Nel 1993 prende la tessera del Partito Radicale, mentre il 1º gennaio 1998 partecipa alla sua prima manifestazione organizzata dai radicali, dove conosce lo storico leader Marco Pannella[1]. Inizia a frequentare assiduamente la sede di partito, diventando responsabile per l'informazione dei radicali.[3] Il 15 luglio 2001 viene eletto segretario del neo-costituito movimento dei Radicali Italiani.[4]
Nel novembre 2005 viene rieletto per la quarta volta segretario dei Radicali Italiani e gestisce, per parte radicale, la collaborazione con i Socialisti Democratici Italiani per la costituzione della Rosa nel Pugno, nuovo soggetto politico di area liberalsocialista. Candidatosi alle Politiche 2006 nella coalizione di centro-sinistra de L'Unione, Capezzone viene eletto nelle file della RnP alla Camera dei deputati nella circoscrizione elettoraleSicilia I. Il 6 giugno 2006 viene eletto presidente della X Commissione Permanente - Attività Produttive, Commercio e Turismo, carica che ricoprirà fino al 7 novembre 2007; è stato il primo parlamentare radicale ad assumere la carica di presidente di una Commissione parlamentare.[7]
All'interno della Rosa nel Pugno, Capezzone si differenzia progressivamente dalle posizioni di Pannella, cercando di spostare l'attenzione del soggetto dai diritti civili alle libertà economiche. Pannella gli rimprovera di agire per la propria visibilità personale e di tenere un atteggiamento troppo critico nei confronti del governo Prodi II cui il partito prende parte[8][9]. Capezzone non si ricandida a segretario di Radicali Italiani e gli succede Rita Bernardini; il Congresso del partito adotta una mozione Capezzone-Bernardini che impegna i Radicali Italiani a sollecitare il Governo Prodi II a intraprendere le auspicate riforme economico-sociali e per i diritti civili.[10]
Tra i vari progetti di legge di cui è primo firmatario o co-firmatario,[11] risaltano il provvedimento per la concessione di amnistia e indulto (successivamente è stato approvato il solo indulto)[12] e per il progetto di legge "Sette giorni per aprire un'impresa",[13] volta a snellire le pratiche burocratiche necessarie per l'inizio di un'attività imprenditoriale.[14] Il 25 gennaio 2007 Capezzone avvia uno sciopero della fame[15] per sollecitare gli organi competenti a pronunciarsi in merito ai ricorsi sull'attribuzione di otto seggi contestati al Senato della Repubblica.[16] Lo sciopero, proseguito ininterrottamente per quaranta giorni e a cui hanno progressivamente aderito centinaia di persone,[17] è stato sospeso il 7 marzo 2007, a seguito della decisione della giunta per le elezioni del Senato di procrastinare ulteriormente la soluzione della vicenda.[18]
In seguito alla crisi del Governo Prodi II e al rinvio del governo stesso alle Camere per i relativi voti di fiducia, il 25 febbraio 2007 Capezzone annuncia la sua astensione, contestando l'operato de L'Unione e aggiungendo che «solo la grande stima umana e politica che ho per Emma Bonino come membro del governo, fa sì che io non mi spinga oltre».[19][20] Successivamente alla sua fuoriuscita dai Radicali Italiani, il 7 novembre 2007 Capezzone si dimette da Presidente della X Commissione permanente della Camera[21] e comunica di lasciare contestualmente il gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno per aderire al Gruppo misto.[22]
Le tre mosse politiche mettono Capezzone in rotta con le posizioni di Radicali Italiani[28][29][30] Tra maggio e giugno 2007, a seguito di uno scontro con Pannella,[31][32] Capezzone non partecipa al Comitato Nazionale dei Radicali Italiani[33][34] e annuncia la costituzione del suo network liberale.[35] La sua partecipazione ai programmi di Radio Radicale viene sospesa.[36] Nell'estate 2007 Capezzone presenta il network "liberale e liberista" Decidere.net,[37] che organizza per il 15 settembre 2007 una manifestazione sulla riforma delle pensioni a Roma e due settimane dopo un convegno sulle tasse a Milano. Resteranno le uniche vere iniziative legate al network prima della sua dismissione. A novembre Capezzone si dichiara interessato a mettere a disposizione gli obiettivi liberali del network Decidere.net nel futuro progetto de Il Popolo della Libertà.[38]
Portavoce di Forza Italia e del PdL
Il 9 febbraio 2008 Capezzone annuncia la sua adesione a Forza Italia,[39] motivandola con l'opposizione alla politica fiscale del governo Prodi II.[40] Non ricandidato alle elezioni politiche del 2008,[41] il 12 maggio 2008 Capezzone diviene nuovo portavoce del partito[42] e, con la confluenza di questo ne Il Popolo della Libertà, il 9 aprile 2009 viene nominato portavoce del PdL.[43] Prima di ricoprire il ruolo di portavoce di Forza Italia e PdL, Capezzone aveva più volte manifestato considerazioni aspramente critiche nei confronti di Silvio Berlusconi[44][45][46], del Popolo della Libertà e del Vaticano, arrivando a chiedere l'abolizione dei Patti Lateranensi e dell'otto per mille alla Chiesa cattolica[47]. Nell'estate 2010, durante il più aspro scontro tra Berlusconi e Fini, cofondatori del PdL, si schiera dalla parte del Presidente del Consiglio e critica duramente le scelte politiche del Presidente della Camera.[48]
Adesione alla rinata Forza Italia e al partito di Fitto
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà[49], aderisce alla nuova Forza Italia, nonostante alcuni presunti dissapori con Berlusconi stesso.[50]
Il 12 febbraio 2010 viene condannato in via definitiva dalla corte suprema di cassazione per diffamazione a mezzo stampa. La Suprema Corte ha respinto il ricorso di Capezzone per una vicenda risalente al novembre 2002, quando era segretario dei Radicali Italiani. Attraverso una dichiarazione stampa riportata sul sito radicale[51], questi si era rivolto indirettamente a Carlo Lasperanza, PM nel processo sull'omicidio della studentessa romana Marta Russo, parlando di «comportamenti letteralmente teppistici di alcuni magistrati» e di "testimoni minacciati". Capezzone intervenne spesso in difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, assumendo quest'ultimo come consulente quando era deputato e Presidente di Commissione. Secondo la Cassazione, pur essendo il diritto di critica, anche "aspro", una forma legittima di dissenso, Capezzone utilizzando i termini "teppismo" e "minaccia", «lesivi dell'onorabilità» professionale del magistrato, sarebbe andato oltre, senza esercitare solo «una legittima critica al difetto di garantismo emerso dalle indagini».[52]
Attività editoriale e televisiva
Dall'estate2001 fino a giugno 2007 ha curato, per Radio Radicale, la puntata domenicale della rassegna stampa Stampa e regime, oltre a vari spazi di approfondimento e di "Filo diretto" (intervista-conversazione) con gli ascoltatori.[53] Ha spesso collaborato con vari giornali quindi ha firmato editoriali per testate giornalistiche italiane ed estere (fra cui Libero[54] ed il The Washington Times[55]). Nel 2003 ha pubblicato il suo primo libro, Uno shock radicale per il XXI secolo. Capezzone presenta i contenuti del libro presso l'American Enterprise Institute di Washington nel marzo 2004.[56] Nel 2004 pubblica il suo secondo libro, Euroghost - Un fantasma s'aggira per l'Europa: l'Europa.[57]
Nel 2006 ha condotto insieme al giornalista-bloggerMario Adinolfi70in2, un talk-show di attualità politica dedicato alla generazione dei trentenni cresciuti negli anni ottanta. Il programma è andato in onda sulla radio locale romana Radio Città Futura.[60] Nel 2007 ha tenuto la rubrica De Minimis su Nessuno TV[61] nonché all'interno del programma di Rai 2Confronti, è poi ospite fisso del talk-showcalcisticoIl processo di Biscardi e cura la rassegna stampa della domenica su Radio 24.[62] Inoltre dal 20 dicembre 2007 al 15 giugno 2010 ha avuto la direzione politica dell'agenzia di stampa Il Velino.[63][64] Nell'ottobre 2017 ha pubblicato il libro Brexit. La sfida[65], assieme a Federico Punzi, sulla riflessione dell'uscita della Gran Bretagna dall'UE. Il 26 gennaio 2018 è stato tra i fondatori, con l'aiuto dell'editore Francesco Giubilei, della rivista trimestrale Atlantico, di cui è co-direttore.[66] Nello stesso periodo viene coinvolto dal quotidiano La Verità in qualità di editorialista e commentatore della rassegna stampa giornaliera del quotidiano (La verità alle sette), fino alla fine di giugno 2023 in cui Capezzone annuncia la fine della sua collaborazione.[67][68] Dal 7 settembre 2023 è direttore editoriale del quotidiano Libero[69].
Nel 2006, secondo un'intervista ad Eva 3000 ripresa dal Corriere della Sera, Capezzone avrebbe affermato di essere bisessuale[70], cosa che lo stesso politico, in una successiva intervista a Libero, ha definito «una tempesta in un bicchier d'acqua», aggiungendo che «le mie relazioni sono affar mio»[71]. Questa posizione è stata ribadita nel 2010 in un'ulteriore polemica sulla sua presunta bisessualità[72], in cui ha riaffermato che questi argomenti «sono questioni private»[70].
Opere
Daniele Capezzone e Michele Ainis (a cura di), Tornare alla Costituzione: atti provvisori del Convegno Tornare alla Costituzione: Roma, Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto (Camera dei deputati), 6 e 7 dicembre 1999, Torino, G. Giappichelli, 2000, ISBN88-348-9349-2.
Democrazia istantanea: Velocità e decisione: quello che anche alla sinistra converrebbe imparare da Berlusconi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004, ISBN978-88-498-2418-6.
Contro Assange, oltre Assange. Difendere le opportunità e la magia di Internet sia dalla censura che dall'assangismo e dalle derive collettiviste e illiberali, Milano, il Giornale, 2011.
Daniele Capezzone e Federico Punzi, Brexit: la sfida: il ritorno delle nazioni e della questione tedesca, Roma, Giubilei Regnani, 2017, ISBN978-88-98620-41-8, OCLC1090189328.
Likecrazia: lo show della politica in tempo di pace e di Coronavirus, Milano, Piemme, 2020, ISBN978-88-566-7676-1.
Per una nuova destra: antitasse, pro libertà, dalla parte dei dimenticati dalla sinistra, Milano, Piemme, 2021, ISBN978-88-566-8235-9.
Bomba a orologeria: l'autunno rovente della politica italiana, Milano, Piemme, 2022, ISBN978-88-566-8748-4.
^I ricorrenti sostengono che tali seggi sarebbero stati illegittimamente attribuiti a L'Ulivo (5 seggi), Rifondazione Comunista (2 seggi) e Forza Italia (1 seggio), a causa di una errata applicazione della soglia di sbarramento regionale, prevista dalla vigente legge elettorale. Il partito maggiormente danneggiato sarebbe proprio la Rosa nel Pugno, che avrebbe diritto a 4 degli 8 seggi contestati. Cfr. Roberta Jannuzzi, Il giallo degli otto senatoriArchiviato il 4 aprile 2007 in Internet Archive., Radio Radicale, 17 ottobre 2006.
^ Alessandro Capriccioli, Caro Capezzone, non ti ricordi?, L'Espresso, 10 settembre 2010. URL consultato l'8 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2011).