemie di peste e vaiolo. Questo anche perché il bambino aveva una salute cagionevole e un corpo gracile.
Anche se lo amava a dismisura, Enrico VIII non esitò a usare il figlio come pedina nel complesso scacchiere politico. Infatti, nel luglio del 1543, quando Edoardo non aveva ancora 6 anni, il padre decise di imporlo come fidanzato a Maria Stuarda, neonata regina di Scozia, figlia del defunto re Giacomo V di Scozia e di Maria di Guisa. Per questo il 1º luglio di quell'anno il sovrano inglese firmò due accordi diplomatici, noti come trattati di Greenwich, con i rappresentanti scozzesi: il primo sotto-trattato sanciva la pace tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Scozia; il secondo invece proponeva un matrimonio tra il principe Edoardo e Maria, regina di Scozia, che aveva appena sei mesi.
In questa parte del documento veniva concordato che la regina Maria sarebbe stata accompagnata da un nobiluomo inglese e da sua moglie fino al suo decimo anno di vita; nel 1552 sarebbe quindi stata consegnata ufficialmente agli inglesi e avrebbe vissuto in Inghilterra nell'attesa di sposarsi. Oltre a ciò, era stabilito che il Regno di Scozia potesse mantenere le sue leggi.[1] Benché il conte di Arran avesse firmato l'accordo il 1º luglio e lo avesse ratificato il 25 agosto 1543, il trattato di Greenwich fu infine rifiutato dal Parlamento scozzese l'11 dicembre dello stesso anno;[2] infatti, Maria di Guisa, madre della regina in fasce, non era d'accordo con le nozze e rimanendo fedele all'Auld Alliance preferì far sposare sua figlia al delfino di Francia, Francesco, figlio di Enrico II e di Caterina de' Medici.
Re d'Inghilterra
Sul letto di morte, Enrico VIII indica come suo successore il figlio Edoardo VI. In primo piano, il papa con la testa reclinata, simbolo della sconfitta della Chiesa cattolica nel Regno d'Inghilterra.
Dopo la morte di Enrico VIII fu incoronato re d'Inghilterra e Irlanda il 20 febbraio 1547, all'età di neanche 10 anni. Nel 1544 Enrico VIII, con l'Act of Succession, aveva indicato la linea di successione designando al trono, dopo Edoardo, la cattolica Maria, e dopo di lei la sorellastra Elisabetta.
Il giovane re era di bell'aspetto e di intelligenza non comune, ma assai debole e malaticcio: anche per questo non esercitò mai un reale influsso nelle lotte economico - politiche del tempo, che spinsero il Paese sull'orlo della bancarotta. Sotto il suo regno comunque venne riformata in senso protestante la Chiesa d'Inghilterra, anche per influenza dello zio Edward Seymour, I duca di Somerset, reggente per conto del nipote, oltre che dell'arcivescovo di CanterburyThomas Cranmer, entrambi di tendenze luterane.
Edward VI signing his first Death Warrant di John Pettie R.A.
Fu infatti sotto loro pressione che nel 1549 Edoardo VI promulgò il Book of Common Prayer, divenuto la base della comunione anglicana. Esso conteneva, "spogliata da ogni superstizione" (come dalla stessa prefazione suggerito) "la liturgia della Chiesa d'Inghilterra riguardo alla preghiera del mattino e della sera, della santa comunione, e dei sacramenti". In questa prima edizione esso portava il nome di "libro della Preghiera Pubblica". In quel momento il duca di Somerset era al culmine del suo potere, anche per le numerose vittorie ottenute in Scozia, ma aveva commesso l'errore di abusare del suo potere, accumulando enormi ricchezze. Per tale motivo fu prima privato della carica di reggente e poi processato per tradimento nel 1549.
Fu poi rilasciato nel 1550, ma nell'ottobre 1551 fu di nuovo accusato di tradimento e venne processato.
Fu giustiziato il 22 gennaio 1552.
Il suo posto fu preso da John Dudley, I duca di Northumberland, il quale divenne, nell'ultimo periodo di regno di Edoardo VI, il vero governante d'Inghilterra. Fu lui infatti a convincere il giovane re a designare come successore, per non ridare l'Inghilterra in mano ai "papisti", la sua coetanea e compagna d'infanzia lady Jane Grey, pronipote di Enrico VII d'Inghilterra che era stata educata alla corte dell'ultima moglie di suo padre, Caterina Parr, come Elisabetta. Il testamento fatto sottoscrivere a Edoardo presentava un duplice aspetto di debolezza: su un piano formale esso era illegittimo perché violava una legge votata dal Parlamento, qual era l'atto di successione; su un piano sostanziale esso ignorava i diritti della regina di Scozia, Maria Stuarda, e di Margaret Douglas, le quali discendevano direttamente dalla sorella maggiore di Enrico VIII, Margherita Tudor, e si collocavano quindi in una posizione di evidente priorità rispetto alla Grey, che era invece nipote dell'altra sorella minore di Enrico VIII, Maria.
Improvvisamente, però, nell'inverno del 1552 il giovane sovrano si ammalò, forse di tubercolosi, e dopo una lunga agonia morì il 6 luglio 1553 a Greenwich, a 15 anni. Si disse anche che fosse stato avvelenato, forse proprio da John Dudley, che aspirava a mantenere la carica di reggente e a eliminare poi le sorellastre Maria ed Elisabetta. Dudley pensava di poter dare in moglie Elisabetta al proprio figlio Robert, ma poi ritenendo questi poco malleabile si propose egli stesso a Elisabetta. Infine diede in moglie Jane Grey al figlio Guilford. Alla notizia della sua morte Maria venne a Londra a prendere possesso del trono che era stato, secondo lei, usurpato da Jane Grey e da suo marito Dudley. Jane e i componenti del Consiglio reale che ne avevano supportato la successione furono accusati di tradimento e giustiziati nel febbraio del 1554.
Edoardo VI nella cultura di massa
Nella letteratura
Edoardo VI è un personaggio principale nel romanzo di Mark Twain del 1881 Il principe e il povero, nel quale il giovane principe ed un ragazzo povero di nome Tom Canty, che ha una sorprendente somiglianza con Edoardo, si scambiano deliberatamente di posto.
In Green Darkness (1972) di Anya Seton Edoardo VI fa visita alla tenuta dove vive la protagonista.
Heirs of Squire Harry (1974) di Jane Lane ritrae accuratamente gli intrighi politici alla corte del giovane re, assediato da uomini ambiziosi spietati e messo in ombra dalle sue sorelle.
Herbert Albert Laurens Fisher, The History of England, from the Accession of Henry VII, to the Death of Henry VIII, 1485-1547 (Volume V), Londra, Longmans, Green, and Co., 1906.
David Michael Loades, John Dudley, Duke of Northumberland, 1504-53, Oxford, Oxford University Press, 1996.
Mark Twain, "Il principe ed il povero" (1881): è un romanzo con protagonista Edoardo VI, che ha avuto numerose trasposizioni teatrali e cinenematografiche.