Il BMW VI era derivato dal precedente BMW IV a 6 cilindri ed era in pratica ottenuto dall'unione dei due motori in linea, dei quali ne condivideva il disegno, tramite un unico albero a gomiti con le bancate posizionate a un angolo di 60 gradi. La distribuzione era affidata a due alberi a camme in testa.
La produzione in serie cominciò nel 1926 dopo che ne era stata concessa l'omologazione. Nel 1930, dopo che ne erano stati realizzati già 1 000 esemplari, alla Germania venne nuovamente permessa la costruzione di velivoli militari e la casa tedesca vide le commissioni dei propri motori aumentare sempre più rapidamente. Nel 1933, in un suo ulteriore sviluppo denominato BMW 106, fu il primo motore con cui la BMW cominciò la sperimentazione di un sistema di iniezione diretta di carburante.
Il BMW VI restò in produzione in varie versioni fino al 1938 raggiungendo in questo periodo in numero di almeno 9 200 unità costruite, contribuendo in modo fondamentale alla ripresa del trasporto aereo tedesco tra le due guerre mondiali.
Grazie alle sue doti di affidabilità riconosciute a livello internazionale, venne prodotto su licenza anche in Giappone ed in Unione Sovietica con le denominazioni (rispettivamente) di Kawasaki Ha-9 e di Mikulin M-17.
Un'utilizzazione insolita per il BMW VI è stata quella di motorizzare la Schienenzeppelin, un'automotrice ferroviaria sperimentale ad alta velocità progettata e sviluppata nel 1929 dall'ingegnere aeronautico tedesco Franz Kruckenberg. Il motore non forniva il moto trasmettendolo direttamente al carrello ma grazie all'azionamento dell'elica posizionata, come il motore, nella parte posteriore in configurazione spingente.