Il titolo piloti è stato vinto per la seconda volta in carriera dall'italianoMax Biaggi su Aprilia RSV4 Factory. Nonostante il pilota romano abbia occupato la testa della classifica per gran parte della stagione, la battaglia per l'iride ha visto un lungo duello tra Biaggi, il britannicoTom Sykes su Kawasaki ZX-10R e l'altro italiano Marco Melandri su BMW S 1000 RR. L'epilogo di questa lotta a tre è avvenuto nell'ultimo appuntamento del campionato a Magny-Cours, dove al termine di Gara 2 Biaggi ha conquistando il mondiale, sopravanzando Sykes per solo 0,5 punti di vantaggio – il distacco più ristretto nella storia della categoria – e Melandri di 29,5 punti.[1]
La costanza di piazzamenti in sella alla sua RSV4 ha permesso a Biaggi di avere la meglio su Sykes – primatista stagionale della superpole con nove partenze al palo, ma frenato spesso in gara da una ZX-10R afflitta da problemi di degrado delle gomme – e sul connazionale Melandri – che nonostante il primato annuale di sei vittorie di gara con la sua S 1000 RR, e il ruolo di sfidante più accreditato al titolo (dopo Gara 2 a Mosca era salito in vetta alla classifica), nelle ultime prove del campionato ha macchiato il suo ruolino di marcia con troppe cadute, facendosi superare da Sykes e dovendosi accontentare del terzo gradino del mondiale. Più indietro il campione uscente, lo spagnoloCarlos Checa, in gara con l'ultima evoluzione di una Ducati 1098R al passo d'addio; salvo qualche sprazzo (come la doppietta di Imola), il pilota iberico non è mai stato in condizione di difendere il titolo, terminando la stagione in quarta posizione.
Il campionato costruttori ha visto la seconda affermazione nella categoria per la casa italiana Aprilia, che ha preceduto in classifica la tedescaBMW e l'altra italiana Ducati.[1] La casa di Noale, monopolizzando il podio di Gara 1 al Nürburgring, ha realizzato la sua prima tripletta nelle derivate di serie, mentre la casa dell'elica, al suo miglior piazzamento finale nella categoria, ha colto in Gara 1 a Donington con Melandri la sua prima vittoria in WSBK. Le due connazionali Aprilia e Ducati, con le loro RSV4 e 1098R, hanno ottenuto ex aequo il record di successi stagionali, con sette vittorie di gara a testa. La giapponeseKawasaki ha invece stabilito con la ZX-10R il primato annuale di nove superpole, tutte ad opera del già citato Sykes.
La prima Superpole stagionale, valida per comporre la griglia di partenza della prova in Australia, viene cancellata a seguito della morte di Oscar McIntyre, giovane pilota che partecipava alla gara del campionato australiano Superstock 600. I piloti vengono pertanto qualificati in base ai risultati delle due sessioni di qualificazione che hanno preceduto la Superpole stessa.[4]
La Gara 1 di Monza viene cancellata per motivi di sicurezza legati alle condizioni atmosferiche,[5] mentre Gara 2 viene interrotta per pioggia prima del raggiungimento dei due terzi della distanza prevista, e quindi viene assegnata la metà del punteggio.[6] Per ragioni analoghe viene attribuito punteggio dimezzato anche a Silverstone in Gara 2.[7]