Nato nel Castello di Voisenon da Louis Claude de Fusée, cavaliere signore di Voisenon, e da Marie Anne de Palerne, Claude-Henri ebbe una giovinezza mondana. Un aneddoto spesso citato afferma che "di salute cagionevole ma dotato di un'intelligenza acuta", aveva solo 11 anni quando scrisse un'epistola in versi a Voltaire, che lo ringraziò e gli predispose una carriera poetica. Fu l'inizio di un'amicizia che durò fino alla morte di Voisenon, senza mai vacillare. Se l'amicizia epistolare tra i due è innegabile (Voltaire lo soprannominò "il caro amico Greluchon"[1]), il fatto riportato tuttavia è probabilmente falso e dovuto all'immaginazione della contessa Turpin de Crissé, la sua prima biografa.
In quanto figlio più giovane, la sua famiglia lo destinò alla carriera ecclesiastica, in seguito (forse ancora una leggenda) ad un presunto duello in cui ferì gravemente il suo avversario. Nel 1739 fu ordinato sacerdote. Divenne vicario generale della diocesi di Boulogne, il cui vescovo all'epoca era un suo parente, monsignor Henriot. Fu anche nominato abate in commendam dell'abbazia di Chapelle-aux-Planches[2].
Il vescovo di Boulogne gli commissionò la stesura dei suoi mandati, nei quali Voisenon pare introducesse più epigrammi che pensieri edificanti. Quando il vescovo morì nel 1741, "la città e il clero di Boulogne" chiesero al cardinale de Fleury che Voisenon gli succedesse. Voisenon si precipitò allora a Versailles per chiedere di non essere nominato: "Come fanno ad aspettarsi che io [...] li guidi, quando ho così tanti problemi a guidare me stesso?" Vinse infine la causa anche se gli fu affidata l'abbazia di Jard, vicino a Melun, di cui ricevette solo la rendita[3].
Molto popolare nella società letteraria, fu uno dei membri di spicco della Société du bout du banc di Mademoiselle Quinault e frequentò anche i salotti di Madame Geoffrin e della d'Épinay. Si vedeva pure spesso nel castello del duca di La Vallière a Montrouge, tanto che Voltaire lo chiamava scherzosamente "Monseigneur de Montrouge". Grande amante del buon vino, della buona tavola e della galanteria, si dice che fosse l'amante di Madame Favart. Scrisse romanzi e racconti libertini, poesie leggere in rima o di argomento biblico, compose commedie in versi, alcune delle quali ebbero successo, e un'opera (L'Amour et Psyché del 1760).
Rifiutò il posto diplomatico offertogli dal duca di Choiseul, ma accettò una pensione di 6.000 livres per comporre l'Essais historiques ad uso dei nipoti di Luigi XV. Fu presentato a Madame de Pompadour, con la quale si trovò presto in grande sintonia, e usò la sua influenza per aiutare i letterati in difficoltà.
Durante la riforma Maupeou, fu vicino ai principali ministri, mentre nel 1771 il duca d'Aiguillon lo fece nominare ministro plenipotenziario del principe vescovo di Spira[4]. Fu anche vicino all'abate Terray, a cui contribuì alla festa organizzata per il matrimonio del nipote[5].
Qualche tempo dopo il ristabilimento delle corti sovrane, abbandonò la vita parigina. Si trasferì nel castello di Voisenon, nella parrocchia di Saint-Barthélémy a Melun, dove scrisse il suo testamento poco prima di morire, il 22 novembre 1774. Secondo le sue volontà, il suo corpo fu trasferito nella tomba di famiglia in una cappella dell'Abbazia di Jard. L'amico Favart ne scrisse l'elogio funebre[6].
Opere
Teatro
L'Heureuse Ressemblance, commedia in un atto e in versi, 1738
L'École du monde, commedia in 3 atti e in versi, rappresentata alla Comédie-Française il 14 ottobre 1739
Le Retour de l'ombre de Molière, commedia in un atto e in versi, rappresentata alla Comédie-Française il 21 novembre 1739
Les Mariages assortis, commedia in 3 atti e in versi, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari del re il 10 febbraio 1744 (pubblicata nel 1746)
La Fausse Prévention, commedia in 3 atti e in versi, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari de re il 29 dicembre 1749
Le Réveil de Thalie, commedia, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari del re il 19 giugno 1750
Titon et l'Aurore, pastorale eroica, musica di Jean-Joseph de Mondonville, eseguita per la prima volta all'Académie royale de musique il 9 gennaio 1753
Les Magots, parodia de L'Orphelin de la Chine di Voltaire, in un atto e versi, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari del re il 19 marzo 1756
La Jeune Grecque, commedia in 3 atti e versi liberi, 1756 (stampata nel 1762)
La Petite Iphigénie, parodie de la Grande, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari del re nel luglio 1757
L'Amour et Psyché, balletto eroico, rappresentato per la prima volta dall'Académie Royale de musique il 9 maggio 1758.
La parodie au Parnasse, opera comica in un atto, rappresentata per la prima volta all'Opéra comique de la foire saint Germain il 20 marzo 1759 (attribuita anche a Favart)
Hilas et Zélie, pastorale in un atto, musica di Bernard de Bury, rappresentata a Versailles il 12 gennaio 1763
La Fée Urgèle ou Ce qui plaît aux dames, commedia in 4 atti mista ad ariette, rappresentata a Fontainebleau il 26 ottobre 1765
L'Amant jardinier ou l'Amusement de la campagne, commedia di Favart e Claude-Henri Fusée de Voisenon rappresentata dai Comédiens Italiens il 7 giugno 1756[7]. Ripresa con il titolo L'Amant déguisé, ou le Jardinier supposé, commedia in un atto mista ad ariette, libretto di Favart, musica di François-André Danican Philidor, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari del re il 2 settembre 1769.
L'Amitié à l'épreuve, commedia in due atti e versi misti ad ariette, musica di André Grétry, rappresentata a Fontainebleau il 13 novembre 1770.
Fleur d'Épine, opéra-comique in 2 atti e prosa, con musica di Marie-Emmanuelle Bayon, mista ad ariette, tratta da Hamilton, rappresentata per la prima volta dai Comédiens italiens ordinari del re il 22 agosto 1776.
^(FR) Journal historique de la Révolution opérée dans la Constitution de la monarchie françoise par M. de Maupeou, chancelier de France, tome 3, Londres, 1775, n. 3, 11 settembre 1772, p. 244.
^(FR) C. S. Favart, Mémoires et correspondance littéraires: dramatiques et anecdotiques, publiés par son petit-fils, tomo 3, Parigi, 1808, pp. 213-221.