Arcidiocesi di Zara

Arcidiocesi di Zara
Archidioecesis Iadrensis
Chiesa latina
 
Mappa della diocesi
 
ArcivescovoMilan Zgrablić
Arcivescovi emeritiŽelimir Puljić
Presbiteri114, di cui 73 secolari e 41 regolari
1.448 battezzati per presbitero
Religiosi41 uomini, 128 donne
 
Abitanti169.025
Battezzati165.122 (97,7% del totale)
StatoCroazia
Superficie3.009 km²
Parrocchie117
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleSant'Anastasia
IndirizzoJurja Bijankinija 2, 23000 Zadar, Hrvatska
Sito webwww.zadarskanadbiskupija.hr
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Croazia
La chiesa della Santa Croce, già cattedrale di Nona, diocesi soppressa nel 1830 a vantaggio dell'arcidiocesi di Zara.

L'arcidiocesi di Zara (in latino Archidioecesis Iadrensis) è una sede della Chiesa cattolica in Croazia immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2022 contava 165.122 battezzati su 169.025 abitanti. È retta dall'arcivescovo Milan Zgrablić.

Territorio

L'arcidiocesi comprende parte della Dalmazia.

Sede arcivescovile è la città di Zara, dove si trova la cattedrale di Sant'Anastasia.

Il territorio si estende su una superficie di 3.009 km² ed è suddiviso in 117 parrocchie.

Storia

Incerte sono le origini della diocesi di Zara. La tradizione riferisce che furono san Luca, san Paolo e il discepolo Tito ad evangelizzare la Dalmazia. Altre tradizioni non documentate asseriscono che il primo vescovo sia stato san Donato, morto martire durante le persecuzioni, e che Carlo Federico Bianchi, nella sua Zara cristiana[1], confonde con l'omonimo vescovo di Eurea di Epiro.

Il primo vescovo storicamente documentato è Felice, che presiedette il concilio di Aquileia del 381 e fu presente al concilio di Milano del 390. La diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Salona, come attesta la presenza del vescovo Andrea ai sinodi provinciali del 530 e del 533.

Nel VII secolo la regione fu invasa dalle tribù slave e poi conquistata dai Croati che vi fondarono il loro regno. Salona fu distrutta e i diritti metropolitici trasferiti a Spalato, nuova sede metropolitana dalmata, di cui Zara fu suffraganea. Tuttavia alcune città costiere, tra cui Zara, furono conquistate dai bizantini, che le tennero fino ai primi decenni del X secolo. In questo periodo si distinse il vescovo Donato, venerato come santo a Zara, che cercò di conciliare la Chiesa occidentale con quella d'Oriente; da un suo viaggio a Costantinopoli portò a Zara le reliquie di sant'Anastasia, che divenne titolare della cattedrale zaratina.

Nei primi decenni del X secolo Zara fu conquistata dai Croati, ma entrò stabilmente a far parte del loro regno solo con la metà dell'XI secolo. In questo periodo fu edificata la nuova cattedrale di sant'Anastasia.

Verso la metà dell'XI secolo Zara cedette una porzione del proprio territorio per l'erezione della diocesi di Zaravecchia, città eretta a propria sede dal re Casimiro. Quando però la città fu distrutta dai Veneziani nel 1126, la maggior parte del suo territorio ritornò a Zara, anche se la sede vescovile non fu soppressa, ma trasferita a Scardona.[2]

Con la bolla Licet universalis del 17 ottobre 1154[3] la diocesi fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana e dal 1155 subordinata al patriarca di Grado, nominato da papa Adriano IV primate della Dalmazia.[4] La provincia ecclesiastica di Zara comprendeva 3 diocesi: Ossero, Arbe e Veglia.[5] Inizialmente alla provincia ecclesiastica di Zara apparteneva anche la diocesi di Lesina, ma già nel 1180, in seguito ai dissidi tra i vescovi di Lesina e gli arcivescovi di Zara, divenne suffraganea di Spalato in seguito ad un arbitrato condotto dal legato pontificio Teobaldo.

Nel 1202 il doge di Venezia Enrico Dandolo, durante la Crociata, deviò le sue armate su Zara, che conquistò, portando morte e distruzione. La cosa suscitò la dura reazione di papa Innocenzo III, che scrisse una lettera di rimprovero al doge e fulminandolo con la scomunica per aver assalito e distrutto una città cristiana. In seguito venne ricostruita la cattedrale, già dedicata a San Pietro e ora a Sant'Anastasia, che fu consacrata il 27 maggio 1285[6]

L'arcivescovo Bernardo Florio fondò il seminario per la formazione teologica dei preti, che fu aperto nel 1656. Nel 1748 fu aperto un secondo seminario per la formazione dei preti in lingua slava, voluto dall'arcivescovo Vicko Zmajević (1713-1745), che morì prima di vedere realizzato il suo progetto. Il primo seminario fu chiuso nel 1797, mentre il seminario Zmajević durò fino al 1821, quando fu sostituito, nel 1826 da un seminario unico per tutta la Dalmazia.[7]

Il 30 luglio 1828, con la bolla Locum beati Petri di papa Leone XII, furono riviste completamente le circoscrizioni ecclesiastiche della Dalmazia e dell'Istria. Per volere del governo austriaco, Zara divenne l'unica sede metropolitana di tutta la Dalmazia, e la sua provincia ecclesiastica comprendeva le diocesi di Spalato-Macarsca, Ragusa, Sebenico, Cattaro e Lesina. Con la stessa bolla fu soppressa la diocesi di Nona e il suo territorio annesso dall'arcidiocesi di Zara. Le antiche diocesi di Ossero e di Arbe, che facevano parte della provincia ecclesiastica di Zara, furono anch'esse soppresse e unite alla diocesi di Veglia, che nel 1830 divenne suffraganea di Gorizia.

In seguito ai mutamenti geopolitici susseguitisi dopo la prima guerra mondiale, in cui la città di Zara divenne parte integrante del regno d'Italia, l'arcidiocesi rimase vacante per oltre 10 anni; nel 1922 la Santa Sede procedette alla nomina di due amministratori apostolici, uno per la parte italiana dell'arcidiocesi (la provincia di Zara) e un altro per la parte jugoslava.[8]

Il 1º agosto 1932, in seguito alla bolla Pastorale munus di papa Pio XI, la provincia ecclesiastica di Zara fu soppressa e l'arcidiocesi perse il rango di sede metropolitana diventando una sede arcivescovile immediatamente soggetta alla Santa Sede. Inoltre il territorio dell'arcidiocesi fu limitato ai soli possedimenti italiani della regione, ossia alla provincia di Zara, che comprendeva la città di Zara e le isole di Cherso e Lussino, già appartenute alla diocesi di Veglia, e l'isola di Lagosta, già appartenuta alla diocesi di Ragusa. Gli altri territori dell'arcidiocesi di Zara in territorio jugoslavo furono ceduti in amministrazione ai vescovi di Sebenico.

Il 1º marzo 1948 i confini della diocesi furono riportati alla situazione precedente le variazioni territoriali del 1932.

Il 6 gennaio 1963 cedette alcune delle Isole Quarnerine alla diocesi di Veglia.[9]

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 169.025 persone contava 165.122 battezzati, corrispondenti al 97,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1948 35.200 36.000 97,8 67 51 16 525 21 37 31
1970 166.251 192.512 86,4 108 81 27 1.539 33 155 107
1980 144.700 187.000 77,4 105 75 30 1.378 37 178 112
1990 145.000 188.000 77,1 95 62 33 1.526 39 183 112
1999 155.500 160.000 97,2 106 72 34 1.466 39 148 116
2000 155.500 164.310 94,6 107 76 31 1.453 35 148 116
2001 158.215 164.310 96,3 110 75 35 1.438 41 144 117
2002 155.559 164.965 94,3 103 72 31 1.510 36 139 117
2003 157.235 166.641 94,4 112 77 35 1.403 39 142 117
2004 158.344 164.160 96,5 103 76 27 1.537 34 143 117
2010 160.964 167.064 96,3 127 89 38 1.267 41 143 117
2014 161.751 169.074 95,7 117 79 38 1.382 40 138 117
2017 166.058 170.580 97,3 115 75 40 1.443 40 136 117
2020 165.843 169.530 97,8 114 74 40 1.454 40 127 117
2022 165.122 169.025 97,7 114 73 41 1.448 41 128 117

Note

  1. ^ Vol. I, pp. 29-30.
  2. ^ Bianchi, Zara cristiana, vol. II, p. 3. Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XIV, Paris, 1960, col. 35.
  3. ^ Testo della bolla in: Bianchi, Zara cristiana, vol. II, pp. 502-505.
  4. ^ Documenti in: Bianchi, Zara cristiana, vol. II, pp. 505-508.
  5. ^ Eubel, Hierarchia catholica, vol. I, p. 543.
  6. ^ Bianchi, Zara cristiana, vol. I, pp. 89-90.
  7. ^ Bianchi, Zara cristiana, vol. I, pp. 263-274.
  8. ^ (LA) Nominationes, AAS 15 (1923), p. 115.
  9. ^ (LA) Decreto In Dalmatiae, AAS 55 (1963), pp. 409-410
  10. ^ Nominato arcivescovo titolare di Larissa di Tessalia.
  11. ^ Nominato arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia.
  12. ^ Nominato arcivescovo titolare di Tiana.

Bibliografia

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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