Aurelio Gatti era figlio d'arte, nacque dal più famoso Bernardino e da Ippolita Zenebelli. Ereditò dal padre non solo la professione artistica, ma anche il soprannomeSojaro che veniva dall'attività di bottaio del nonno, attività che in dialetto porta al soprannome. Iniziò la collaborazione con il padre a Parma. La sua attività è da considerarsi tra quelle più importanti del tempo fra il padre e Carlo Urbino dal 1585 e i primi anni del XVII secolo, sul territorio di Cremona e Crema.
Gli furono commissionate in giovane età, dopo che aveva affrescato cappelle minori, le decorazioni decentius delle cappelle del santuario di Santa Maria della Croce di Crema, lavori che erano stati già iniziati da altri artisti ma che il vescovo di BergamoGerolamo Ragazzoni, nella sua visita pastorale chiese che fossero ultimate secondo sua precise disposizioni. Questo fu sicuramente per il giovane Sojaro un importante punto di partenza, diventando specializzato in questo tipo di affreschi dedicati ai misteri del rosario. Le commissioni venivano ordinate da deputati laici, o comunque qualsiasi commissione doveva poi essere confermata dai tre deputati.[1]
Molte sono le sue opere eseguite a Crema, Romano di Lombardia, e Soncino dove per un certo tempo mantenne la sua residenza.
Morì improvvisamente all'età di 46 anni a Piacenza dove fu inumato nella chiesa del Santo Sepolcro. Il figlio Nunzio proseguì l'attività paterna.
Opere
«[…] die dicto (30 aprile 1586) Aurelio Gatto supradicto pro eius mercedi reaptandi anconam unam in dicta Ecclesia S.te Mariae Crucis
iuxta accordium factum inter ipsum unum Aurelium et dominos
fabricerios per buletam dieij 26 octobris 1585 et 2 novembris dicti
anni»
(Liber computorum oblatorum et elemosinarum Sa.tae Mariae Crucis 1585)
Il Liber computorum oblatorum et elemosinarum Sa.tae Mariae Crucisa. conservato nell'archivio dell'Ospedale Maggiore di Crema, riporta il pagamento di alcune commissioni nel biennio 1585-86 per lavori di doratura della cappella del duomo di Crema dell'Adorazione dei Magi.
Note
^ F. Voltini, I Campi. Cultura artistica cremonese del '500, a cura di Mina Gregori, Milano, catalogo della mostra “Cremona 1985”, 1985.
^ Gabriele Medolago, Bartolomeo Colleoni e le reliquie della Madonne di Lazzaro da Senigallia a Covo e romano, Coglia edizioni, 2019, p. 80-81.
^ Luca Guerini, LA PALA E IL CICLO DEI MISTERI DEL ROSARIODI AURELIO GATTI DETTO IL SOJARO-Chiesa Collegiata di S. Maria Purificata a Offanengo.
Bibliografia
F. Voltini, I Campi. Cultura artistica cremonese del '500, a cura di Mina Gregori, Milano, catalogo della mostra “Cremona 1985”, 1985, ISBN9788843511532.
Francesco Paliaga, Due dipinti di Vincenzo Campi e l'Assunta di Bernardino Gatti detto Il Soiaro nel duomo di Cremona, n. 2, Bollettino storico cremonese, 1995, pp. 159–171.
Gabriele Medolago, Bartolomeo Colleoni e le reliquie della Madonne di Lazzaro da Senigallia a Covo e romano, Coglia edizioni, 2019, p. 80-81.