Il talent show è uno spettacolo basato sulle esibizioni di artisti non professionisti che intendono dare dimostrazione in pubblico del proprio "talento" attraverso esibizioni di canto, ballo, acrobatiche o teatrali. Molti di tali eventi sono strutturati sotto forma di competizione in cui viene messo in palio un qualche tipo di premio.Questi, sono dei veri e propri show con un seguito mediatico molto rilevante.
Si possono riscontrare alcune somiglianze tra i diversi talent show: una struttura incentrata sulla competizione, una performance basata sulle capacità e la presenza di giudici e mentori, il coinvolgimento del pubblico tramite voto, un processo di eliminazione e infine un vincitore. Questi caratteristi tipici del talent show permangono nel tempo e si combinano nelle forme più diverse.
Una delle possibili variabili che distingue i talent show è quella che riguarda la tipologia dei partecipanti: celebrità (dancing with the stars), persone comuni (got talent) oppure entrambi (masterchef).
L’arco narrativo dei talent show si sviluppa attraverso diverse fasi: dalla fase di selezione a quella di eliminazione. Quest’ultima rappresenta la caratteristica più apprezzata dal pubblico, che si vede coinvolto nel processo di trasformazione dei protagonisti nel corso del programma e, spesso, è egli stesso a decidere attraverso il televoto quale partecipante eliminare. Questo meccanismo porta lo spettatore ad affezionarsi e immedesimarsi nei differenti concorrenti, il pubblico sarà così coinvolto all’interno dello storytelling del programma e questo lo porterà a seguire l’intero svolgimento dello show mantenendone sempre alta l’attenzione.
Il fattore che ne determina la popolarità è quello dell’eroe dal volto comune: il bisogno psicologico delle diverse civiltà di trovare miti e eroi in cui poter credere. Lo spettatore segue le diverse vicende tra competizioni, sfide e ostacoli, assistendo così alla crescita del personaggio fino ad accompagnarlo alla sua vittoria o sconfitta. La metafora dell’eroe che sconfigge i suoi nemici rappresenta l’uomo comune che supera i propri limiti per cambiare la propria vita, che mostra l’individualismo tipico della società occidentale contemporanea.[1]
La presenza di giudici o mentori all’interno del programma conferisce interattività, aumenta il coinvolgimento degli spettatori che condividono o meno l’opinione di un giudice. Il fatto che spesso i giudici rivestano una certa autorevolezza all’interno del settore in cui ne è richiesta l’opinione (Masterchef sono chef stellati, X Factor con musicisti affermati ecc.) fa sì che i giudici siano spesso i veri e propri protagonisti del programma.[2]
Dagli anni 2000 il talent show è divenuto molto popolare come sottogenere televisivo del reality show, costituito da programmi che si pongono al pubblico come "scopritori di talenti" e che offrono ai vincitori un ambito trampolino di lancio nel mondo dello spettacolo, specialmente in campo musicale. Tra questi programmi: American Idol, Pop Idol, The X Factor, Popstars, Got Talent e The Voice.
Talent show televisivi
Nel Regno Unito
Il Regno Unito è il paese europeo più influente dal punto di vista dei talent show, infatti molti di questi programmi sono nati in Gran Bretagna per poi diffondersi nel resto del mondo[senza fonte].
Nel 2001 il produttore discografico e televisivo Simon Fuller crea il talent show Pop Idol. Il programma a cui partecipano aspiranti cantanti viene trasmesso per due edizioni sull'emittente britannica ITV e successivamente viene esportato in altri paesi come Stati Uniti, Australia, Svezia, Francia e altri ancora. Nello stesso periodo Fuller lancia anche un altro programma, Popstars, anche questo poi esportato in altri paesi, tra cui l'Italia. Tra i nuovi talenti lanciati da questi due programmi vi sono: Will Young (vincitore della prima edizione di Pop Idol) e le Girls Aloud (girlband formatasi con la seconda edizione di Popstars).
I talent show sono stati spesso criticati[evasivo: da chi?] per il loro format e perché considerati sbagliati in quanto, secondo molti musicisti e celebrità, fanno partire i ragazzi troppo dall'alto e spianano fin troppo la strada del successo ai partecipanti vincenti, mentre quelli perdenti si sentono spesso demoralizzati e si abbattono in modo eccessivo a tal punto da sparire dal mondo televisivo.[3][4][5][6][7]
Per altri ancora,[evasivo: da chi?] i talent rovinano il concetto di arte, fantasia e creatività, tutti aggettivi che contraddistinguono gli artisti, ponendo attenzione solo alla competizione.[8]
Note
^SuperTele: come guardare la televisione, L. Barra - F. Guarnaccia, minimum fax, 2021, Roma.
^Quello che vuole la televisione, L. Barra, in "il Mulino. Rivista di cultura e politica", 68(4), 2019.