Giovanissimo, Vittorio Cossio si trasferì a Milano con i fratelli Carlo[1][2], il maggiore e Gino, il minore, dove inizialmente si dedicarono insieme a decorare chiese e qualche palazzo nobiliare[senza fonte] per passare poi al cinema di animazione realizzando alcuni cortometraggi.[1][2]
Collaborò poi, negli anni trenta, con la SAEV di Lotario Vecchi, realizzando storie a fumetti pubblicate su Primarosa, seguite poi da altre pubblicate sul settimanale Jumbo come "I tre moschettieri", "Quarant'anni dopo" e "T.B.4" sul settimanale Rin Tin Tin (1936-1937), su testi di Gianluigi Bonelli;[3] nello stesso periodo collaborò con il Corriere dei Piccoli, disegnando le serie di Balilla Venturino (1935-1936) e poi di Centaurino (1939)[3][1][2]oltre alla serie Il Piccolo Aiace, con grandi tavole a colori sulla guerra di Troia.[senza fonte] Due storie a fumetti, "La Grande Barriera" e "La Fine di Marcus" vennero ristampate in Inghilterra, altre furono pubblicate dall'editore Lotario Vecchi nella Francia ancora occupata.[senza fonte]
Negli anni quaranta, Vittorio Cossio collaborò alla realizzazione della serie Furio Almirante, ideata dal fratello Carlo e scritta da Bonelli.[4][5]
Nel 1942 i tre fratelli Cossio furono chiamati a Roma dalla Macco film, per realizzare un cartone animato dal titolo "Pulcinella". Un incendio distrusse però lo stabilimento cinematografico e la storia verrà pubblicata in seguito, a fumetti. I fratelli Carlo e Gino tornarono a Milano, Vittorio restò a Roma, dove ebbe due figlie, Gabriella e Claudia.[senza fonte]
Nel dopoguerra collaborò con la casa editrice Universo, disegnando per il settimanale Intrepido le serie a fumetti di Capitan Sparviero e Cuore Garibaldino. L'attività principale di Vittorio resterà il fumetto. Lavorerà per "Il Vittorioso", "Vera Vita" e altre testate. Si cimentò anche con manifesti cinematografici e lavorò [senza fonte] anche per settimanali umoristici come Travaso, Calandrino e Marc'Aurelio,[3][2] oltre che per le Edizioni Juventus, nell'Albogiornale.[senza fonte] Con il fratello Carlo realizzò alcuni fumetti di guerra per il mercato inglese. Nel cinema di animazione, realizzò anche alcune animazioni per il film "Giove in Doppio Petto" e per il film "L'Acciarino Magico", tratto da una favola di Andersen, per la INCOM.[senza fonte]
Negli anni settanta disegnò alcune storie per la serie Sexy Favole edita dalla Geis.[3][2]
1935 - Collabora al Corriere dei Piccoli con varie storie e diversi personaggi fissi, quali il Balilla Venturino, il Centaurino e Teodato (1939), il Nibbio delle Baleari e l'Eroe di Villahermosa, sulla guerra di Spagna (1937-39).
1940 - Disegna Dick Fulmine, Turbine, l'Asso Pilota, per L'Audace, edizioni Vecchi. Disegna X-1, il Pugile Misterioso, è il celebre Furio per l'Albo Giornale, edizioni Bonelli. Disegna La Freccia d'Argento per l'Intrepido edizioni Del Duca.
1941 - Disegna L'Inafferrabile, Orlando l'Invincibile per L'Audace, edizioni Vecchi. Disegna Le Bolide Fantome, per l’albo Gavroche, edizioni Vecchi.
1944 - Disegna La Nave del Mistero, Il Distruttore di Mostri, per Giramondo e L'Avventura, edizioni Capriotti.
1945 - Disegna Raff Pugno d'Acciaio, per Giramondo, edizioni Capriotti. Disegna Capitan Sparviero, Cuore Garibaldino, per l'Intrepido, edizioni Del Duca.
1946 - Disegna Tim, Tom e Tam, per il giornale umoristico L'Ometto Pic, edizioni Capriotti. Disegna Tank, Mirko, Franca, edizioni Tomasina.
1950 - Disegna Storia dell'America, mancano riferimenti. Disegna L'Antro nella Foresta, Parsifal, per Vera Vita, edizioni U.I.S.P.E.R.
1955 - Disegna Dick Daring la Giubba Rossa, edizioni Bonelli.
Cartoni animati
1942 - Realizza con i fratelli due film sperimentali sul nuovo sistema di ripresa a colori, “La Macchina del Tempo” di Wells, “La Secchia Rapita”. Più brevi cartoni su Pulcinella.
Dopo il 1955 - Realizza “L'Acciarino Magico”, ispirato alla favola di Andersen, Settimana INCOM.