Il convento dell'Annunciata, anche detto eremo dell'Annunciata, è un edificio religioso risalente al XV secolo, in provincia di Mantova, situato in località Annunciata, nella zona sud del territorio di Medole, ai confini con quello di Castel Goffredo. Costruito in luogo appartato, anticamente boschivo, il convento venne in passato spesso ricordato come eremo. Il complesso è costituito da tre fabbricati disposti attorno al giardino, comprendenti quattro sale a volto, il chiostro, un rustico e la piccola chiesa.
«...tra Medoli e Castel Giuffredo ... è situato il Convento che dalla solitudine in cui è posto, viene chiamato dell'Eremo sotto il titolo della Santissima Annontiata.»
(Donato Calvi. Memorie storiche degli Eremitani di Sant'Agostino, Milano 1669)
Storia
Il convento ebbe origine da una donazione fatta da Guglielmo Luchino Venturella di Castel Goffredo[1] di un oratorio privato, con casa ed orto contigui, assegnata agli Eremitani di Sant’Agostino con breve di Papa Callisto III del 1455. Nel 1467 i lavori erano probabilmente terminati o in stato avanzato, essendosi tenuto nel convento il Capitolo Generale della Congregazione di Lombardia degli Agostiniani. Nel 1499 il vescovo Leone dell'Ordine dei Minimi Osservanti, consacrò la chiesa oggi demolita.
Durante il corso dei secoli seguenti, l'importanza del convento dell'Annunciata aumentò grazie alle munifiche donazioni della famiglia Gonzaga e dei comuni di Medole e Castel Goffredo. Nel 1532 il marchese di Castel GoffredoAloisio Gonzaga donò agli Eremitani un fondo boschivo adiacente al convento.[2] Dal 1467 al 1614 vi si tennero nove Capitoli Generali della Congregazione Lombarda dell'ordine agostiniano (Eremitani di Sant'Agostino).
Il 28 giugno 1543 l'Imperatore Carlo V, giunto al Castello di Medole per un incontro politico con la famiglia Gonzaga, sostò al convento donando agli agostiniani un prezioso breviario rilegato in argento. (Si ricorda che Carlo V fu particolarmente legato agli agostiniani e soggiornò a lungo nel convento di Sant'Agnese in Mantova, cui concesse benefici e privilegi).
«...Carlo V Imperatore visitò questa Chiesa quando passò per Medole l'anno 1543 ed alloggiò in casa del Signor Francesco Zappaglia, che da S. M. fu dichiarato poi Cavaliere, e regalato di una catena d'oro, ed è fama che lasciasse in dono alla Chiesa un breviario legato in argento scritto in pergamena che si conserva .[3]»
Nel corso del Cinquecento un'altra presenza illustre è quella di San Luigi Gonzaga, molto devoto all'immagine custodita nel convento e ritenuta miracolosa: Il Beato Luigi Gonzaga molte volte essendo al secolo visitò questa Santa Immagine, ad essa riverente offriva sé stesso, come si dava vedere dalla divozione e pietà nota del Santo, narra un documento dell'epoca.[4]
Il 12 giugno 1783, sotto il regno dell'imperatore Giuseppe II, venne decretata la soppressione del convento. Nel 1808 i fabbricati furono venduti dal Demanio al cavaliere Giovanni Arrighi di Medole. Il 5 novembre 1885 il vescovo di Mantova Giuseppe Sarto, futuro Papa Pio X, visitò l'attuale chiesetta neoclassica e riconfermò l'autorizzazione a celebrarvi la messa, come tuttora avviene.[5]
Nel 1994, il registaAlberto Rondalli scelse il convento come location per girarvi il mediometraggioQuam Mirabilis che ottenne una menzione speciale della giuria al festival di Kiev (1994), di Dunkerque (1995), di Sulmona (1994) per la miglior regia, il premio speciale della giuria al festival di Messina (1995).[6]
Fino alla fine del XVIII secolo, il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, sulla strada antistante il convento aveva luogo un'importante fiera che richiamava gran numero di fedeli. Un editto del 1589 di Alfonso Gonzaga, marchese di Castel Goffredo, proibiva che il giorno della fiera si portassero armi nella chiesa:
«Per ovviare a scandali che spesso occorono per il licenzioso portar dell'armi, ed al fine che principalmente le chiese e i luoghi sacri siano tenuti in quel rispetto e riverenza che conviene. Perciò con la presente pubblica grida comandiamo che persona di qualsivoglia stato grado e condizione così terriere come forestiere non ardisca oggi che è il giorno festivo dell'annunciazione entrare in qualunque modo con armi offensive di sorte alcuna, spada, pugnale et pistolere, nella chiesa dell'Annunciata di Castelgoffredo, dentro del muro che chiudono il cimitero avanti a detta chiesa e tenere altri sorti di armi eccettuati da questi le guardie che sarano lì di ordine nostro et il capitano di campagna, coi suoi compagni ai quali per sicurezza e guardia del luogo, delle persone e robbe, sia lecito il tenere et portare le loro arme sotto pena agli inobedienti della galera per 4 anni e a questo effetto si comanda che al medesimo capitano e suoi seguaci che se qualcuno sarà tanto insolente gradisca contravvenire debba trattenerlo uno o più che fossero e condotti prigioni in questa terra e se anco fossero tali e tanti che non potesse detto capitanio eseguire d'ufficio suo debba avvisarne subito il capitano che sarà consegnato che la scorta sua possa per quello che conviene al voler nostro ed all'esecuzione del presente ordine. Sotto pena della disgrazia nostra ed altra autorità nostra riservata, comandiamo che tutti i sudditi nostri ed altri habitanti che hanno licenza di portar arme e li quali si troveranno in detto luogo che occorrendo disordine alcuno, che dio non voglia, o temendosi di qualche inconveniente debbano prestar ogni aiuto bisognevole et per essi possibile alle guardie già dette ad ogni ricerca del loro capo, ed anco senza esserne ricercati. Si comanda inoltre che alcuno non ardisca violare la solennità di detto giorno, giocare a carte, dadi od altro gioco di mal esempio et scandalo in qualunque modo in detto luogo sopra boteghe od altro dentro o fuori delle mura dell'Annunciata sotto pena di 10 scudi per ciascuno e un tratto di corda a chi non haverà modo di pagare. Con la quale pena anco incorreranno i falsari ed altri che permetteranno che si giochi nelle boteghe loro. Alcuno sia chi si voglia no tenghi robbe da vendere dentro detti muri sotto pena di perdere le robbe ed altro ad arbitrio nostro come di sopra, perciò ognuno si attendi ad obbedire.»
(Editto di Alfonso Gonzaga, marchese di Castelgoffredo, 24 marzo 1589 Archivio Gonzaga. Mantova)
Oggi è un'abitazione privata non aperta al pubblico, visitabile su appuntamento, a richiesta può accogliere ricevimenti ed eventi culturali.
Architettura e arte
«Ha il suddetto monasterio la chiesa sotto il titolo et invocazione di S. Maria dell'Annuntiata, la quale è di struttura di due navi, la maggiore a suffitta e la minore a volta, con nove altari, choro, sagrestia e cimitario di muro davanti (...) due chiostri, il capitolo, refettorio, cantina, dispensa, cucina, corte per i cavalli e carri, quattro stanze per alloggiar servitù, altre tre per far bucato e torchiar vino, due salette da passeggiare (...) Addì 10 luglio 1650.[7]»
L'edificio è un tipico esempio di architettura tardo gotica lombarda realizzata in cotto. La struttura originale constava di due chiostri e un'ampia chiesa dedicata a un'immagine miracolosa della Santissima Vergine Annunciata. Un muro di cinta costruito in sasso si sviluppa ancora oggi per circa un chilometro racchiudendo un parco di sei ettari e facendone la più ampia area cintata in antico del mantovano.
Dell'antico edificio oggi sono rimaste solo alcune parti dei chiostri gotici, dei saloni con coperture a volto e a cassettoni.
Come si deduce da numerosi disegni conservati presso l'archivio Gonzaga di Mantova, il complesso monastico originario era costituito da una chiesa, oggi scomparsa, dal refettorio, dalle sale capitolari e da due chiostri gotici di cui rimangono oggi dei frammenti. Allo stato attuale l'edificio si presenta con una semplice facciata neogotica che termina con la chiesa odierna, di spoglio impianto neoclassico, edificata nel 1851.
All'interno si trovano i resti dei due chiostri gotici che presentano una composizione assai simile a quella dei chiostri dell'abbazia di Polirone.
Tutto è realizzato in cotto secondo la tradizione padana con interessanti lacerti di decorazioni a fresco ancora oggi leggibili sulle colonne e le mostre degli archi a ogiva.
I fusti delle colonne sono vivacemente dipinti di rosso, lo strato sottostante di pittura fa supporre una decorazione a viticci. I capitelli, decorati col trigramma di San Bernardino attorniato da angeli alati, sono di sapore tardo gotico. Sulle pareti del chiostro frammenti di decorazioni ricordano la presenza in antico di un cornicione in finto marmo di gusto già rinascimentale.
Fra gli altri elementi decorativi esterni risalenti al XV secolo si ricordano due finestre trilobate e affrescate ed un Padre Benedicente attorniato da angeli musicanti.
Sempre del Quattrocento sono tre sale con copertura a volto e le sale capitolari con soffitti a cassettoni, queste riccamente affrescate ma ancora in attesa di restauro.
La chiesa attuale presenta semplici decorazioni a tempera del XIX secolo di carattere architettonico ed una pala d'altare d'area veneta della seconda metà del XVIII secolo.
Note
^ Pierino Pelati, Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica, Asola, 1996.
^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.
^Copia dell'Istoria del convento della Santissima Annunziata di Medole dall'archivio dei P. P. di S. Agostino di Bergamo nel quale trovansi tre tomi contenenti la storia di tutti i conventi della nostra congregazione e le seguenti notizie trovansi nel primo tomo. Manoscritto Archivio Ceni. Brescia. L'originale si trova presso l'archivio della Curia Vescovile di Bergamo, segn. III-12, "Serie dei conventi della Congregazione Agostiniana". Si veda anche: Vincenzo Marchetti, " Serie dei Conventi Agostiniani. Un manoscritto del P. Donato Calvi ritrovato" , sta in "Società, cultura, luoghi al tempo di Ambrogio da Calepio". Bergamo, Edizioni dell'Ateneo, 2005.
^, Copia dell'Istoria del convento della Santissima 'Annunziata di Medole dall'archivio dei P. P. di S. Agostino di Bergamo nel quale trovansi tre tomi contenenti la storia di tutti i conventi della nostra congregazione e le seguenti notizie trovansi nel primo tomo.op. cit.
Atto notarile di soppressione del convento e verbale di consegna della chiesa al parroco di Medole. Archivio Ceni, Brescia.
Copia dell'Istoria del convento della Santissima 'Annunziata di Medole dall'archivio dei P. P. di S. Agostino di Bergamo nel quale trovansi tre tomi contenenti la storia di tutti i conventi della nostra congregazione e le seguenti notizie trovansi nel primo tomo. Manoscritto di metà Seicento. Archivio Ceni, Brescia.