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La causa di morte è ciò che ha avviato il processo conclusosi poi con la morte di una persona. In numerose nazioni è accertata per legge per ogni deceduto, talvolta col fine di studiare l'epidemiologia delle malattie e la loro letalità.
La rilevazione sistematica delle cause di morte si è diffusa nei diversi stati moderni dal XVIII secolo; intorno al 1850 fu posta l'esigenza di rendere omogenee le rilevazioni; nel 1893 fu adottata la classificazione internazionale delle malattie e delle cause di morte (ICD), di cui oggi si usa la decima revisione (ICD-10).
Finalità
La rilevazione delle cause di morte deve servire:
Alla sorveglianza dello stato di salute della popolazione,
Allo sviluppo di ipotesi eziologiche sulle malattie,
Alla valutazione dei servizi sanitari,
Alla definizione di ulteriori obiettivi di salute e di prevenzione sanitaria,
Al disegno dei servizi sanitari e dell'organizzazione sociale per perseguire quegli obiettivi.
In Italia la causa di morte va ufficializzata con un'apposita certificazione, da cui discendono una serie di conseguenze giuridiche. Il certificato di causa di morte in Italia è rilasciato dall'azienda sanitaria locale competente per territorio, sulla base della scheda di morte del deceduto redatta dal medico di medicina generale o dal medico necroscopo. È richiesto ai fini assicurativi e pensionistici.[1]
Negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, già intorno al 1910 fu sviluppato un modello di certificato di morte standard.[2] È rilasciato dal Department of Health del singolo Stato federato.[3]
Scozia
In Scozia per registrare una morte nel pubblico registro, occorre presentare un certificato medico di causa di morte.[4]
Francia
In Francia per legge la causa di morte va constatata da un medico iscritto all'ordine e il certificato, dove va indicata la causa, dal 1996 viene rilasciato dall'Agenzia regionale di sanità.[5]
Brasile
In Brasile, un medico compila l'attestato di morte, in cui dichiara la fine della vita di un individuo, sottolineando le cause che hanno condotto alla morte. Questo poi è necessario per rilasciare il certificato di morte, da parte del Registro civile, anche online.[6]
Lista delle cause di morte per frequenza
Global Burden of Disease Study 2016
A partire dal 1990, l'Institute for Health Metrics and Evaluation dell'Università di Washington coordina le statistiche sulle cause di morte e morbilità del Global Burden of Disease Study, un progetto internazionale che coinvolge diverse istituzioni di una cinquantina di paesi. Nel 2016 le cause più comuni di morte sono state le cardiopatie ischemiche (17,33%), la broncopneumopatia cronica ostruttiva (5,36%), l'ictus emorragico (5,19%), l'ictus ischemico (4,92%) e le demenze (4,36%), anche se i dati cambiano in base all'area geografica considerata: nei paesi con un basso indice di sviluppo umano la principale causa di morte è stata rappresentata dalle infezioni alle vie aeree inferiori (8,15%), nell'Africa centrale dalla tubercolosi (9,94%), nell'Africa meridionale dall'AIDS (28,66%) e nell'Africa occidentale dalla malaria (14,41%). Nella seguente tabella sono riportate le principali cause di morte con il codice con cui sono identificate nel sistema di classificazione dell'IHME e la loro frequenza percentuale sul totale dei decessi che si sono verificati nel 2016.[7][8][9]
Nella tabella redatta dall'Organizzazione mondiale della sanità sono riportate le cause di morte più comuni nel 2002, raccolte in dieci grandi gruppi che, complessivamente, rendono conto dell'88,17% di tutti i decessi; il restante 11,87% è da attribuirsi a cause meno frequenti. Di ogni gruppo sono poi riportare le sottocause più importanti, per es. nel gruppo A (malattie cardiovascolari) la causa di morte più frequente è la cardiomiopatia ischemica (categoria A.1). Anche in questo caso non sono riportate tutte le sottocause, ma solo quelle più comuni.
^Gruppo è un valore che mostra la relazione tra gruppi di cause; per esempio, le statistiche per "A" (malattie cardiovascolari) includono quelle per "A.1" (malattia ischemica cardiaca), "A.2" (malattie cerebrovascolari), e così successivamente. Se dopo la lettera non vi è un numero vuol dire che non ci sono altre cause raggruppate con quella causa.