Figlio di Giuseppe Campi, tipografo folignate attivo dalla fine dell’Ottocento, continua l’opera paterna nel campo dell’editoria popolare[1].
Editore dell’almanacco Barbanera e dei celebri "fattacci"[2], lega il suo nome soprattutto alla produzione musicale della Campi, con la pubblicazione di canzonieri e fogli volanti contenenti i testi delle canzoni diffuse alla radio e alla televisione e presentate nei principali festival canori italiani[3].
Nel 1952 fonda la rivista “Sorrisi e canzoni d’Italia”, poi “TV Sorrisi e canzoni”, alla quale lavorerà nella doppia veste di editore e primo direttore[4]. Nel 1957 dà alle stampe il mensile "Settenote".
^Per un approfondimento sui "fattacci" editi da Campi si rimanda al recente saggio Giulia Falistocco e Dino Nardelli, Dalla piazza alla televisione: breve storia di Campi Editore, in: Dino Renato Nardelli, Giulia Falistocco, Eirene Mirti (a cura di), Memorie cantate. Guerra e dopoguerra nella cultura orale dell'Appennino umbro-marchigiano, Editoriale Umbra, Foligno, 2018, pp. 171-188.
^Ricordi dei canzonieri Campi, distribuiti da venditori ambulanti, sono in Goffredo Fofi, Strade maestre. Ritratto di scrittori italiani, Donzelli, 1996, p. VIII, come in Francesco Guccini, Portavo allora un eskimo innocente. Francesco Guccini si racconta a Massimo Cotto, Giunti Editore, 2007, p. 45.
^Per una storia della testata si veda Aldo Grasso, Enciclopedia della televisione, Garzanti, 1996, ad vocem.