Al Mondiale 1990 Codesal Méndez esordì arbitrando la gara tra Italia e Stati Uniti, durante la seconda giornata della fase a gironi. La gara venne vinta dagli azzurri per 1-0 con rete di Giuseppe Giannini e, al 33° del primo tempo, l'arbitro concesse un calcio di rigore alla formazione italiana, poi sbagliato da Gianluca Vialli che colpì il palo. Codesal Méndez diresse poi il quarto di finale tra Inghilterra e Camerun. Durante la partita, l'arbitro messicano assegnò tre calci di rigore, tutti messi a segno: il primo fu segnato dal Camerun, che pareggiò l'incontro portandosi sull'1-1, mentre gli altri due furono segnati dall'Inghilterra, che ribaltarono il risultato dal 2-1 per gli africani al 3-2 per gli europei, che guadagnarono così l'accesso alle semifinali.
Codesal Méndez fu infine designato per arbitrare la finale fra Germania Ovest e Argentina. In quell'occasione fu aspramente criticato per aver dapprima negato un rigore[senza fonte] alla Germania per un fallo commesso ai danni di Klaus Augenthaler, poi per averne negato uno all'Argentina per un fallo commesso in area contro Gabriel Calderón e per aver infine assegnato un calcio di rigore molto dubbio alla Germania per un intervento di Néstor Sensini ai danni di Rudi Völler all'84º minuto. Il rigore, messo a segno da Andreas Brehme, consentì ai tedeschi di vincere la partita e, di conseguenza, il terzo titolo mondiale di calcio nella loro storia.
In quell'occasione, inoltre, il fischietto messicano fu il primo arbitro in assoluto ad aver espulso un calciatore in una finale della Coppa del Mondo, mostrando il cartellino rosso agli argentini Pedro Monzón e Gustavo Dezotti: Monzón venne espulso per aver commesso un duro tackle su Jürgen Klinsmann, mentre Dezotti venne mandato negli spogliatoi verso la fine della partita per aver litigato con Jürgen Kohler. Infine, nel 2020, dichiarò in un'intervista ad una radio uruguaiana "Tirando Paredes", che avrebbe potuto espellere Maradona per il suo insulto durante l'esecuzione dell'inno argentino, ma preferì gestire diversamente quel tipo di situazione, e subì nel corso della partita, l'accusa di "Mandante della Fifa" da parte del "Pibe de Oro" in occasione del rosso a Monzón, per far perdere la Nazionale Argentina.[1]