Dopo la scuola dell'obbligo venne avviato al lavoro presso l'officina di un decoratore. All'età di circa sedici anni si iscrisse alla Scuola d'arte e mestieri di Cotignola, fondata e diretta dal pittore Luigi Varoli (1889-1958). Durante gli anni di studio a Cotignola insieme ai concittadini Ettore e Domenico Panighi, divenne l'allievo prediletto di Varoli. Nel 1941 Varoli lo mandò a perfezionarsi all'Accademia di Belle Arti di Bologna; fu allievo di Giorgio Morandi (cattedra di Incisione) e Giovanni Romagnoli (docente di Pittura), assorbendo la loro influenza. Si diplomò nel 1946 ottenendo il Premio Tullo Moy.
A partire dagli anni cinquanta il suo percorso si avvicinò alle esperienze di artisti più moderni, come Arturo Tosi, Virgilio Guidi, Mario Sironi e Carlo Carrà, che conobbe durante i due anni trascorsi a Milano (1955-56)[2]. Tra gli artisti stranieri, non nascose mai la propria ammirazione per la Nuova Oggettività tedesca (Kokoschka e Kirchner) e per l'inglese Francis Bacon. Tra le opere murali di maggior spicco vanno ricordati i restauri degli affreschi del soffitto del Teatro alla Scala, che Folli eseguì nel 1969 coadiuvato da alcuni allievi[2].
L'estetica di Folli è caratterizzata da un umanesimo pittorico popolare e magico[3]. Lontano dall'astrattismo, riteneva che il fondamento di un'opera d'arte fosse il soggetto. Il genere per lui non aveva importanza: contava la qualità della pittura[4].
All'attività artistica affiancò quella di docente, ottenendo non minori soddisfazioni. Nell'immediato dopoguerra rifondò a Massa Lombarda la «Scuola d'arte e mestieri»[5], che diresse fino al 1986 e che porta tuttora il suo nome. Dal 1960 insegnò Storia dell'Arte al Liceo artistico di Ravenna e dal 1970 fu apprezzato docente di Figura all'Accademia di Belle Arti del capoluogo dagli anni sessanta fino all'anno della morte.
Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private, in Italia e all'estero. Persona molto riservata, durante la sua vita Folli ha tenuto un ristretto numero di personali: Ravenna, 1945 e 1970 e Lugo 1988[2].
Umberto Folli fu presente in rassegne di livello nazionale, tra le quali[6]:
In occasione della sua morte, l'Accademia di Belle arti di Ravenna pubblicò il seguente manifesto:
«La sua è stata per molti anni una lezione di vita e di cultura, di fedeltà alle proprie radici, ai tramandi della sua terra che nessuna moda artistica, nessun nuovo atteggiamento estetico, per quanto potessero apparire dominanti, potevano in alcun modo scalfire. Romagnolo, Folli amava una pittura densa di umori terragni, pervasa di inquietudini, magari di asprezze quasi espressionistiche»
La prima retrospettiva su Umberto Folli fu tenuta a Ravenna nel 1999, in occasione del decennale della morte («Umberto Folli. Dipinti dal 1940 al 1989», Ravenna, Loggetta lombardesca, 28 febbraio – 23 maggio 1999)[7].
Nel 1990, a un anno dalla scomparsa, Folli riceve dal Presidente della Repubblica il «Diploma di benemerenza di prima classe per la scuola, la cultura e l'arte».
La Scuola d'arte e mestieri "Umberto Folli"
Nata nel 1920 come centro di formazione per fabbri, muratori, orefici, sarti e apprendisti artisti, è stata attiva fino alla Seconda guerra mondiale. La sezione artistica fu diretta dal 1924 al 1926 dal maestro cotignolese Luigi Varoli. Nel secondo dopoguerra è stata rifondata da Umberto Folli come scuola di disegno, pittura e fotografia (Folli ne è stato direttore fino alla morte, nel 1986). Dopo la sua morte la sua eredità è stata raccolta da Pina Zardi, anch'essa pittrice.