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Nel 2017 ha festeggiato i trent'anni di attività, sia politica che sociale, divenendo uno dei centri sociali più antichi di Roma. L'entrata nel centro sociale avviene attraverso un ponte levatoio che rimane fisso durante tutto l'anno. Le peculiarità dell'edificio è la presenza di numerose camere e tunnel sotterranei in cui vengono organizzate mostre e attività. Tra i due edifici, che formano il centro sociale vero e proprio, sono presenti due grandi piazzali nei quali, durante l'estate, sono costruiti palchi e in cui si svolgono eventi.[senza fonte]
Storia
Il campo trincerato di Roma
La città di Roma è circondata da 15 ex forti militari, all'epoca della loro costruzione in aperta campagna, ed inclusi nel tessuto urbano, costruiti nella seconda metà dell'Ottocento per creare un sistema difensivo (chiamato campo trincerato di Roma) ed una cintura protettiva alla nuova capitale del Regno. Le strutture furono quasi subito sottoutilizzate e poi definitivamente abbandonate.[senza fonte]
Il 28 aprile 1977, dopo lunghe trattative, viene effettuata la consegna al Comune di Roma del Forte Prenestina di proprietà del demanio dello Stato, il quale, con atto del 13 agosto 1987, citerà poi il Comune per il pagamento delle indennità di occupazione e si instaurerà così un contenzioso giudiziario tra l'amministrazione finanziaria dello Stato e il Comune di Roma, inadempiente nei suoi confronti[1].
Destinato nel Piano Regolatore Generale del 1962 a "zona N" (verde pubblico) nel piano regolatore successivo viene riconfermato a "verde pubblico e servizi pubblici di livello locale"[2].
L'occupazione
Il 1º maggio del 1986, in occasione della Festa del non lavoro, organizzata già da alcuni anni (dal 1983) negli spazi del parco pubblico attiguo al forte, alcuni giovani del quartiere Prenestino-Centocelle occupano il Forte Prenestina[1]. Questo, una struttura di circa 13 ettari, composta da molti ambienti e di grandi spazi verdi, all'inizio dell'occupazione si presentava come una vera e propria discarica abusiva poiché per molti decenni era rimasto inutilizzato e abbandonato al degrado[1] nonostante la sua collocazione in un quartiere ad alta densità abitativa. Furono l'associazione culturale Adesso Basta e il giornale/fanzine/manifesto Vuoto a Perdere a promuovere fin dal 1983 la Festa del Non Lavoro nel parco antistante Forte Prenestina. Nel 1986 la Festa del Non Lavoro culminò nell'occupazione del Forte stesso[3]. All'occupazione parteciparono anche alcune associazioni e gruppi musicali (ACAB, Urban Destroy le band Fuori dal Ghetto e Banda Bassotti).
Grazie al lavoro di adattamento degli spazi svolto dagli occupanti, questa struttura è diventata socialmente vivibile; l'occupazione lo ha reso di fatto l'unico dei Forti di Roma che sia stato rifunzionalizzato e reso fruibile alla cittadinanza[2].
Attività ricreative e commerciali
L'autofinanziamento è l'unica forma economica che ha sostenuto e sostiene sia il restauro del forte sia la realizzazione dei progetti culturali e politici[senza fonte]. Nel corso degli anni di occupazione sono nate molte strutture stabili, finalizzate alla realizzazione di attività quali: l'infoshop, AvANa BBS, la sala cinema, la sala teatro e la sala saltimbanchi, il laboratorio di serigrafia e disegno, il laboratorio di scultura e falegnameria, la palestra, lo studio di registrazione H.C. Musica Forte, l'etichetta discografica FRT recordz, la sala prove musicale, il laboratorio di grafica, il laboratorio di cosmesi naturale, il laboratorio di fotografia, il tattoo studio, lo spaccio autogestito SPA, la sala da the inTHErferenze, wine&thea room, la cucina e il pub 12 de tutto.[senza fonte]
Eventi
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Nel corso degli anni, il centro sociale Forte Prenestino ha ospitato diverse iniziative, di cui alcune a carattere periodico:
Festa del Non Lavoro
dal 1986, in occasione della Festa del lavoro istituzionale (1º maggio), il forte Prenestino organizza un Primo maggio occupato ed autogestito: una giornata di festa fino a tarda serata con concerti, video, proiezioni e mostre[4].
Crack! Fumetti dirompenti
festival internazionale di arte disegnata e stampata. Si tiene a giugno, dal 2005[5].
^abc Sandrone Dazieri (a cura di), Luoghi: Forte Prenestino, in Italia Overground. Mappe e reti della cultura alternativa, Roma, Castelvecchi, 1996, pp. 163-164, ISBN88-86232-76-4.
^abParco Archeologico di Centocelle, su ccnitalia.com, Centri Commerciali Naturali. URL consultato il 5 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2014).
Vari, Comunità virtuali. I centri sociali in Italia, 1994, Roma, Manifestolibri. ISBN 88-7285-042-8.
Sandrone Dazieri (a cura di), Luoghi: Forte Prenestino, in Italia Overground. Mappe e reti della cultura alternativa, Roma, Castelvecchi, 1996, pp. 163-164, ISBN88-86232-76-4.
Andrea Tiddi, Il cerchio e la saetta. Autogestioni nello spazio metropolitano, 1997, Genova, Costa&Nolan. ISBN 88-7648-262-8.