Per estensione, l'espressione venne a indicare qualsiasi atto di violenza compiuto da gruppi comunisti o a essi affiliati, in periodi di guerra civile o altro conflitto armato.
Il termine "Terrore rosso" non deve essere confuso con il termine "Paura rossa".
Descrizione e caratteristiche
Il fatto che queste due azioni avvenissero nello stesso momento suggerì che esse fossero coordinate da qualche grande organizzazione controrivoluzionaria, presuntivamente affiliata all'Armata Bianca, che stava combattendo contro l'Armata Rossa nella guerra civile. Per questo i bolscevichi iniziarono a temere che altri tentativi di assassinio (nonché diversi atti di sabotaggio) sarebbero presto seguiti. Essi decisero quindi di rispondere con una soverchiante forza repressiva, sia come rappresaglia per i fatti del 30 agosto, che come deterrente per tentativi similari. Il primo annuncio ufficiale, l'"Appello alla classe operaia", pubblicato sulla Izvestija il 3 settembre 1918, chiamava i lavoratori a "schiacciare l'idra della controrivoluzione con massiccio terrore". A ciò fece seguito il decreto Sul terrore rosso, emanato il 5 settembre dalla Čeka. L'ondata repressiva avviata dal governo bolscevico non risparmiò neppure i vecchi alleati nella causa rivoluzionaria quali i socialrivoluzionari, progressivamente defilatisi dalle politiche radicali del nuovo regime e responsabili dei sommovimenti anti-bolscevichi del 6-7 luglio (che videro tra l'altro l'attentato all'ambasciatore tedesco Mirbach a Mosca).