La Italdesign Nazca M12 è una concept car del 1991 realizzata dalla Italdesign, poi evoluta nella BMW Nazca C2 o Italdesign Nazca C2 .
Il contesto
Presentata in versione di carrozzeria coupé al Salone di Ginevra del 1991, richiamava nel design frontale i classici stilemi della BMW e presentava una particolare soluzione per l'accesso all'abitacolo: le portiere si aprivano in modo tradizionale, mentre i vetri si aprivano separatamente ad ala di gabbiano[1]. Dotata di telaio e carrozzeria in fibra di carbonio, una soluzione tecnica in quegli anni riservata solo alle automobili da competizione, la macchina fu equipaggiata con il motore V12 M70B50[1], lo stesso che equipaggiava la Serie 8, un'unità da 4988 cm³ a due valvole per cilindro, che sviluppava 300 CV[2] e all'epoca era conosciuto come il più leggero ed equilibrato V12 di grande serie. Tale propulsore era accoppiato su questa vettura ad una trasmissione ZF a cinque rapporti[1]. Il peso totale della Nazca M12 era di 1100 kg, mentre il Cx era di solo 0,26[1].
Successivamente la vettura fu modificata e presentata al Salone di Tokyo del 1992 col nome di
Nazca C2. Essa fu alleggerita di 100 kg, il motore da 5 litri fu affidato alle cure degli specialisti tedeschi dell'Alpina che ne portarono la potenza da 300 a 350 CV, la carreggiata venne allargata (necessitando la bombatura dei parafanghi) e gli spoiler furono accentuati[3]. Gli interni rimasero gli stessi, eccettuando l'uso di sedili da corsa in carbonio, mentre il muso venne ridisegnato, con i fari spostati dalla posizione originale sul cofano[1] alla nuova collocazione a lato delle griglie del radiatore anteriore[3].
Versioni Speciali
Nazca C2 Spider
Nel 1993, durante il Gran Premio di Monaco, Italdesign mostrò un nuovo modello in configurazione spider, chiamato C2 Spider, ottenuto rimuovendo i vetri laterali e il lunotto e montando un nuovo motore BMW V12 da 5660 cc e 380 CV di potenza (quello della BMW 850 CSi), accoppiato ad un cambio a 6 rapporti[4].
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
- (DE) Scheda sul sito BMW, su bmwarchiv.de. URL consultato il 17 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).