La chiesa di San Sisto si trova tra via Pasquale Paoli e via Corsica, nei pressi di Piazza dei Cavalieri a Pisa.
Storia
Edificata nel luogo della preesistente chiesa di San Pietro in Corte Vecchia, antico centro di potere di epoca longobarda e carolingia[1], l'attuale chiesa fu costruita in stile romanico pisano in pietra sbozzata all'indomani della conquista dell’emporio tunisino di Al-Mahdiya riportata dalla flotta di Pisa nel 1087.[2][3] La chiesa fu intitolata a San Sisto in segno di ringraziamento al santo perché molte delle battaglie pisane ricorrono proprio nel giorno del 6 agosto, allora dedicato al santo.
Fu consacrata nel 1133 ma era già utilizzata da tempo come sede dei più importanti atti notarili del Comune di Pisa. Nonostante alcune manomissioni e restauri avvenuti nel XV, XVII e XIX secolo[2], la chiesa ha mantenuto il suo aspetto medievale. Nel secondo decennio del XX secolo furono asportati le decorazioni e gli stucchi barocchi, contribuendo a ridonarle l'aspetto antico.[3]
Descrizione
Esterno
La facciata tripartita è a salienti, articolata da lesene, da una bifora e da archetti ciechi che corrono lungo il sottotetto, includendo la tipica decorazione a bacini ceramici islamici dell'XI-XII secolo (copie; gli originali sono nel Museo di San Matteo). La bifora è stata aggiunta in seguito alla costruzione del 1087-1133 e anche le zone dei portali sono interamente rifatte, come testimoniato dalla pietra più squadrata e levigata.
Sul fianco sinistro in pietra sbozzata corre ancora il motivo degli archetti ciechi e dei bacini ceramici e vi si aprono otto e quattro monofore in basso e in alto, rispettivamente.
In controfacciata si trova la lapide mortuaria dell'emiro Al Murtada portata a Pisa dopo la conquista delle Baleari nel 1115 e, agli angoli, il timone e l'albero di una nave da trasporto pisana del XIV secolo, a ricordare il ruolo avuto dalla chiesa in relazione alle vicende belliche della Repubblica di Pisa. La funzione civica della chiesa è invece testimoniata dalle repliche delle bandiere dei quattro quartieri storici della Repubblica di Pisa.
L'altare maggiore, in marmo policromo, è stato realizzato da Giuseppe Vaccà nel 1730, e presenta cherubini ed allegorie di Fede e Carità. In chiesa è presente anche la celebrata Madonna della Purità di scuola pisana del 1290-1300 (in fondo alla navata destra) e un imponente crocifisso ligneo del 1370 che vuole emulare il celebre e celebrato Volto Santo di Lucca (parete della navata destra).
In chiesa sono anche due importanti tele, una Madonna col Bambino e Santi di Giovan Battista Paggi, ed una Predica del Battista attribuibile a Francesco Vanni.[4]
Dal 1926 era presente nei pressi della chiesa una statua raffigurante Giovanni Pisano. La notte del 6 gennaio del 1945 il monumento venne fatto saltare con una carica di esplosivo da ignoti.
La devozione a san Sisto
San Sisto era l'antico patrono di Pisa e veniva festeggiato il 6 agosto. Questo giorno era ritenuto propizio per la città in quanto anniversario di importanti vittorie riportate dalla Repubblica di Pisa. Il 6 agosto 1284 però, Pisa perse 12.000 uomini nella battaglia della Meloria: da allora San Sisto non fu più festeggiato.
Dal 1958 per volontà dell'Associazione degli Amici di Pisa il 6 agosto si è tornati a commemorare i defunti pisani di tutte le battaglie proprio nel giorno di San Sisto. In tale data si tiene una solenne cerimonia nella chiesa e viene posta una corona di alloro sulla lapide che ricorda i defunti alla presenza di militari. Al termine della Messa avviene la lettura del messaggio del Capo dello Stato.