Carlo Enrico De Simone si laurea in Architettura presso l'Università di Napoli nel 1961 e nello stesso anno consegue l'abilitazione all'esercizio della professione.[2]
Collabora come assistente volontario con i professori Mario Zocca, R. D'Ambrosio, Roberto Pane ed altri presso la cattedra di Urbanistica della facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli.
Durante il periodo degli studi compie numerosi viaggi all'estero, in particolare nel Nord Europa, per approfondire le proprie cognizioni e acquisire esperienza nel campo dell'edilizia sociale.[2]
Nel 1963 avvia in proprio l'attività professionale, stabilendo il proprio studio prima a Pescara e successivamente a Chieti; affianca alla propria attività professionale numerosi lavori di studio e ricerca presso l'Università degli studi di Napoli.[2]
Nel 1964 partecipa al primo concorso Gescal per l'iscrizione all'Albo nazionale e risulta idoneo per la sezione Urbanistica e per la sezione Edilizia.
Sino alla sua scomparsa risulta titolare della cattedra di Architettura e arredamento presso l'Istituto statale d'arte "Nicola da Guardiagrele" di Chieti e dirige il Laboratorio dei disegnatori di architettura e arredamento.[2]
Svolge un'intensa attività di progettazione, che spazia dall'edilizia privata (edifici condominiali, edifici residenziali, ville, allestimenti e interni), agli edifici della pubblica amministrazione, con particolare attenzione agli edifici e impianti sportivi e ricreativi e agli edifici e impianti industriali, puntualmente documentata dal suo archivio. Numerose risultano anche le attività svolte nel campo dell'urbanistica, del restauro, del design e della pubblicistica nell'ambito del dibattito architettonico.[2]
Nutre inoltre un profondo amore per la pittura e la sua produzione artistica risulta considerevole e originale.
Le sue capacità progettuali, tecniche, artistiche e grafiche ne fanno un esempio di architetto "rinascimentale", la cui preparazione risulta completa sotto ogni profilo professionale.[2]
Tra i progetti da lui redatti: l'Istituto tecnico commerciale di Gissi, la Piscina del comune di Cupello (CH), gli impianti sportivi del comune di Mafalda (CB); numerosi complessi residenziali, ville e case di abitazione in territorio di Vasto e San Salvo (CH); alcuni stabilimenti industriali tra i quali la Cumi a Montesilvano (PE), la Protexa a Chieti Scalo, lo stabilimento per la costruzione ed il montaggio di automezzi pesanti, nuovo complesso Fiat a Termoli (CB); case per lavoratori-programma d'intervento sociale della Svoa S.p.A. di Vasto. Un importantissimo lavoro, svolto in collaborazione con altri due professionisti, risulta essere il nuovo ospedale SS. Annunziata di Chieti e il progetto di completamento della chiesa della SS. Trinità di Chieti.[2]
Negli anni 1983-1984, ricopre la carica di presidente dell'Ordine degli architetti della provincia di Chieti fino alla sua morte, sopraggiunta prematuramente nel 1984.[2]
s.d. Unità residenziale per le ragazze della Fondazione Genova-Rulli, Vasto (CH)
Archivio
L’archivio, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo il 4 febbraio 2004, con il provvedimento n. 104, è stato riordinato in due soluzioni, tra il 2006 e il 2009, nell’ambito di un progetto di censimento e recupero degli archivi privati di architetti attivi in Abruzzo tra l’Unità d’Italia e il secondo dopoguerra, promosso dalla stessa soprintendenza. Al suo interno è stato rinvenuto un piccolo nucleo documentario prodotto dall’architetto Maria Luisa Cucullo, moglie e collaboratrice di De Simone.[3]
^abcdefghiDE SIMONE, Carlo Enrico, su SAN - Archivi degli architetti. URL consultato il 17 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2018).
^Archivio Carlo Enrico De Simone. Inventario, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 17 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2018).
Bibliografia
Raffaele Giannantonio, La costruzione del regime. Urbanistica, architettura e politica nell'Abruzzo del fascismo, Lanciano, Carabba, 2006, ISBN978-8895078090.