Fu a lungo a Parigi dove si legò in amicizia con Charles Francois Du Fay, noto per gli esperimenti fisici che conduceva all'Accademia delle Scienze e dove discusse direttamente con Malebranche.
Scrisse trattati riguardanti la struttura della tragedia, e nel caso del Trattato dei fantasmi poetici, discusse la funzione dei cori. Tra le sue tragedie, la più significativa fu il Giulio Cesare. Ne scrisse altre tre, tutte di soggetto romano: Marco Bruto (1742), Giunio Bruto (1743) e Druso (1748).
Nel 1751 apparvero a Firenze in volume unico le quattro opere teatrali, accompagnate ciascuna da una prefazione dell'autore.
Giovanna Scianatico, Il secolo neoclassico. Antonio Conti e la lezione di Gian Vincenzo Gravina, in "Esperienze Letterarie", a. XXXVI, 2011, n. 2, pp. 3–21.