In origine l'armamento dell'unità avrebbe dovuto essere composto da 4 pezzi da 102 mm ed 8 tubi lanciasiluri da 450 mm, ma durante la costruzione furono apportate le modifiche che risultarono nell'armamento che l'unità ebbe poi al momento dell'entrata in servizio.[1]
Il 30 dicembre 1915 il Poerio prese base a Venezia e compose, insieme ai gemelli Pepe e Rossarol, il II Gruppo Esploratori della IV Divisione Navale.[1]
L'1-2 novembre 1916 il Poerio ed il gemello Pepe, insieme ai cacciatorpediniere Nullo e Missori, furono designati per fornire eventuale supporto all'incursione di MAS nel Canale di Fasana.[3]
Nel corso del 1917 la nave fu sottoposta a lavori di modifica che videro l'installazione di 2 mitragliere contraeree Vickers-Terni da 40/39 mm mod. 1917.[1][4]
Il 19 ottobre 1917, alle 6.30, l'esploratore lasciò Brindisi insieme al gemello Pepe ed ai cacciatorpediniere Insidioso, Schiaffino e Bronzetti, ponendosi all'inseguimento di un gruppo di navi austroungariche (esploratore Helgoland, cacciatorpediniere Lika, Triglav, Tátra, Csepel, Orjen e Balaton) che erano uscite da Cattaro per attaccare convogli italiani.[3]Helgoland e Lika, non essendo stati trovati convogli, si portarono in vista di Brindisi per farsi inseguire dalle navi italiane ed attirarle nella zona d'agguato dei sommergibiliU 32 ed U 40, ma dopo un lungo inseguimento che vide anche alcuni attacchi aerei alle unità nemiche, tutte le navi italiane tornarono in porto senza danni.[3]
Nel corso dell'anno l'unità subì ulteriori modifiche, quali la sostituzione dei cannoni Vickers-Terni da 102/35 mm Mod. 1914 con cinque pezzi del più moderno modello 102/45 Mod. 1917.[1][4]
Il 10 marzo 1918 la nave appoggiò – insieme agli esploratori Mirabello, Rossarol e Riboty, ai cacciatorpediniere Giacinto Carini e Pilade Bronzetti ed alla squadriglia cacciatorpediniere francese «Casque» – un'azione dei MAS 99 e 100, trainati rispettivamente dai cacciatorpediniere Nievo e Mosto, contro il naviglio austriaco a Portorose: l'operazione, rimandata per via del maltempo, fu nuovamente interrotta il 16 marzo sempre per il tempo avverso e nuovamente l'8 aprile perché la ricognizione aerea aveva accertato che il porto di Portorose era vuoto.[3]
Il 2 ottobre 1918 il Poerio fu in mare insieme alla corazzataDante Alighieri, agli esploratori Racchia, Rossarol e Pepe ed ai cacciatorpediniere Nievo e Schiaffino per contrastare un eventuale contrattacco di navi nemiche provenienti da Cattaro volto ad impedire il bombardamento di Durazzo da parte di altre unità italiane ed inglesi.[3]
Nell'ottobre 1937, nel corso della guerra civile spagnola, il Poerio fu ceduto, unitamente al gemello Pepe, alla Marina spagnola nazionalista: la nave venne ribattezzata Huesca.[2][6] La radiazione ufficiale dai ruoli della Regia Marina avvenne tuttavia solo il 5 gennaio 1939.
Pepe e Poerio subirono pesanti ed approfondite modifiche: al termine dei lavori lo scafo risultò essere stato allungato di un metro, il pescaggio da 3,11 calò a 2,8 metri, le 3 caldaie preesistenti furono rimpiazzate con 5 caldaie Yarrow (anche se la velocità si ridusse di un nodo, trattandosi ormai di unità anziane), il dislocamento divenne di 845 tonnellate standard e 911 a pieno carico, l'equipaggio salì a 130 membri; fu rimosso un cannone da 102 mm ed i due pezzi da 40 mm furono rimpiazzati con 2 mitragliere da 37 mm ed altrettante da 20 mm.[7]
Nel maggio 1938, durante la scorta ad alcuni mercantili, Huesca e Teruel (ex Pepe) entrarono accidentalmente in collisione, danneggiandosi a vicenda.[6][8]
A fine agosto 1938 l’Huesca fu tra le unità che intercettarono il cacciatorpediniere spagnolo repubblicano José Luis Diaz, che stava cercando di forzare il blocco falangista e che dovette rinunciarvi e riparare a Gibilterra.[8] Il 17 ottobre dello stesso anno catturò il motovelieroArsenio Cañada.[9]