Andreï Makine è nato in Unione Sovietica a Divnogorsk, regione di Krasnoïarsk, nella Siberia centrale. Ha frequentato la scuola primaria nella città natale, poi, a Krasnoïarsk, ha compiuto gli studi secondari. All'università di Kalinin si è dedicato alla filologia romano-germanica e ha presentato la tesi di Dottorato all'Università statale di Mosca. Ha insegnato Filosofia all'Università di (Nižnij Novgorod).
Si è stabilito in Francia nel 1987, dopo aver chiesto asilo politico. Ha svolto incarichi di insegnamento e traduzioni. Alla Sorbona ha presentato la tesi «La poétique de la nostalgie dans l'œuvre d'Ivan Bounine».
Nel 1990 ha pubblicato il suo primo romanzo, La Fille d'un héros de l'Union soviétique, al quale sono seguiti molti altri libri: romanzi e saggi. Gli sono stati assegnati molti premi, sia per singole opere, sia per l'insieme della sua opera letteraria. Tra questi: il Premio Goncourt, il Médicis, l'Eeva Joenpelto, il Prix littéraire de l'Armée de terre - Erwan Bergot, il Premio mondiale Cino Del Duca. Ha scritto alcuni libri con lo pseudonimo Gabriel Osmonde.[2][3]
Bilingue sin dalla prima fanciullezza, Makine ha scelto il francese come lingua di scrittura e la Francia come proprio Paese. Eletto all'Académie Française il 3 marzo 2016, al seggio n. 5, già della scrittrice Assia Djebar, è stato accolto il 15 dicembre 2016 da Dominique Fernandez[1].
Opere
Sotto il nome Andreï Makine
La Fille d'un héros de l'Union soviétique, 1990
Confession d'un porte-drapeau déchu, 1992
Confessioni di un alfiere decaduto, traduzione e note di Maria Elisa Della Casa, Passigli, Firenze c1998