Benché dotata di un interessante passato storico fin dall'età antica, questa parte del territorio comunale marinese è stata intensamente urbanizzata solo recentemente, a partire dal secondo dopoguerra.
Storia
La Castelluccia trae nome da un complesso fortificato eretto in zona nel XIII secolo, a dominio di quel quadrante di Agro Romano. Nel 1286 il Castrum Castelucie, come era chiamato, compare in un atto di vendita[1].
Nel 1347 il tribunoCola di Rienzo, in un'azione militare contro Giordano e Rainaldo Orsini signori di Marino, poiché non riesce ad espugnare il ben munito castrum di Marino, muove con il suo esercito contro il castrum della Castelluccia assediandolo con due "picchioni" (il che spiegherebbe il nome della vicina località di Colli Picchioni), ed infine espugnando la fortezza e radendola al suolo. Quindi tornerà a Roma.
La cartografia dell'Istituto Geografico Militare (foglio nº 150 III SE) fino all'aggiornamento del 1931 non riporta i toponimi di Castelluccia e Fontana Sala, ma indica l'intera zona come "Quarto Cesareto", evidente errore dei militari per "Ceraseto" (dal latino cerasa, -ae, "fragola"), corretta e corrente denominazione dell'omonima strada provinciale di collegamento tra le vie Appia e Nettunense. Viene riportato invece il toponimo di "Castellazza" per l'area di Santa Fumia, al di là della Nettunense verso l'Ardeatina.
A partire dai primi anni del Novecento l'amministrazione comunale di Marino incominciò a fornire servizi al territorio extraurbano, la cui popolazione evidentemente cresceva sempre di più grazie all'apporto migratorio. Carlo Emilio Gadda, l'ingegnere milanese fattosi romano, in "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" ha lasciato un affresco potente della vita di queste zone negli anni del fascismo, quando le leggi restrittive degli spostamenti sospinsero molte famiglie ai margini delle grandi città divenute inaccessibili per chi non avesse un lavoro stabile. Le parti centrale e finale del romanzo infatti sono ambientate tra Pavona, Due Santi, il Divino Amore e Castel di Leva.
Una vera e propria urbanizzazione iniziò nel secondo dopoguerra, tanto che alla metà degli anni cinquanta il cardinale vescovoGiuseppe Pizzardo ordinò la costituzione delle parrocchie di Frattocchie e, poco dopo, di Fontana Sala.[2] In epoca più recente è stato costruito l'edificio scolastico di via delle Molette.
Le due chiese furono costruite entrambe nel 1955-1956,[2] e sono accomunate dallo stile essenziale: semplice facciata a capanna, aula rettangolare, uso di materiale locale (tufo, peperino) (Ticconi).[2]
La chiesa è stata sottoposta ad un radicale restauro negli anni novanta: sono state recuperate le superfici interne ed esterne, è stato rinvenuto sul pavimento lo stemma marmoreo del cardinal Pizzardo, le finestre dell'aula liturgica, strette e lunghe, sono state chiuse da vetrate artistiche disegnate da Barbara Franceschetti, la statua lignea di Maria Ausiliatrice è stata collocata nel presbiterio, riadeguato durante quei lavori alle norme del Concilio Vaticano II.[2]
Edicole sacre
Edicola di Santa Maria Ausiliatrice. Immagine della patrona della frazione situata in via delle Molette.[7]
Edicola con Madonna e due sante. Icona collocata in una nicchia nel 1990 in vicolo Santo Spirito.[7]
Architetture militari
Torre della Castelluccia
Aree naturali
Fosso delle Molette.
Cultura
Scuole
Scuola elementare e dell'infanzia "Alessandro Silvestri" (annessa all'istituto comprensivo statale "Primo Levi" di Frattocchie)[8]
Sport
Tra le località di Fontana Sala e Castelluccia ha sede l'A.S.D. Castel Fontana, squadra di calcio a 5 che milita dal 2004/2005 in Serie D.
Impianti sportivi
Campo di calcio a 5 dell'oratorio parrocchiale di Santa Maria Ausiliatrice a Fontana Sala.
Note
^Raimondo Del Nero, Bovillae Storia e mito di un grande crocevia, Frattocchie 1994
Dimitri Ticconi, Chiese della diocesi di Albano, Roma, Edizioni Mitertheva, 1999.
Maria Angela Nocenzi, Vittorio Rufo; Ugo Onorati, Il lascito Giani e le Madonnelle di Marino, Marino, Biblioteca Civica "Vittoria Colonna", 2011. ISBN non esistente