Le terme di Roma antica sono edifici pubblici sorti in varie parti della città a partire dall'epoca di Augusto e in gran parte restate in attività fino al VI secolo, epoca in cui cessarono di funzionare a causa del taglio degli acquedotti che le alimentavano durante le guerre greco-gotiche. Nel I secolo a.C. si contavano a Roma ben 170 terme censite da Agrippa in qualità di edile.
Inaugurate nel Campo Marzio nel 12 a.C. ad opera di Marco Vipsanio Agrippa e alimentate dall'Acqua Vergine, sono il primo edificio termale pubblico della città, inserite nel rinnovamento urbanistico della zona in epoca augustea. Lo Stagnum Agrippae, uno specchio d'acqua ricavato dalla regolarizzazione del bacino naturale della Palus Caprae, doveva svolgere le funzioni di natatio (piscina per il nuoto) per le terme.
Le terme erano ornate dalle statue dell'Apoxyómenos e di un leone giacente di Lisippo.
Tra i resti attualmente visibili è l'"Arco della Ciambella", tratto della parete di una sala rotonda inserito nelle facciate della via omonima presso il Pantheon, pertinente probabilmente ai restauri del II o III secolo.
Dall'area di queste terme provengono le due colonne di granito rosa reimpiegate per il restauro del pronao del Pantheon e un capitello conservato attualmente nei Musei Vaticani (Cortile della Pigna). Una cornice e due colonne sono attualmente rialzate presso i resti delle terme a piazza Sant'Eustachio, mentre un'altra colonna fu rialzata nel 1896 presso Porta Pia.
I resti visibili sotto gli edifici attuali permettono di ricostruire un impianto sostanzialmente analogo a quello delle altre grandi terme imperiali: al centro la natatio e le sale calde e fredde affiancate da ambienti laterali, tra cui due peristili in funzione forse di palestre.
Si tratta delle prime terme a pianta quadrata. Rimane - allo stato attuale - il dubbio se Nerone sia stato il primo imperatore a concepire quindi le terme a pianta quadrata o altrimenti siano state così ricostruite da Alessandro Severo.
Costruite da Tito sulle pendici dell'Esquilino (colle Oppio) nell'80 d.C., forse riadattamento ad uso pubblico dei bagni privati della Domus Aureaneroniana. Le fonti ne menzionano un restauro nel 238. Sono le prime terme a Roma dove sia sicuramente documentata la nuova tipologia "imperiale", dotata di frigidarium e, soprattutto, con gli ambienti disposti simmetricamente e in maniera scenografica attorno a un asse principale.
Il complesso presenta ambienti simmetricamente disposti ai lati di un asse centrale e forse su più livelli sulle pendici del colle. I resti murari testimoniano anche un rifacimento di epoca adrianea.
Di incerta collocazione nell'ambito della I regione augustea di Porta Capena, furono costruite da un Marco Aurelio Cleandro e dedicate in nome dell'imperatore Commodo nel 183.
Furono edificate con il nome ufficiale di Thermae Antoninianae sulle pendici del Piccolo Aventino verso la via Appia a partire dal 212 e dedicate nel 216 a Caracalla, con il recinto esterno completato sotto Eliogabalo e Alessandro Severo. Erano alimentate da un'apposita diramazione dell'Acqua Marcia (Aqua Antoniniana).
Costruite tra il 298 e il 306 da Diocleziano nella parte settentrionale dei colli Esquilino e Viminale e alimentate da un ramo dell'Acqua Marcia. Oggi i resti sorgono in mezzo alle vie moderne in corrispondenza di piazza della Repubblica (già piazza Esedra), della chiesa e del convento di Santa Maria degli Angeli e sono in parte utilizzati per le sale del Museo Nazionale Romano.
Da queste terme provengono le statue dei Dioscuri poste attualmente alla base dell'obelisco del Quirinale nella omonima piazza.
Balnea privati
Oltre i principali stabilimenti termali pubblici esistevano numerosi piccoli stabilimenti privati, gestiti come vere e proprie imprese e noti dalle fonti antiche o da iscrizioni e altri ritrovamenti, che li citano come balnea seguito dal nome del proprietario.