«Fugge a sinistra intanto il bel paese, / et a man destra la palude immensa: / viene e fuggesi Argenta e 'l suo girone / col lito ove Santerno il capo pone.»
La tradizione lega la fondazione della città al vescovoEsuperanzio di Ravenna nel periodo compreso tra il 425 e il 430 lungo la sponda destra del fiume Po,[4] proprio nei pressi della pieve di San Giorgio, il più antico luogo di culto della zona, a circa un chilometro di distanza dal centro abitato. Nel secolo seguente, secondo lo storico locale Camillo Laderchi, il territorio venne donato dall'imperatore bizantinoGiustiniano I, vittorioso sugli Ostrogoti nel 540, al vescovo di Ravenna Agnello. Entrando così a far parte dell' Arcidiocesi di Ravenna e diventare il Vicariato di Argenta.
Per quanto riguarda il nome "Argenta", esso probabilmente ha origini bizantine. Nel periodo tra il VI e l'VIII secolo ebbe sede nel luogo il contingente militare degli Argentenses per difendere il guado sul Po di Primaro dai Longobardi.[5]
Medioevo
Nel 603 Argenta venne fortificata dall'esarca bizantinoSmaragdo e in seguito fu trasferita sulla riva sinistra del Po. Tale scelta permise alla città di assumere un ruolo importante come nodo di collegamento tra il ferrarese e il ravennate. In tale situazione tra il XII e il XIV secolo fu oggetto di lunghe contese tra il vescovato di Ravenna e la signoria degli Este e questo facilitò la sua indipendenza anche se rimase culturalmente legata ad entrambi i territori. Durante uno di questi conflitti fra Ferrara e Ravenna, nel 1200, il borgo fu attaccato da un esercito composto da soldati ferraresi e mercenari modenesi e veronesi, che la devastarono ed incendiarono. Gran parte degli abitanti furono imprigionati nelle carceri di Ferrara dove in molti morirono. Gli assalitori spezzarono le catene che chiudevano il Po e le portarono a Ferrara, dove furono esposte in segno di trionfo nella Cattedrale di San Giorgio. Nel 1295 vi si tenne un convegno che riunì tutti i capi ghibellini della Romagna. Capitano generale fu acclamato Scarpetta Ordelaffi, signore di Forlì che iniziò le operazioni contro gli eserciti pontifici, procurandosi la scomunica per sé e per i suoi familiari.
Nel 1624 venne colpita dal terremoto e la tradizione vuole che il sisma abbia risparmiato il Santuario della Celletta consacrato proprio in quell'anno e poco distante dal centro cittadino. Tutte le altre chiese, compreso il duomo, furono duramente colpite. Nella seconda metà del XVIII secolo vivevano in paese poco più di 2 500 abitanti.
Dal XIX secolo ad oggi
Durante i moti del 1830-1831, che coinvolsero diverse cittadine emiliane e romagnole, anche Argenta insorse contro la dominazione pontificia e nel 1849 si sollevò nuovamente. In seguito alle vittorie franco-piemontesi della seconda guerra d'indipendenza italiana e al crollo dei vari ducati emiliani, il 14 giugno 1859 l'amministrazione pontificia lasciò il territorio e i liberali di Argenta innalzarono il Tricolore italiano.
Nel 1883 fu raggiunta dalla ferrovia Ferrara-Rimini e sei anni più tardi venne ultimato anche il collegamento ferroviario con Ravenna. Sul finire del XIX secolo il territorio versava in condizioni economiche drammatiche a causa dell'irrisolta questione agraria, delle mancate bonifiche e dell'isolamento che fu solo parzialmente ridotto dall'arrivo della ferrovia. Con l'ascesa del fascismo fu teatro di due violenti fatti di sangue. Il 17 aprile 1921 fu occupata dagli squadristi di Italo Balbo. Questi, dopo aver costretto il sindaco Zardi a bere olio di ricino, fecero firmare a tutta l'amministrazione comunale socialista le dimissioni. Il 7 maggio successivo l'ex consigliere comunale e sindacalista Natale Gaiba fu ucciso da un gruppo di fascisti del luogo. Il 23 agosto 1923 il parroco don Giovanni Minzoni, uno dei pochi argentani a ribellarsi e a denunciare le violenze fasciste, fu ucciso a bastonate da un gruppo di squadristi.
Durante la seconda guerra mondiale, il territorio argentano fu teatro di numerosi episodi bellici. L'8 settembre 1944 i tedeschi, dietro indicazione dei locali vertici del Partito Fascista Repubblicano, prelevarono un gruppo di uomini per una rappresaglia. Cinque furono fucilati presso il ponte della Bastia ed altri cinque furono fucilati a Filo[8]. Nell'inverno 1944-1945, con l'arresto dell'avanzata alleata lungo la linea Gotica, Argenta divenne un obbiettivo militare di primaria importanza. Le valli di Campotto (a ovest) e quelle di Comacchio (a est) costituirono l'unico passaggio per raggiungere Ferrara ed il Veneto.[9] La piccola porzione di territorio racchiusa tra Argenta e le frazioni di Bando e Longastrino fu ribattezzata dagli Alleati «Argenta Gap». Quando scattò l'offensiva della primavera 1945 la città fu duramente colpita dai britannici l'11 aprile. Il giorno seguente il centro abitato venne pressoché raso al suolo da un violentissimo bombardamento alleato. Argenta venne liberata il 18 aprile 1945 dalle truppe dell'VIII Armata britannica.
I caduti britannici e del Commonwealth riposano nell'Argenta Gap War Cemetery.
Nel secondo dopoguerra il centro cittadino fu interamente ricostruito secondo i canoni urbanistici moderni.
Simboli
Lo stemma civico è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 aprile 1957.[10]
«Di rosso, alla torre merlata alla ghibellina, coperta, sormontata dalla banderuola, aperta e finestrata, il tutto in argento, movente da uno specchio d'acqua di azzurro fluttuoso d'argento.»
(D.P.C.M. 25.04.1957)
Nello scudo è rappresentata la torre sulla frontiera tra i territori di Ferrara e di Ravenna, attestata già in documento del 5 giugno 1093, come parte di un importante sistema di fortificazioni edificato ad Argenta dall'antipapa Guiberto.[11]
Onorificenze
Per atti di abnegazione, per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale, il comune di Argenta ha ottenuto le seguenti onorificenze:
«Fedele alle sue più nobili tradizioni, particolarmente provata dalla furia della guerra, sopportava, con fierissimo e dignitoso contegno, spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di numerosissimi suoi figli. Argenta, 1940-1945» — 9 ottobre 1973[12]
«Intrepida custode delle nobili tradizioni risorgimentali, Argenta, generoso centro della Pianura ferrarese, subì, per lunghi mesi, le atroci e inenarrabili sofferenze della guerra che vide i suoi edifizi, i suoi casolari, i campi fecondi, trasformati dalla furia e dall'odio dell'invasore in fortilizi e trincee nell'estremo tentativo di impedire l'inevitabile disfatta. Sottoposta a massicci bombardamenti che provocarono nell'intero territorio del Comune numerosissime vittime nonché la completa o parziale distruzione di quindicimila vani, la popolazione sopportò ancora l'atroce rappresaglia dell'oppressore, che invano tentò di annullare l'indomita resistenza dei suoi figli consacrati, pur in condizioni particolarmente difficili, alla lotta armata contro il duplice servaggio. Esempio luminoso della virtù di un popolo insorto, in uno slancio di fede, a piegare la tracotanza avversaria, a difendere la libertà, ad affermare i supremi ideali di giustizia e di pace per i quali schiere elette di martiri offrirono in olocausto la vita. Argenta, 8 settembre 1943 - 22 aprile 1945» — 16 aprile 1987[13]
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera è di 2 609 abitanti, pari al 12,36% della popolazione.[18]
Lingue e dialetti
Accanto alla lingua italiana, sono diffusi anche l'emiliano e il romagnolo. La ragguardevole estensione del territorio comunale, situato al confine fra tre province, ne comporta una complessa tripartizione dialettale. Si parlano infatti:
L'Ospedale Mazzolani–Vandini è la struttura ospedaliera principale di Argenta ed appartiene al gruppo dei quattro nosocomi pubblici della provincia di Ferrara. Tra questi l'Arcispedale Sant'Anna di Ferrara è l'ospedale centrale ed ha il ruolo di capofila, mentre il Mazzolani–Vandini, coi suoi 13 tra reparti e poliambulatori, è uno dei nosocomi periferici.[21]
A partire da luglio 2024 l'ospedale è oggetto di lavori di ampliamento[22].
Museo Civico (si compone della Pinacoteca Comunale e della Sezione archeologica);
Museo delle Valli di Argenta (sito nella frazione Campotto, documenta l'evoluzione dell'ambiente naturale e gli interventi dell'uomo nel corso dei secoli);
Museo della Bonifica (sito presso l'impianto idrovoro di Saiarino);
Museo Don Giovanni Minzoni (situato in un edificio nel centro città, è un luogo di memoria e testimonianza sulla vita del sacerdote ucciso da sicari fascisti nel 1923).
Consandolo è una frazione con una popolazione di circa 2 350 abitanti ed è sulla strada statale 16 Adriatica. Il suo nome deriva da Sandalo, un ramo del Po di Volano navigabile nel X e XI secolo. Il corso d'acqua si diramava dalla destra del fiume e scorreva verso sud fino a sfociare nel Po di Primaro.[29]
Vicino alla confluenza nacque l'insediamento di Caput Sandali. È presente la torre di guardia di cui si ha memoria dal X secolo, ora usata in funzione di campanile. Il percorso del Sandalo] è riconoscibile dal tracciato della strada provinciale 29 (Codrea - Portomaggiore), che lo ripercorre quasi esattamente.[30]
^abScuola dell'Infanzia, su Istituto Comprensivo G. Bassani - Argenta, 19 ottobre 2023. URL consultato il 1º luglio 2024 (archiviato il 1º luglio 2024).
Antonio Beltramelli, Da Comacchio ad Argenta. Le lagune e le bocche del Po, Bergamo, Istituto Italiano D'arti Grafiche Editore, 1905, ISBN non esistente.
Rino Moretti, Argenta gap - L'ultima battaglia della campagna d'Italia. Aprile 1945, Milano, Mursia, 2005, ISBN978-88-425-3398-6.
Giacomino Gherardi, Mirko Moretti Il dialetto di Argenta. L'Arzantàn, Bologna, Pendragon, 2009, ISBN978-8883428128. Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)